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Aurelia, il primo Flexplorer di Cantiere delle Marche

Aurelia è il primo esemplare di Flexplorer 40 metri. Ed è una di quelle barche destinate a diventare una pietra miliare nella storia dello yacht design. Frutto di un brainstorming tra una serie di persone capaci di vedere al di là dei canoni standard dello yachting e dello yacht design, è infatti un mix di innovazione e carattere che non passa inosservato. (Qui tutti i post su Cantiere delle Marche)

Come è nato il Flexplorer

Partiamo dall’inizio. Il Flexplorer nasce come evoluzione degli Explorer e, come si evince dal nome, ha fatto della flessibilità uno dei suoi punti di forza. 

Le impavesate poppiere, per esempio, possono essere abbattute completamente per regalare spazio aggiuntivo a un pozzetto che arriva a coprire 115m2. Lo stesso pozzetto può ospitare un tender di 8,5 metri, alato mediante una gru in carbonio A-Frame che, quando non è in uso, scompare in un apposito alloggiamento. 

Una gru che è un esemplare unico nel mondo del diporto nautico. Grazie alla sua forma e alla sua struttura garantisce infatti la massima sicurezza nelle operazioni di varo e alaggio e, avendo il punto di sospensione centrale, evita ogni inclinazione dello scafo durante la movimentazione del tender che, in più, viene alato in uno specchio di mare protetto dal volume dello yacht stesso. 

Flexplorer

Grandi spazi di stivaggio su Flexplorer

Altro punto di forza di Flexplorer sono gli spazi di stivaggio: dalle attrezzature sportive fino all’immondizia, tutto a bordo ha un posto dove può essere riposto. 

Un sublower deck che corre dalla sala macchine al quartiere equipaggio offre infatti spazio dove posizionare tutto ciò che occorre a garantire lunghe navigazioni senza scalo nel massimo comfort. E quando si dice lunghe, si intende proprio lunghe. 

Flexplorer

Performance

Motorizzato con due Caterpillar che offrono un totale di 1492kW, Aurelia era, in fase di progetto, accreditata per avere un range di poco più di 5000 miglia nautiche, ma la realtà ha superato di gran lunga le previsioni. 

«Durante i seatrials ci siamo resi conto che, a 10 nodi, l’autonomia può arrivare fino a 8000 miglia nautiche», spiega Vasco Buonpensiere, quasi un record per uno scafo di queste dimensioni che consente a ospiti e armatore di starsene in giro per oltre un mese senza mai fare rifornimento né di carburante né di beni di prima necessità. 

Flexplorer

Gli interni di Flexplorer

Oltre alle caratteristiche tipiche di tutti gli Explorer come robustezza, elevata autonomia, grande tenuta di mare, prua verticale ed aspetto mascolino, quel  che invece sorprende di Flexplorer sono il comfort e la particolarità degli interni. Aurelia, del resto, è nata per essere un progetto fuori dagli schemi.

Protagonisti di questo capolavoro sono stati Cantiere delle Marche, capitanato da Vasco Buonpensiere; Sergio Cutolo di Hydro Tec, cui spettano ingegneria navale ed exterior design; Francesco Paszkowski e Margherita Casprini che hanno curato l’interior design e, ovviamente, l’armatore di Aurelia. 

Il Flexplorer è un progetto che Sergio Cutolo aveva in mente da tempo. «Dopo tanti explorer puri sentivo il bisogno di creare qualcosa di più evoluto, e quando questo armatore ha chiesto una nuova barca a Cantiere delle Marche ho capito che era arrivato il momento giusto», ha spiegato. 

Flexplorer

L’armatore, dal canto suo, possedeva già Galego, un Darwin Class 102 di CdM. E dopo averci navigato in lungo e in largo ha capito che voleva qualcosa in più: una barca che soddisfacesse alcune priorità. 

«Man mano che navighi con la tua barca ti rendi conto di come vorresti che fosse la successiva», ha spiegato.

 «La cosa di cui sentivo maggiormente la necessità era un tender di almeno 7,5 metri. Ma, al contempo, non volevo una barca troppo lunga e neppure sacrificare gli spazi interni. Così, quando ho visto il progetto di Flexplorer ho capito che era la mia barca ideale», ha concluso. Ma non è tutto. 

Un décor fuori dagli schemi

Perché se già è insolito scegliere una barca in base alla lunghezza del tender, lo è ancora di più decidere di andare contro i trend in auge nel mondo dell’interior design come ha invece fatto lui.

«Non amo le case, e quindi le barche, arredate con i pezzi di design che si trovano sulle riviste di tutto il mondo, perché non rivelano nulla della personalità di chi le vive», ha spiegato. Un’affermazione che diventa lampante non appena si mette piede a bordo. Gli interni, in perfetto industrial style, sono infatti quanto di più inaspettato ci si possa immaginare su uno yacht. Sono moderni, caldi, accoglienti e ricchi di pezzi vintage che ne esaltano la personalità decisa. 

A farla da padrone sono il rovere spazzolato posato a doghe di larghezze diverse per dargli un aspetto vissuto, il ferro, il cemento e il vetro. Insomma, più che su uno yacht sembra di stare in un loft newyorkese, e la sensazione è davvero piacevole. 

Flexplorer

Persino il cablaggio è stato sapientemente lasciato a vista inscatolato in tubi metallici e dotato di interruttori in stile. Flexplorer ha ampi spazi comuni che comprendono un grande salone principale con area relax e zona pranzo e quattro cabine ospiti con l’armatoriale posizionata a prua del main deck.

Un magnifico Upper Deck per il Flexplorer

Ma il cuore pulsante della vita di bordo è senza dubbio l’upper deck che prevede un salone con cinema e un’area esterna con zona pranzo. E, al posto del sun deck, una piccola area privata dedicata esclusivamente all’armatore con divani e una jacuzzi dedicata. 

Flexplorer

Tra le scelte più eclatanti in fatto di design di Flexplorer c’è la scala in ferro con gradini ricoperti in pelle che collega i ponti e nel cui vano sono state inserite due cantine che danno la sensazione di essere un ascensore pieno di bottiglie di vino.

Flexplorer

 In realtà si tratta di due cantine separate, accessibili sia dal main deck sia dal ponte superiore, che contengono 44 bottiglie ciascuna posizionate su rastrelliere rotanti. Un’idea geniale che è diventata, forse senza neppure volerlo, un’opera d’arte. 

E poi ci sono i particolari, che sono parte integrale del woweffect di Aurelia. Come la lampada nel salone dell’upper deck che altri non è se non la vecchia luce di una pista d’atterraggio che Paszkowski ha scovato in un mercatino delle pulci fiorentino. 

Flexplorer

Oppure i materassi futon posizionati sotto le finestre per garantire un “relax con vista”, ma realizzati con un preziosissimo tessuto di Ralph Lauren al posto del tradizionale cotone. Perché è ora di smettere di pensare che un Explorer (un Flexplorer in questo caso) sia una barca rustica e poco elegante.

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