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E de Nora disse: “Poi sicuramente Napoli”.

Poi sicuramente Napoli. Bisogna puntare su grandi città che però abbiamo anche un patrimonio di storia e possano ospitare tutta la gente dei team”. Questo ci disse Matteo de Nora, Team Principal di  Emirates Team New Zealand, in un’intervista (la prima e unica rilasciata dopo aver difeso con successo l’America’s Cup contro il team britannico di Sir Ben Ainslie nelle regate di Barcellona 2024) pubblicata sul numero 40 di Top Yacht Design.

Premiazione Matteo De Nora

Nell’intervista, parlando delle possibili sedi della prossima America’s Cup, de Nora, che stava per cominciare una ricognizione per l’Europa, aveva fatto il nome anche di altre città, Atene, Istanbul, in Italia Trieste (“Perché vuol dire anche un po’ Venezia”) ma quel “sicuramente”, alla luce dell’annuncio che la 38a America’s Cup si correrà a Napoli, sembra dire che già alla fine dello scorso anno, almeno per Matteo de Nora (padre italiano, madre svizzera, passaporto canadese, residenza a Montecarlo e studi alla Bocconi di Milano) una preferenza era ben chiara. 

De Nora
10 ottobre 2024. Puig Women’s America’s Cup, qualificazioni – Gruppo A. Luna Rossa Prada Pirelli Women’s Team, Alinghi Red Bull Racing Women’s Team, NYYC American Magic Women’s Team

“C’è una parte emotiva, che non nego” ha dichiarato Matteo de Nora commentando la notizia dell’assegnazione. Una assegnazione che in qualche modo era forse celata tra le righe mesi fa. E allora andiamo a rileggere quello che ci aveva raccontato il Team Principal di Emirates Team New Zealand, che come ha detto Grant Dalton: “Entra nella tana del leone Luna Rossa”.

De Nora
18 ottobre 2024. Louis Vuitton 37a America’s Cup, Giorno di gara 5. EMIRATES TEAM NEW ZEALAND

“Questa di Barcellona. Ero più consapevole, più sereno.” Matteo de Nora, team principal di Emirates Team New Zealand risponde così chiedendogli quale delle tre America’s Cup vinte sia stata per lui la più bella. Matteo de Nora, padre italiano, madre svizzera, laurea alla Bocconi di Milano, e studi negli USA, imprenditore, armatore del 44 metri Imagine, filantropo (e insignito del New Zealand Order of Merit) sostiene i Kiwi dal 2003 e dalla sconfitta alla 31a America’s Cup da parte di Ernesto Bertarelli e il suo Alinghi col “traditore” Russell Coutts. De Nora organizza un gruppo di sostenitori e va in soccorso di Grant Dalton. Comincia così la sua avventura con Team New Zealand e la rivincita dei Kiwi che, dopo gli stop di Valencia 2007 e San Francisco 2013, vincono tre volte di seguito: Bermuda 2017, Auckland 2021, Barcellona 2024. 

De Nora
12/03/21 – Auckland (NZL) 36a America’s Cup presentata da Prada America’s Cup Match – Race Day 2 Emirates Team New Zealand

“Per la prima, dopo due sconfitte, è stato un sollievo. Ti dici: bene, ho fatto quello che mi era stato chiesto. La seconda, prendi coscienza che, partendo da zero, hai costruito qualcosa. La terza sei più sereno: sai che non puoi vincere sempre e diventa più importante lasciare un segno. Così sono nati l’utilizzo dell’idrogeno e gli eventi  dei giovani, delle donne che sono il più bel ricordo di questa Coppa. Perché sono necessari al suo futuro. Non si può più improvvisare”.

A proposito di donne, quando protagoniste della Coppa?

“Dipende anche in che ruolo. Ma prima facciamo crescere dei team di donne. Sono contrario a un ingresso immediato. Comunque più avanti succederà”. 

De Nora
17/03/21 – Auckland (NZL) 36a America’s Cup presentata da Prada Partita di Coppa America – Premiazione Emirates Team New Zealand, Trofeo America’s Cup, Premiazione

E la regola della nazionalità non rischia di limitare l’ingresso di nuovi team?

