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Blancpain: il Fifty Fathoms festeggia i 70 anni

Nel grande libro del mare c’è una storia che, più di altre, conquista l’attenzione. A scriverla, in questo caso, è Blancpain che festeggia i 70 anni del Fifty Fathmos. Un nome che la dice lunga sul legame con il sesto continente. Sì, perché sta a indicare la profondità alla quale era garantita l’impermeabilità di quello che si può definire a tutti gli effetti il primo orologio subacqueo dell’era moderna.  (Qui tutti i nostri post su Blancpain)

Questo nacque grazie a un’intuizione di Jean-Jacques Fiechter. L’allora CEO di Blancpain nonché pioniere di una disciplina che era ancora agli esordi, comprese la necessità imperativa di poter tracciare i tempi in immersione. All’epoca non esistevano strumenti affidabili e da qui ecco l’esigenza di sviluppare un orologio dotato di tutti quei requisiti indispensabili per praticare in sicurezza l’attività subacquea. 

 

Blancpain Fifty Fathoms, una storia di successo

Il resto è una storia costellata di tante tappe. L’ultima, in ordine di tempo, ha come protagonista il Fifty Fathoms Tech Gombessa segnatempo il cui sviluppo ha coinvolto Marc A. Hayek. Grande appassionato d’immersioni il Presidente e Ceo di Blancpain si è lanciato, insieme al sub, fotografo e biologo marino Laurent Ballesta, nell’ideazione di un nuovo strumento meccanico rispondente ai bisogni di tutti i subacquei dell’estremo. 

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Marc Hayek Chef Blancpain photographed in Paudex Switzerland

A cominciare dai membri delle Spedizioni Gombessa, i cui lavori di ricerca comprendono immersioni profonde di lunga durata. Questo segnatempo che celebra anche i 10 anni di collaborazione tra Blancpain e Gombessa si distingue per tutta una serie d’innovazioni. Le più importanti riguarda la lunetta girevole unidirezionale che presenta una graduazione su una scala di 3 ore. Questa è connessa a una lancetta speciale, che effettua un giro completo in 180 minuti, il cui materiale e colore, un rivestimento luminescente bianco a emissione verde, è abbinato a quelli degli indici. 

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Fifty Fathmos Tech Gombessa 

Questo dispositivo, inventato congiuntamente da Marc A. Hayek e Laurent Ballesta rappresenta una prima mondiale per il quale è stato depositato un brevetto. Ad animare questa funzione, così come quelle di ore e minuti, è il movimento automatico 13P8. Oggi l’arrivo del Fifty Fathmos Tech Gombessa arricchisce di un nuovo entusiasmante capitolo la storia che lega la maison al mare. Un sodalizio che dura da 70 anni e che oggi come allora rappresenta una preziosa fonte d’ispirazione, come ci racconta Marc A. Hayek in questa intervista rilasciata a Sea Time.

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Marc Hayek, performing a safety stop at the end of a dive at Tetamanu, Fakarava, Tuamotu Archipelago, French Polynesia, Pacific Ocean

L’arrivo del Fifty Fathoms ha rappresentato un momento di svolta per la Maison?

Il Fifty Fathoms, è stato essenziale nello sviluppo dell’attività subacquea rivelandosi uno strumento affidabile per chi pratica questa attività e ha permesso a Blancpain di avere un ruolo di primo piano nella storia degli orologi da immersione. 

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Qual è l’aspetto che più l’affascina? 

Il Fifty Fathoms è stato concepito, non come un segnatempo, ma come uno strumento per le immersioni. All’epoca, negli Anni 50, non c’erano i computer subacquei. Inoltre la distribuzione del Fifty Fathoms non passava per i canali retail tradizionali di Blancpain ma solo per tramite di società specializzate nella produzione e nel noleggio di equipaggiamenti e attrezzature subacquee. Provo poi una grande ammirazione per la visione e la lungimiranza di Jean-Jacques Fiechter (ha guidato la manifattura dagli Anni 50 agli Anni 80 ndr). Tutte le intuizioni e le scelte introdotte da Fiechter si sono rivelate essenziali e sono andate incontro alle esigenze dei corpi speciali delle più importanti marine militari. C’è un aneddoto che riguarda la US Navy che, nel 1959, avviò un programma di test, durato diversi anni, su un’ampia gamma di orologi subacquei. Alla fine l’unico in grado di soddisfare tutti i requisiti fu il Fifty Fathoms. Senza contare infine che la NIHS-9211 (ISO 6425) ovvero la norma intro-dotta nel 1996 alla quale devono attenersi tutti gli orologi subacquei fissa un serie di parametri simili a quelli cui si atteneva 40 anni prima. 

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Marc A. Hayek, Antonin Guilbert, Jean-Louis Jacquelle∏Blancpain

A 70 anni dal lancio cosa rende il Fifty Fathoms un riferimento nell’orologeria subacquea?
Si può definire l’archetipo dell’orologio subacqueo. Le soluzioni adottate da questo segnatempo hanno rappresentato e tuttora rappresentano un riferimento per l’intera industria delle lancette. Il Fifty Fathoms ha aperto una nuova strada all’orologeria. 

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Il legame tra Blancpain e il mare va oltre la logica del prodotto. Quali sono le ragioni che hanno dato vita alla Blancpain Ocean Commitment? 

Era impensabile per me rilanciare la collezione Fifty Fathoms senza fare nulla per gli oceani. Anche perché questo orologio ha contribuito ad aprire la strada alle esplorazioni marine, ha permesso a tantissime persone di scoprire le meraviglie del mondo sommerso, ha allargato la platea di coloro i quali potevano praticare le immersioni. Ecco perché con BOC non facciamo altro che portare avanti una filosofia che in 70 anni di storia è rimasta la stessa. 

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Marc A. Hayek, Laurent Ballesta∏Vincent Truchet

Dal 2012 Blancpain è anche partner del World Ocean Summit. Gli oceani sono una priorità per la Maison?

Sì, la loro tutela e salvaguardia è un tema prioritario per noi. Abbiamo avuto e preso tanto dal nostro pianeta e ora è arrivato il momento di restituire qualcosa. Dobbiamo essere più responsabili e consapevoli di ciò che facciamo e dell’impatto che le nostre azioni hanno sull’ambiente soprattutto per i nostri figli e le generazioni future. La cultura, la tradizione, il patrimonio di conoscenze accumulato in tanti anni che, grazie al nostro lavoro continuiamo a preservare e a tramandare sono centrali nel settore dell’alta orologeria. Se vogliamo essere fedele ai nostri principi e valori dobbiamo tenere in grande considerazione i temi legati alla sostenibilità. Sono convinto che averne consapevolezza non è più sufficiente. Dobbiamo agire e ognuno deve fare la sua parte. 

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Che rapporto ha con il mare? 

Per quanto possa ricordarmi trascorrevo ogni primavera ed estate sulle coste del Mediterraneo. Da bambino ero un fan di Cousteau e ricordo che mi piaceva moltissimo fare snorkeling e apnea al punto che non ho aspettato i 12 anni per prendere lezioni di scuba diving. Certo il mare mi piace in tutte le sue declinazioni ma è tutto ciò che accade sotto la sua superficie che esercita una forte attrazione su di me. Ecco perché in oltre 20 anni trascorro il 90 per cento delle mie vacanza facendo immersioni. Sott’acqua entro in perfetta simbiosi con la natura, vivo un senso di pace e benessere difficile da descrivere. Per me un’ora d’immersione equivale a una settimana di vacanza. 

Matteo Zaccagnino

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