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Tutta colpa di un gelato

Sono passati 100 anni da quando Ole Evinrude inventò il primo fuoribordo. Ecco il racconto di un’idea geniale, nata per caso. E per golosità.

C’era una volta. Così iniziano tutte le favole che si rispettino. Così potremmo iniziare a raccontarvi di un bambino di cinque anni, che si trasferisce con la sua famiglia dalla Norvegia, dov’era nato nel 1877, alla cittadina di Cambridge, nel Wisconsin, Stati Uniti d’America. Un bambino che cresce e che a sedici anni inizia a lavorare in fabbrica e la sera studia tomi di ingegneria. E che si innamora di una ragazza, con la quale si regala lunghe gite in barca. Una domenica d’estate del 1906 – il ragazzo è diventato un uomo – approdano su un’isoletta per un pic-nic. Alla fine del pasto Bess, questo il nome della ragazza, sospira: – Ci vorrebbe un bel gelato! Detto fatto. O quasi, almeno. Big Ole, come tutti chiamano il nostro protagonista, non se lo fa ripetere; saltò in barca e si mette a remare verso il paese. Sono due miglia e mezzo ad andare e altrettante a tornare. Con il fiatone, Big Ole porge il gelato ormai quasi sciolto a Bess e disse: – Qualcuno dovrebbe inventare un motore per queste barche! – e aggiunge – Forse potrei farlo io. Il nome di quell’uomo è Ole Evinrude. Potremmo raccontarvi che, due anni dopo, Ole Evinrude è diventato un marito (sì, l’ha sposata la sua Bess!) ed è padre del piccolo Ralph. In compagnia del cognato Russ, noleggia per 50 cents una vecchia barca a remi e collauda la sua nuova invenzione: un trappolino rumoroso appeso alla poppa. “Sembra un macinacaffé” – commenta Bess. Ma funziona. La barca si muove e nessuno rema! Durante l’inverno Ole perfeziona il prototipo e nel 1909 produce a mano la prima serie di motori. Potenza: un cavallo e mezzo. Peso: 62 libbre (27 chili). Prezzo: 62 dollari. Nell’estate del 1909 è Bess a scrivere il primo slogan pubblicitario, pubblicato a pagamento sul quotidiano di Milwaukee: “Basta vogare! Gettate via i remi! Usate un motore Evinrude”. Tutti e venticinque i motori vanno a ruba e gli Evinrude decidono di entrare nel mondo dell’industria. Unico problema? Il capitale è zero! Ole e Bess lavorano giorno e notte e riescono incredibilmente a produrre e vendere, per l’estate del 1910, ben mille motori. Nel settembre dello stesso anno viene registrato a nome di Ole Evinrude il brevetto di un “motore amovibile per barche a remi” e, all’inizio del 1911, in una ex fabbrica di sapone in Reed Street a Milwaukee nasce la Evinrude Row Boat Motor Company, con un capitale di 5000 dollari portato da un tale Chris Meyer, che entra così in società al 50%. Il successo è incredibile. Nel 1911 le vendite superano le duemila unità e la nuova azienda dà lavoro a più di cento persone. Ole dirige la produzione, mentre Bess guida la parte commerciale. è proprio lei che riesce a chiudere un accordo con un’agenzia di New York per la distribuzione dei fuoribordo in Europa. Danimarca e Norvegia faranno già in quel primo anno ordini per più di 9000 motori! Vorremmo raccontarvi ora di una crescita inarrestabile. Ma, proprio come nelle favole, il destino ci mette lo zampino. Bess si ammala improvvisamente e Ole decide di ritirarsi dagli affari per starle vicino. Vende il suo 50% al socio Chris Meyer, con il patto di rimanere fuori dal mercato dei fuoribordo per almeno cinque anni. Senza il suo genio creativo, però, la Evinrude Motors rallenta. L’azienda lancia un pesante e costoso bicilindrico quattro tempi. Le vendite calano anno dopo anno.

