Varato nel giugno dello scorso anno e presentato in anteprima mondiale al Monaco Yacht Show 2024 il Custom Line 50 è l’ammiraglia della flotta dislocante del Cantiere con sede ad Ancona e che fa parte di Ferretti Group. E appunto il Dipartimento Strategico di Prodotto presieduto dall’ingegner Piero Ferrari assieme al Ferretti Group Superyacht Yard Department sono gli artefici della costruzione di questo superyacht di 49,90 metri di lunghezza per 9,60 metri di larghezza.

Il progetto del Custom Line 50 è firmato dall’architetto Filippo Salvetti per gli esterni e dallo Studio ACVP Architects Antonio Citterio Patricia Viel per l’architettura progettuale e gli interior. Un team di progettisti sperimentato visto che sono i medesimi da altri due Custom Line dislocanti: il Custom Line Navetta 30 e il 38. E appunto questa precedente esperienza dà lo spunto per la prima domanda a Patricia Viel.

Sulla base dei due precedenti Custom Line come si è sviluppato il percorso progettuale di Custom Line 50?
Lavorare con Custom Line è stata una esperienza sfidante: abbiamo lavorato creando dei segni forti “signature details” che garantissero affinità tra i diversi yacht, ma al tempo stesso anche su dettagli che ne declinassero l’unicità facendo emergere l’identità di ogni singolo progetto.

Esistono elementi in comune tra questi tre yacht?
Progettiamo interni che sono per una vita “a misura di mare”: le caratteristiche fisiche, ma anche gli aspetti percettivi e soggettivi giocano un ruolo chiave nel progetto navale. Il design classico e marino delle linee curve dei mobili, degli arredi customizzati, delle forme delle finestre e delle cornici delle porte interne, la morbidezza nei perimetri degli spazi, insieme con l’uso ricercato del legno in massello, tutti dettagli di altissima ebanisteria, rimandano alla tradizione nautica, reinterpretata in chiave contemporanea. Nello yacht design, il nostro approccio si basa su una grandissima attenzione al contesto, ovvero al mare e alla luce naturale, e lavoriamo per migliorare l’esperienza della navigazione. Quello che non cerchiamo di fare è progettare degli appartamenti di lusso che galleggiano: una nave è una soluzione abitativa in cui il contesto è il mare.

Il Custom Line 50 è il più grande progetto sul quale ha lavorato lo Studio?
Abbiamo lavorato su molti progetti di yacht design. In passato abbiamo firmato il progetto di interior design del superyacht 460Exp di Sanlorenzo che, nonostante lo spirito differente, si avvicina per dimensioni e GT al Custom Line 50.

Com’è nato il progetto e come si è sviluppata la collaborazione con Filippo Salvetti.
La Owner Suite dell’upper deck ha guidato i pesi del progetto, sia per quanto riguarda il progetto di interior design relativamente a layout e setup, ma ha anche rappresentato un punto di partenza per il progetto delle linee esterne di Filippo Salvetti. Dunque, fin dalla fase di concept, nell’operare scelte estetiche e compositive, è necessario tenere conto della conformazione dell’involucro, dei vincoli strutturali e degli aspetti impiantistici.

È stato importantissimo mantenere un rapporto stretto con il designer degli esterni, in modo da lavorare a quattro mani fin dai primi bozzetti su un progetto che fondesse insieme le forme esterne ed interne con la massima funzionalità degli spazi.

Qual è stato il briefing per l’interior design?
Così come per Custom Line Navetta 30 e Custom Line Navetta 38, la Custom Line 50 scafo prototipo numero uno è progettata seguendo la filosofia Custom Line: ogni nave è uno yacht su misura che riflette la personalità dell’armatore e il suo modo di vivere il mare, con una flessibilità di setup per creare una moltiplicazione degli spazi, e con una flessibilità di palette materiali e colori.

Il nostro progetto è pensato con diversi allestimenti dell’ambiente, lavorando sulla selezione di mobili e arredi freestanding, senza modificare l’involucro interno. La Custom Line 50 è stata progettata proprio cercando di trovare un equilibrio tra convivialità degli ambienti dedicati agli ospiti e privacy dell’armatore: la timoneria spostata al main deck permette di liberare il ponte upper deck creando uno spazio tutto dedicato all’armatore, con lounge, suite e terrazzo verso prua completamente riparato dagli sguardi degli ospiti sul ponte superiore.