“Una premessa. C’è chi dice: sarebbe bello vedere dieci team. Dimentica che, anche se trovi gli sponsor e costruisci un bel progetto, mancano gli uomini. Oggi servono professionisti con anni di esperienza. Così è nata l’idea delle Coppe di giovani e donne. Quanto alla regola della nazionalità, che in pratica è quella per le Olimpiadi, la Svizzera è riuscita a costruire un team di svizzeri. Ci sono vantaggi e svantaggi, ma i vantaggi sono importanti: avvicina il grande pubblico. Questa è la barca del mio Paese. E a chi vuole entrare chiede di far crescere i suoi campioni. E poi, tutti parlano di ridurre i costi ma il 50% del budget di un team è per le persone, e un liberi-tutti porterebbe a una corsa agli ingaggi che farebbero saltare ogni previsione di spesa”.

De Nora
19 ottobre 2024. Louis Vuitton 37a America’s Cup, .

Ci saranno ancora i cyclor? 

“Ah bé…questo ovviamente lo decideranno insieme defender e challenger of record. Però i cyclor, come dire, hanno qualcosa di non naturale e non è che mi piaccia vederli. Però il principio della Coppa è sempre stato “solo energia umana, nessuna energia immagazzinata” e se togli i cyclor devi mettere otto grinder per produrre la stessa quantità di energia”. 

Quindi?

“Quindi, o cambi il concetto di fondo della Coppa o devi fare altre considerazioni. Perché otto grinder a bordo non ha senso e perché indietro non si torna. A me i foil piacciono perché l’idea di sollevare la barca dall’acqua e usare meno energia sta interessando le barche a motore e pure le navi. E va dato atto a Grant Dalton di aver fatto conoscere un sistema che si sta diffondendo sul mare”.

De Nora
19 ottobre 2024. Louis Vuitton 37a America’s Cup, Giorno di regata 6, Regata 9. EMIRATES TEAM NEW ZEALAND, vincitori dell’America’s Cup.

Torniamo a Barcellona 2024. La location ha funzionato?

“Al 90% sì, a parte piccoli problemi. Comunque per la Coppa sono arrivati 3,2 milioni di persone. Direi bene. Bene anche per la TV sulla quale abbiamo investito molto. E poi direi che sono state belle regate nelle quali, come sempre, non potevi sbagliare. Qui ancora di più perché l’asticella tecnica si è alzata di molto. E continua a salire”.

De Nora
19 ottobre 2024. Louis Vuitton 37a America’s Cup, Giorno di regata 6. EMIRATES TEAM NEW ZEALAND, vincitori della Louis Vuitton 37a America’s Cup

Quindi le critiche che la Coppa in una grande città turistica, non avrebbe funzionato si sono rivelate sbagliate?

“Con un evento come la Coppa devi andare in una grande città. A Barcellona il periodo di maggior presenza turistica va da giugno al 15 di agosto. Con la città abbiamo scelto un periodo di calo cominciando il 21 agosto. Per l’amministrazione della città i maggiori introiti derivano dalle imposte legate al turismo: inutile cercare di riempire alberghi già pieni. E per dare l’idea di cosa significa la Coppa, i team hanno affittato tra gli 800 e i 1000 appartamenti”.

De Nora

Per la Coppa numero 38 si parla anche di un ritorno a Valencia…

“Anche, ma con la tragedia dell’alluvione non è tempo di sedersi a un tavolo. Comunque la città che, alle giuste condizioni, ospita la Coppa fa un investimento. La Coppa non è una vetrina. È un investimento e il risultato dipende da come lo segui. Non è una tappa di Formula 1 o di MotoGP che si risolve in una settimana. L’America’s Cup ha la durata anche di un anno e mezzo”.

De Nora
16/05/2017 – Emirates Team New Zealand in navigazione sul Great Sound delle Bermuda si esercita a regatare in vista della 35a America’s Cup.

Avendo fatto due giri del mondo con il suoi Imagine ne avrà visti di bei posti. Dove andare con la prossima Coppa?

“Ci sono molti posti che mi piacciono, ma così, senza aver controllato se esistono le infrastrutture necessarie. Per esempio, Atene, Istanbul. In Italia Trieste mi è sempre piaciuta perché vuol dire anche un po’ Venezia. Poi sicuramente Napoli. Bisogna puntare su grandi città che però abbiano anche un patrimonio di storia e possano ospitare tutta la gente dei team”. 

