Glorioso. Non c’è modo migliore per descrivere questo viaggio nel mondo delle mani. E una parola riassume meglio di ogni altra una storia di successo: Doxa. Dal greco, significa “gloria” e, non a caso, è anche il nome che Georges Ducommun, all’età di 21 anni, scelse per fondare “Georges Ducommun, Fabriques des montres Doxa”. In oltre 130 anni di attività, l’azienda, che oggi ha sede a Bienne, ha ottenuto numerosi riconoscimenti, a partire dalla medaglia d’oro all’Esposizione Universale di Milano del 1906. Questa storia di successo culmina con l’incontro con Jacques Yves Cousteau che, a metà degli anni Sessanta, lega indissolubilmente la Maison al mare, decretando un successo che, come ci racconta il CEO Jan Edöcs nell’intervista che segue, continua ancora oggi, con la nuova collezione SUB 300 carbon COSC.
La storia di Doxa inizia nel 1889, ma è solo nel 1967, con l’introduzione del SUB, che si impone all’attenzione del grande pubblico. Quali furono le ragioni che spinsero l’azienda a optare per un orologio subacqueo e perché fu una scelta vincente? Per capire le ragioni, dobbiamo dare uno sguardo al passato. Fondata nel 1889 a Le Locle con il nome di “Georges Ducommun, Fabriques des Montres Doxa”, l’azienda si è subito distinta non solo per la produzione di orologi da tasca ma anche per la qualità dei suoi movimenti, come il calibro Doxa 8 giorni che alimentava gli orologi installati sui cruscotti delle auto da corsa Bugatti. Nel 1906, l’azienda riceve una medaglia d’oro all’Esposizione Universale di Milano. Nel 1915, l’azienda impiegava già centinaia di maestri orologiai, ingegneri e designer.
Nel 1925, Georges Ducommun viene eletto vicepresidente del Gruppo Internazionale di Orologeria e presidente dell’Associazione Svizzera di Orologeria. Alla sua morte gli successe Jacques Nardin, nipote di Ulysse Nardin, un altro leggendario orologiaio di Le Locle. Nel 1964, Doxa ha ricevuto il primo premio all’Esposizione Nazionale Svizzera di Losanna. Nello stesso anno, il responsabile dello sviluppo prodotti Urs Eschle notò un crescente interesse per il sesto continente. Si rese anche conto che gli orologi subacquei non solo erano molto costosi, ma erano progettati solo per scopi professionali o militari. Decise quindi di costituire un team di sommozzatori professionisti, tra cui Claude Wesly, che aveva partecipato a diverse missioni con Jacques Cousteau. L’obiettivo era quello di produrre un orologio di alta qualità ma accessibile a un pubblico più ampio.
Quali sono state le innovazioni più importanti introdotte da quel modello dal punto di vista tecnico?
Nello sviluppo del Doxa SUB non è stato trascurato nulla. Ogni singolo aspetto è stato esaminato a fondo fino a trovare la soluzione migliore. Questo lavoro di ricerca è culminato in una serie di scelte innovative, come il colore arancione del quadrante per renderlo più leggibile anche in condizioni di scarsa visibilità, o la lancetta dei minuti più grande e più facile da leggere, perché durante un’immersione il tempo si misura in minuti e non in ore; infine, la cassa è stata realizzata in un unico pezzo di acciaio per garantire l’assoluta impermeabilità. Ma la novità più importante è la lunetta, che per la prima volta riporta la tabella dei tempi limite di immersione senza decompressione della Marina statunitense, diventata uno standard di riferimento. Frutto di un brevetto, e ancora oggi caratteristica distintiva, questa soluzione presenta due scale per il monitoraggio dei tempi di immersione, contrassegnate dall’arancione per l’anello esterno “profondità” e dal nero per l’anello interno “minuti”.
Tra i sostenitori del SUB c’era anche il comandante Cousteau. Il legame con l’esploratore francese è stato fondamentale per il suo successo?
Assolutamente! Jacques-Yves Coustealized il concetto di DOXA SUB così tanto che ha negoziato una distribuzione esclusiva per la sua azienda statunitense, US Diver. Gli orologi subacquei DOXA venduti al dettaglio da US Divers nelle Americhe presentavano sul quadrante il logo Aqua Lung, caratterizzato dal design della bombola SCUBA a due tubi che Cousteau e il collega francese Émile Gagnan avevano brevettato nel 1942. A partire dal 1968, il quadrante arancione diventa un segno di riconoscimento al polso dei subacquei che si sono lanciati dalla “Calypso” per accompagnare milioni di telespettatori nelle leggendarie missioni settimanali alla scoperta de “Il mondo sottomarino di Jacques Cousteau”.
Il mare rappresenta per Doxa una fonte di ispirazione e un prezioso laboratorio di ricerca per nuove soluzioni?
È una questione di mentalità. Il nostro attaccamento al mare è profondo. Non si tratta di seguire una tendenza o di cogliere un’opportunità. Siamo un’orologeria indipendente e non siamo obbligati a seguire le tendenze del mercato. I nostri clienti utilizzano gli orologi per le immersioni e il loro feedback è importante per migliorare continuamente. Sono il nostro banco di prova.
Qual è la novità più importante dell’anno per Doxa?
L’uso del carbonio per la nuova collezione Doxa SUB 300 carbon COSC. Questa famiglia di orologi si basa sul successo del Sub 300 Aqua Lung US Divers del 2020, un’edizione limitata a soli 300 esemplari. Il SUB 300 carbon COSC è disponibile in sei colori – Orange Professional, Silver Searambler, Black Sharkhunter, Navy Caribbean, Yellow Divingstar e Turquoise Aquamarine – e in dieci versioni.
Quale modello di Doxa vi piace di più indossare?
Mi piace indossare il SUB 300T. L’abbiamo lanciato nel 2019. Si tratta di una reinterpretazione del famoso DOXA SUB 300T Conquistador del 1969. Ma sono anche molto orgoglioso di indossare il SUB 300 carbon COSC che abbiamo lanciato quest’anno. Questo orologio rappresenta per me la visione del futuro di DOXA.