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Cossutti yacht design

All’anagrafe è una realtà relativamente giovane. Cossutti Yacht Design – Cossutti & Ganz Partners nasce ufficialmente nel 2013. Basta però guardare i risultati maturati in meno di dieci anni per toccare con mano la portata del lavoro compiuto.

da sinistra: Alessandro Ganz, Martina Odorico, Luca Pazzocco, Enrico Burello, Giovanni Pagnon, Maurizio Cossutti.

Da Bavaria a Italia Yachts, da Salona a More Yachts, solo per citarne alcuni, sono tanti i progetti che lo studio con sede a Udine annovera nel proprio palmarès. La ragione di questo successo? Non è casuale. È ben evidenziata nel nome stesso. A iniziare da Maurizio Cossutti. Non occorre aggiungere altro. Chi mastica di vela lo sa bene. Una laurea in ingegneria navale con tesi sulla Coppa America, Cossutti è cresciuto professionalmente alla scuola di Roberto Starkel. 

Da sinistra, Alessandro Ganz e Maurizio Cossutti

Un periodo importante nel percorso di formazione. Così come l’esperienza vissuta alla Marine Technologies Boatyard, cantiere nato dall’incontro di Alessandro Vismara con Freek Koppelmans, dal quale sono usciti il V34, V40 e il V46, imbarcazioni considerate all’avanguardia per quell’epoca. Sì perché il mondo delle regate è sempre stato un riferimento importante per Cossutti. Un vero e proprio laboratorio di ricerca per sperimentare e mettere a punto nuove soluzioni progettuali con l’obiettivo dichiarato di alzare sempre più in alto l’asticella delle prestazioni. Da qui la scelta di mettersi in proprio.

Brava

Nel 2008 Cossutti lascia il cantiere, che nel frattempo aveva cambiato nome diventando 2M Marine e costruito su suo progetto l’M37, una delle barche ORC (allora IMS) più vincenti, e decide di aprire lo studio di progettazione Cossutti Yacht Design. I lavori e le commesse non mancano, avvia la collaborazione con il cantiere Nautilus di Roma e il suo nome si fa strada sui campi di regata grazie ai progetti come Bonin 31 e il 358 IRC, senza contare gli interventi volti a ottimizzare barche del calibro di Mascalzone Latino e Brava. Ma è solo l’inizio. Un anno dopo la sua rotta s’incrocia con quella di Alessandro Ganz. E la scintilla scocca immediatamente.

Il Bavaria C42

Tante le ragioni. Ganz, classe 1985 si è fatto le ossa all’Università di Trieste dove ha conseguito una laurea in ingegneria navale per poi completare il suo percorso di formazione con un Master in yacht design a Southampton. Il resto è una storia costellata da una serie di successi che, a livello progettuale, hanno fatto incetta di consensi, come l’NM38S. Varato nel 2011 il primo scafo progettato da entrabi è salito più volte sul gradino più alto del podio in altrettante regate con titoli italiani e mondiali. 

Gli interni del Bavaria C42

Oppure il Bavaria C42 modello che ha trionfato all’edizione 2021 dell’European Boat of The Year, il secondo successo in questa manifestazione dopo quello del 2013 con Italia Yachts 1398, che aveva contribuito non poco a far conoscere Cantiere e Progettisti in un ambito più internazionale. Oggi lo studio di progettazione si è conquistato un posto in prima fila nello yacht design che conta. Tra i meriti indiscussi la capacità di aver saputo sviluppare una metodologia di lavoro strutturata, in grado cioè di andare incontro alle esigenze di cantieri che producono su scala industriale. In questo senso l’esperienza con Bavaria si è rivelata fondamentale. 

Da sinistra: Alessandro Ganz e Maurizio Cossutti

“Per la prima volta” racconta Cossutti “ci siamo confrontati non con un cliente inteso come singolo armatore, di piccole serie “di nicchia”, ma con un produttore di barche che ci aveva affidato la progettazione di un modello da realizzare in grande serie con una clientela con esigenze molto diversificate”. E qui il ragionamento ha compiuto un salto di qualità.

