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Dan Lenard ce l’ha fatta!

Dan Lenard ce l’ha fatta! Abbronzato, un po’ dimagrito e con un outfit immacolato composto da jeans e t-shirt bianchi, ha attraccato oggi (3 marzo) al Pier 66 Resort e Marina di Fort Lauderdale nel primo pomeriggio.

Dan Leard Lauderdale

Dan, che insieme a Carlo Nuvolari è il fondatore dello studio di yacht design Nuvolari Lenard, ha navigato per oltre un mese, lungo le 4000 miglia che separano Cadice, in Spagna, da Fort Lauderdale, in Florida per dimostrare a se stesso e al mondo che esiste un modo non impattante per godersi il mare e la navigazione.

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Un’impresa recente per coronare un sogno lontano che Dan aveva fin da quando, in gioventù, girovagava in Adriatico su Laser e Flying junior. Un’idea, quella della traversata atlantica in solitario, che oggi si è però arricchita di nuovi significati.

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Dan, infatti, non era né a caccia di record né a caccia di visibilità. Anzi, è partito in sordina, senza grandi battage pubblicitari per promuovere la bellezza di navigare “eco”, senza motore, senza strumenti elettronici e timone automatico.

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Solo un transponder per segnalare la sua posizione e, nel passaggio tra le isole caraibiche, un minimo di cartografia elettronica per sicurezza. Un modo intrigante di richiamare l’attenzione sulla necessità di un’azione immediata e concreta per la salvaguardia del mare.

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Anche la barca sui cui Dan ha mollato gli ormeggi non era il mostro tecnologico che tutti si aspettavano da un designer di fama mondiale come lui, anzi.

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Scia, questo il nome con cui è stata battezzato lo yacht, è un 33 piedi (10 metri) costruito assemblando pezzi recuperati da vecchi scafi in disuso.

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Prima della partenza l’aveva descritta così “è un patchwork di pezzi di imbarcazioni precedenti, la più ‘nuova’ ha otto anni.Abbiamo riciclato parti di barche in diversi stati di costruzione, abbiamo accoppiato scafo e coperta di imbarcazioni diverse vecchie di 10 anni, l’albero è di un Bavaria Match 35, il timone è di un’altra barca. Per crearla, abbiamo utilizzato 100 chili di resina per i vari accoppiamenti. Poi con il nostro lavoro di designer abbiamo pensato a darle una forma esteticamente accettabile”. E aveva scherzato: “Ci è costata di meno di un Figaro!”.

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La sua navigazione era iniziata a Cadice il 20 gennaio scorso. Una scelta non casuale quella della cittadina spagnola. Cadice è infatti un luogo di particolare importanza per chi naviga in Atlantico. Era  frequentato dai Fenici e dai Romani nella loro rotta verso la Britannia, ed è stato il porto di partenza di Cristoforo Colombo nella sua seconda e quarta navigazione verso il “Mundus Novus” come lo chiamò con successo Amerigo Vespucci.

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E proprio la rotta della seconda navigazione di Colombo è quella scelta da Dan per la sua traversata atlantica. Una traversata che lo ha portato a stare al timone anche per dieci o dodici ore al giorno. L’idea era infatti quella di raggiungere Miami in occasione del Salone Nautico, ma la mancanza di vento lo ha costretto a rivedere i suoi piani e anche qualcuna delle sue certezze: “timonare e capire come potevo gestire la barca nei cambi di vele mi ha consentito una grande coscienza di quello che facevo e di avere la certezza che il mio destino fosse nelle mie mani”.

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Ad aspettarlo a Fort Lauderdale c’era il sindaco Dean Trantalis che gli ha consegnato le chiavi della città, la comunità degli yachtsmen locali che gli ha dedicato una serata e un foltissimo gruppo di fans. Perché mentre lui navigava senza strumenti, la sua impresa furoreggiava su social diventando virale.

 

 

 

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