Al termine dei cinque anni sabbatici, Ole progetta un rivoluzionario bicilindrico in alluminio da tre cavalli, pesante solo 21 kg. Per lealtà, lo propone al vecchio socio che però, inspiegabilmente, rifiuta. Ole parla allora con Bess, che nel frattempo è guarita e decide di correre da solo, ritrovandosi addirittura concorrente dell’azienda che porta il suo nome! Nel 1920 nasce la Elto Outboards Motor Company (Elto: Evinrude light twin outboard) e un anno dopo esce sul mercato il primo bicilindrico in alluminio, che vende immediatamente più di 1000 unità. La concorrenza si fa sempre più spietata. Sono apparse infatti nuove realtà, come Caille, Lockwood-Ash, Arrow e Kobstan. Ma, soprattutto, è nata la Johnson Motors, che fin dal primo anno di attività ha venduto ben 3000 motori. Sono anni esaltanti per Ole e Bess, affiancati ormai in pianta stabile dal figlio Ralph; grazie al nuovo bicilindrico Speedster da sette cavalli, nel 1928 le vendite raggiungono le diecimila unità, con un profitto record di 300.000 dollari. Nello stesso momento la Evinrude Motors, ormai in piena crisi, viene venduta alla Briggs & Stratton. Stephen Foster Briggs è l’uomo della svolta: ricuce i rapporti con Ole Evinrude e insieme decidono di fondare una società in cui far confluire Evinrude, Elto e Lockwood, una piccola azienda nota per i successi nelle competizioni. Nasce così la OMC, Outboard Motors Corporation e Ole ritorna in possesso del marchio che porta il suo nome. Gli anni successivi sono difficili, in America scoppia la Grande Depressione. Ma, soprattutto, si chiude un’era. Nel 1933 Bess muore. Ole non le sopravvive che per quattordici mesi e scompare il 12 luglio 1934, a soli 57 anni.

Dalla favola al mercato:
Le sorti di OMC passano così nelle mani di Ralph, che a ventisette anni si ritrova al timone dell’azienda. Un ruolo che terrà per ben 49 anni, fino al 1983. Insieme a Briggs segue un piano di espansione e nel 1936 acquisisce la rivale Johnson Motors. La seconda guerra mondiale blocca ogni progetto e a OMC vengono affidate numerose commesse da parte del governo americano per la fabbricazione di componenti per aerei. Al termine del conflitto la crescita riprende inarrestabile: nel 1947 OMC arriva a produrre 262.000 motori, pari alla produzione di tutti gli altri fabbricanti di fuoribordo degli Stati Uniti! Continuano anche le innovazioni del prodotto: nel 1954 viene introdotto il sistema Aquasonic per la riduzione della rumorosità e nel 1958 viene lanciato lo Starlite, un quattro cilindri a V. è del 1960 invece il primo cambio a pulsante (avanti-folle-retro), mentre nel 1969 entrano in produzione i potenti otto cilindri a V. Gli anni ’70 vedono invece il lancio sperimentale del primo fuoribordo Rotax a quattro rotori.

In questi decenni la concorrenza non è più solo americana, ma anche (e forse soprattutto) giapponese. Entrano in campo le nuove tecnologie e nel 1995, dopo il lancio dell’Evinrude Spitfire e della linea Ocean-Pro, OMC introduce ufficialmente l’iniezione diretta nei fuoribordo a due tempi Evinrude. Nello stesso periodo OMC passa di mano e la nuova proprietà si lancia in speculazioni finanziare che si rivelano disastrose. Questo, aggiunto a problemi tencici, porta nel 2000 alla chiusura della società. La favola sembra finita nel peggiore dei modi, ma agli inizi del 2001 il marchio Evinrude viene acquisito dal colosso canadese Bombardier, che decide di fondare una società specializzata nei marchi “leisure”: Bombardier Recreational Products investe subito per il lancio, avvenuto lo stesso anno, dei primi motori Evinrude DI (Direct Injection). Nel 2003 appare quella che è a tutt’oggi una tecnologia utilizzata esclusivamente da Evinrude: gli E-TEC, questo il nome dei nuovi modelli due tempi a iniezione diretta, vengono premiati con l’Innovation Award di NMMA (National Marine Manufacturers Association), l’associazione americana dei produttori nautici. Una gamma che da 25 fino a 300 cavalli. Si tratta di una scommessa, in un mercato che si è spostato verso i quattro tempi. Una sfida che sarebbe piaciuta tanto a Ole e Bess. Chissà che faccia avrebbero fatto, vedendo come è cresciuta la loro invenzione. Tutto per colpa di un gelato, proprio come in una favola. Moderna, ma pur sempre una favola.

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