L’Italia Yachts 12.98

“L’approccio ha richiesto allo studio un cambio di passo” aggiunge Ganz, “gli aspetti legati all’architettura navale e al design dovevano necessariamente interfacciarsi con quelli più strettamente legati all’ingegnerizzazione del prodotto, spingendoci ad adottare un approccio sempre più integrato e verticale”. Un’esperienza che si è rivelata di straordinaria importanza nel percorso di crescita permettendo così allo studio di cogliere altre opportunità culminate con la collaborazione avviata per esempio con Nautor’s Swan, cantiere per il quale ha seguito l’ingegnerizzazione del 48, 55 e 58. La fotografia ritrae oggi una realtà nella quale Cossutti segue da vicino gli aspetti legati alle linee d’acqua, e più in generale all’architettura navale, mentre Ganz cura il design degli esterni. 

L’Italia Yachts 14,98 – fTaccola©

Sempre a lui, inoltre, fanno capo lo sviluppo e l’aggiornamento dei software di progettazione, attività portata avanti insieme a un team di lavoro composto da ingegneri che collaborano attivamente con lo studio. “Il nostro raggio d’azione è diventato sempre più ampio e, a livello progettuale, curiamo ogni aspetto, dettagli inclusi, avendo sempre bene in mente le dinamiche legate ai processi costruttivi” continua Ganz. Una visione a 360° dalla quale oggi non si può più prescindere e che rappresenta la cifra stilistica e il marchio di fabbrica dello Studio Cossutti.

L’Italia Yachts 14.98 – fTaccola©

Tra i progetti attualmente in fase avanzata ci sono il More 50, al quale si aggiungono due nuove modelli di Italia Yachts, più precisamente l’IY 12.98 e l’IY 20.98. Quest’ultima, una volta scesa in acqua, sarà la più grande mai realizzata dal cantiere. Un bel traguardo che sintetizza al meglio una collaborazione vincente che dura da diverso tempo. Così come per l’immaginazione, anche per lo Studio Cossutti Yacht Design, i confini non esistono.

Metropiù Metromeno, la barca da regata di 8,5 metri, disegnata da Cossutti insieme a Giulio Tarabocchia e Alessio Bonin, che deve il suo nome a una battuta di Cossutti che, riferendosi all’altezza dell’albero dichiarò: ma sì, metro più metro meno, vinciamo lo stesso.

Al contrario, dopo tanta vela ora sembra sia arrivato il momento del motore. Un primo assaggio delle capacità messe in luce dallo studio friulano si è avuto con Respiro. Potrebbe essere il primo capitolo di un libro ancora tutto da scrivere. Le premesse ci sono tutte. Non poteva essere altrimenti. Il mondo del motore ha sempre beneficiato del travaso di conoscenze e competenze maturate in ambito velico. L’arrivo di questa nuova imbarcazione, che ha debuttato al Salone di Genova, sublima il concetto di forma e funzione. Le dimensioni contenute, 6,90 metri di lunghezza, non devono trarre in inganno. Ogni singolo aspetto, sia nelle fasi di studio sia durante la costruzione, è stato seguito con estrema attenzione e cura. Il progetto nasce dall’incontro tra il cantiere Venmar di Venezia, lo Studio Cossutti Yacht Design e Yamaha.

Respiro, la prima barca a motore

Le linee esterne attingono alla memoria dei runabouts e delle imbarcazioni che popolano la Laguna di Venezia. Richiami legati alla cultura nautica ed esaltati dalla presenza di essenze nobili come il mogano per la coperta e il bottazzo, al quale si aggiunge il teak per il piano di calpestio. La tradizione lascia poi spazio all’innovazione con l’utilizzo delle fibre di carbonio, del basalto e del lino per la costruzione dello scafo. Infine la carena. Studiata dallo studio friulano è stata concepita da un lato per esaltare la propulsione elettrica del motore Harmo di Yamaha e dall’altra per offrire la massima efficienza nelle andature dislocanti e semidislocanti a regimi di velocità contenuti. “Un progetto esaltante” commenta Cossutti. E siamo pronti a scommettere che non sarà l’unico. 

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