Veniamo a The Match. Quando Ineos Britannia si è portato sul 2 a 4, c’è chi ha parlato di una furbesca scelta tattica per prolungare lo spettacolo..

No! Abbiamo fatto due errori. Il primo quando ci hanno costretti a virare stretto e siamo caduti. Era da penalità? Forse. Comunque gli inglesi sono stati bravi. Il secondo, ma lo sapevamo già di perdere, abbiamo dovuto correre con vele sbagliate. Comunque Ben Ainslie è stato di una bravura straordinaria. Man mano che prende in mano una barca riesce a spremerla al massimo. Ma eravamo tranquilli. Noi dovevamo vincerne tre, lui doveva vincerne ancora cinque… E la nostra barca era al top”.

De Nora

Alla viglia aveva dato per favoriti American Magic e Luna Rossa. Poi sono arrivati gli inglesi…

“Che con Ben Ainslie hanno migliorato costantemente. Gli americani hanno perso subito Paul Goodison. Come se noi avessimo perso Peter Burling e Ineos Ben Ainslie. E Luna Rossa, che contro gli americani, in certe condizioni, ha rischiato di perdere, credo fosse sotto le sue possibilità in molti reparti”.

A Barcellona dove ha seguito le regate?

“Sul grande televisore nella mensa della base assieme a tutti quelli del team che non erano in mare e quindi con tutti quelli che sapevano punti forti e punti deboli della nostra barca. Per questo ero tranquillo”.

De Nora
19/03/21 – Auckland (NZL) 36a America’s Cup presentata da Prada America’s Cup Match – Dockside Matteo De Nora (Team Principal – Emirates Team New Zealand), Trofeo America’s Cup

Mai salito sull’AC75?

“Certo! Due volte. Mi son messo dietro un trimmer. In navigazione nessun problema, anche se pensi che a quelle velocità se c’è un incidente… Ė quando si vira che senti la forza G, l’accelerazione. Ma sul dritto l’unica cosa che senti è che, come dire, tremicchia. E poi c’è il rumore, più che le sollecitazioni fisiche”.

De Nora
26/06/17 35a America’s Cup Match presentato da Louis Vuitton. Emirates Team New Zealand contro Oracle Team USA gare 9 e 10 Matteo de Nora, Bob Field Copyright: Richard Hodder / Emirates Team New Zealand

Da ex pilota di motonautica offshore, sensazioni più o meno adrenaliniche?

“Beh, con queste barche si va più veloce che noi negli Anni 80. Allora senza GPS, uno diceva 130 all’ora ma erano molti meno. Qui vai davvero forte. Però non pigli quelle botte violente sulle onde e non c’è quel rumore infernale. E poi c’era la fragilità delle barche. Era tutto molto pericoloso. Io sono arrivato quando l’offshore da sport per gentleman driver stava passando a sport solo per professionisti. Se non lo eri rischiavi di farti male”.

De Nora
12/03/21 – Auckland (NZL) 36a America’s Cup presentata da Prada America’s Cup Match – Race Day 2 Emirates Team New Zealand

Sarà team principal anche per la prossima Coppa?

“Vediamo. Intanto il capo supremo, ed è giusto che sia così, è Grant Dalton. Io faccio l’assistente. Ora c’è una grande responsabilità e ci sono molte decisioni da prendere. Lo farà Grant che però è uno che ascolta gli altri”.

Comunque sarà sempre con Team New Zealand?

“Certo che non lascio ora con tutto da impostare. E poi vorrei fare il record del mondo di velocità a vela. E serve un team. Quindi New Zealand. Dopo il record del 2022 su terra del nostro Glenn Ashby (222.4 km/h, ndr) puntiamo a quello sull’acqua con una barca-barca. Un progetto al quale stiamo lavorando”.

Ultima domanda. Cos’ha di particolare, di speciale per lei la Nuova Zelanda?

“A parte la natura, la gente. Ti rapporti senza filtri, senza scale gerarchiche. Un approccio particolare. Non so se sia il migliore, ma è salutare. Una medicina da prendere un paio di mesi all’anno. Torni coi piedi per terra”.  

Emilio Martinelli

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