Nove mesi. È il tempo trascorso tra il 29 giugno 2017 quando, a Bermuda, Emirates Team New Zealand vince l’ottava regata e con il suo 7 a 1 su Oracle Team USA conquista per la terza volta l’America’s Cup, e il 29 marzo 2018. Quel giorno il Royal New Zealand Yacht Squadron, il club del defender Kiwi, e il Circolo della Vela Sicilia, per la seconda volta club che lancia la sfida per il team Luna Rossa divenuto challenge of record, pubblicano la Class Rule dell’AC75. È il monoscafo-foil che correrà la 36a America’s Cup.
Ed è il ritorno, anche se con un’imbarcazione molto speciale, a un monoscafo che nelle intenzioni dei due team deve, come si legge nell’introduzione alla AC75 Class Rule: indirizzare lo sviluppo della vela verso tecnologie innovative. Ma la AC75 Class Rule con le sue innovazioni tecniche, oltre a interpretare in quello che è il massimo palcoscenico della vela il nuovo modo di navigare che viene dai foil, porta altre novità nell’impostazione stessa della sfida per la Vecchia Brocca.
A cominciare dall’introduzione di componenti one-design realizzati per tutti i team da un unico fornitore individuato da defender e challenger of record. Una scelta che ha riguardato in particolare gli arm dei foil e il relativo sistema di movimentazione che abbina elettronica e idraulica. Una soluzione che, se non ha attratto come sperato molti team, ha però risolto il problema economico dei costi (compresi i possibili fallimenti) che ciascun team avrebbe dovuto sostenere in termini di ricerca e sviluppo per costruire in proprio il complesso di elementi che distinguono l’AC75. A questi one-design “forniti” e costruiti per tutti da un’unica azienda si aggiungono elementi one-design che possono essere costruiti dal singolo team secondo particolari specifiche.
E infine ci sono elementi sottoposti a regolamentazioni molto stringenti (box rules) ma dove i singoli team possono sviluppare la loro personale interpretazione. A questi tre “livelli” l’AC75 Class Rule aggiunge anche alcune restrizioni relative non solo alle qualità e alle caratteristiche fisiche e meccaniche che devono avere i materiali utilizzabili nelle varie costruzioni, ma anche, ed è questo un aspetto da sottolineare, alla loro possibilità di riciclo. Per esempio, almeno il 10 per cento della fibra di carbonio usata per rinforzare lo stampo della barca deve provenire da fonti riciclate. Altre restrizioni interessano poi aspetti come la ricerca, vietando i test in vasca navale o nella galleria del vento, o il numero degli elementi che è possibile costruire. Come i soli due scafi con la possibilità di modificarne uno e per il massimo del 25 per cento oppure il numero di vele, alberi, timoni e foil.
Un insieme di regole che hanno spinto il gruppo di progettazione dei vari team ai massimi livelli per arrivare a costruire un’imbarcazione che gli 11 uomini dell’equipaggio dovranno portare in regata per disputare, come recita l’AC75 Class Rule: “match race e competizioni ravvicinate… per mantenere l’America’s Cup come principale evento velico al mondo”. Tutto questo senza comunque dimenticare i Vip. L’AC75 Class Rule prevede infatti la possibilità di un guest a bordo durante le regate. Non potrà pesare più di 100 kg, dovrà stare fermo a poppa e, se il direttore di regata lo riterrà opportuno, per ragioni di sicurezza, potrebbe richiedere che l’ospite sia assicurato alla barca.