Lo spostamento dell’armatoriale all’upper deck è la novità dello yacht. Com’è nata questa soluzione e come è nato il suo interior design?
La Owner Suite rappresenta una delle feature di questo progetto. Collocata all’upper deck, viene immaginata come un grande loft, dove il letto con la testata freestanding a mezza altezza sembra quasi “galleggiare” in modo molto morbido nello spazio. Nella owner suite, abbiamo voluto appositamente mantenere ed enfatizzare una visibilità prospettica non solo tra interno ed esterno, ma anche tra le sequenze di spazi interni in cui si sviluppa la suite. Per questo non ci sono paratie piene e opache che dividono il vestibolo, la zona degli armadi e la zona letto.

Tutta la zona di prua davanti al letto si apre con grandi vetrate a tutta altezza sulla vista circostante, sul mare e sulla luce, e soprattutto, più in concreto sulla terrazza privata, da apparire quasi più come uno spazio interno pur essendo un esterno. La terrazza privata è dunque separata dalla zona interna della cabina da una membrana curva in vetro a prua, con una parte centrale fissa e due uscite laterali, questo garantisce, oltre al panorama mozzafiato, anche una illuminazione naturale calda e morbida filtrata da tende decorative.

Altro elemento distintivo è l’interconnessione tra interni ed esterni. Come avete ottenuto questo risultato?
La caratteristica principale e ricorrente del progetto di interior riguarda le vetrate a tutta altezza che, combinate con le superfici lucide a specchio, utilizzate per mascherare le strutture e rivestire le porzioni opache dello scafo, creano degli ambienti con una estrema trasparenza e permeabilità con l’ambiente circostante, ovvero il mare.

Nella vostra presentazione scrivete che “Il design degli interni del Custom Line 50 è permeato da un senso di raffinatezza e sofisticatezza”… Come avete espresso queste due qualità?
Custom Line 50 è indirizzata ad un pubblico più “maturo”, con tanta navigazione alle spalle. Per questo, la paletta colori su superfici ampie diventa inevitabilmente più “neutra” e calma, che rievoca un look classico. La scelta si indirizza su materiali naturali raffinati senza aggiunta di colore, quali il legno di noce, la pietra calcarea delle tonalità neutre e chiare, la pelle naturale con cuciture tono su tono.

Oltre alla suite armatoriale quale altro ambiente costituisce un elemento di innovazione?
Il salone Main Deck è un altro ambiente straordinario, nella sua trasparenza. Il living è una luminosa scatola in vetro con gli angoli di poppa raggiati, morbidi e arrotondati, completamente trasparenti e smaterializzati.

Come sono stati scelti i materiali e quale ritenete più “particolare”?
Abbiamo selezionato una tavolozza molto neutra in termini di gamma di colori, lavorando con materiali naturali raffinati senza aggiunta di colore: abbiamo utilizzato ad esempio pelle naturale, legno di noce, pietra calcarea naturale. La scelta dei materiali è precisa anche in termini di sensorialità e percezione: abbiamo preferito selezionare colori neutri e delicati. Per esempio, la pietra d’Orcia, una pietra calcarea toscana dalle tonalità chiare e neutre, calde ed intense, contribuisce a creare una sensazione di pace a bordo, trasmettendo una sensazione di morbidezza grazie anche ad un touch molto sabbioso.

Anche la pelle naturale è un materiale da un touch molto caldo e morbido: la pelle piegata con intreccio a racchetta da tennis viene utilizzata per rivestire il corrimano delle scale degli ospiti per creare una sensazione più morbida salendo la scala interna. Il trattamento tridimensionale e scultoreo della superficie materica è una firma di questo progetto.

Gli arredi sono stati disegnati tutti custom? E quale il più rappresentativo del concept progettuale?
Gli arredi sono stati disegnati tutti custom, integrandosi perfettamente nel mood progettuale. Negli ambienti situati nella sovrastruttura, dunque nei saloni ai ponti superiori al main deck e all’upper deck, dove le ampie vetrate alleggeriscono le murate, per fare entrare più luce e mare possibile, i volumi pieni contenitivi diventano leggeri e freestanding.

Al contrario, negli ambienti situati all’interno dello scafo, dunque nelle cabine ospiti al lower deck e nella suite armatoriale a prua del main deck, molti degli elementi di arredo, dei volumi contenitivi e tecnici sono posizionati lungo la murata, integrandosi e fondendosi nel disegno dello scafo e lasciandone intravedere la sezione tipica trasversale proprio per fare sentire gli ospiti immersi nella pancia della nave, per farli sentire parte di questo viaggio nel mondo nautico.

Ultima domanda: qual è l’elemento o il dettaglio che, per così dire, è uscito direttamente dalla tua matita?
La Owner Suite!
Emilio Martinelli
