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Ecco la Ferrari Hypersail!

Ecco come sarà il 100′ Ferrari Hypersail.

“Hypersail è una nuova sfida che ci porta oltre i nostri confini e allarga i nostri orizzonti tecnologici. Portare la Ferrari dalla terra al mare e al cielo è qualcosa di straordinario. È un progetto che sta diventando realtà, è un sogno che sta per realizzarsi. Questo è ciò che la Ferrari sa fare meglio quando ci sono cose impossibili, quando la passione si unisce alla competenza, quando lavoriamo tutti insieme e non come individui, ma come collettivo”. John Elkann, presidente della Ferrari, ha aperto la presentazione dell’ultima avventura del Cavallino Rampante con queste parole.

La presentatrice Francesca Piantanida con John Elkann e Giovanni Soldini. Foto Nicola Xella.

Innovazione, prestazioni ed efficienza

La nuova avventura della Ferrari non è sulla terraferma ma è un’avventura che avrà come campo d’azione il mare, o meglio gli oceani. Il progetto Ferrari nella vela è stato recentemente presentato al Centro Stile Ferrari di Maranello: Ferrari Hypersail. Sarà un monoscafo dotato di foil ed è attualmente in costruzione in un cantiere italiano che non è stato reso pubblico per motivi di riservatezza ma che voci insistenti danno nel polo nautico toscano.

Le appendici sommerse della Ferrari Hypersail.

Giovanni Soldini Team Principal

Il progetto Ferrari Hypersail (che nel nome e nel colore che compare nel logo, “giallo Modena”, rende omaggio alle Hypercar della Casa di Maranello, protagoniste del mondo delle gare di durata) vede nel ruolo di Team Principal Giovanni Soldini, che John Elkann ha definito ancora una volta come: “Un pilastro fondamentale di questo progetto sia per la sua esperienza di velista che per la sua impareggiabile esperienza nello sviluppo e nella costruzione di barche”.

Giovanni Soldini con Francesca Piantanida. Foto © Nicola Xella.

Qualcosa di mai visto prima

“Insieme”, ha spiegato Giovanni Soldini, riferendosi a John Elkann, “abbiamo fatto 3 o 4 regate transoceaniche. Abbiamo anche fatto la TransPac e quindi molte avventure. Ma qui stiamo in qualche modo intraprendendo un nuovo percorso che riguarda il futuro e che è molto diverso da quello che è stato fatto in precedenza. Perché nasce da un tavolo vuoto e quindi siamo stati in grado di immaginare qualcosa che non è mai stato fatto e che percorrerà strade completamente nuove per tutti. E lo facciamo mettendo insieme il meglio che si possa trovare, il massimo delle competenze che possiamo mettere insieme. Quindi da una parte Ferrari con tutta la sua voglia di innovare, la sua competenza, la sua abilità e uno studio di design molto grande e un gruppo di designer con cui abbiamo creato un team che sta percorrendo una nuova strada.”

Le misure principali dell’Ipersail Ferrari.

Progetto di Guillaume Verdier

Il nuovo monoscafo, lungo 30 metri, largo 20 metri e dotato di un albero di 40 metri (le sartie sono dotate di due stabilizzatori), è progettato dal team del francese Guillaume Verdier, già progettista di Emirates Team New Zealand, vincitore dell’America’s Cup, ed è dotato di un piano di appendici molto complesso che comprende due foil laterali a T dotati di flap e un timone a T con appendici mobili (elevatore): due elementi già presenti sugli AC75 delle ultime due edizioni della Coppa America. La novità è rappresentata da una chiglia inclinata profonda 9,5 metri, anch’essa dotata di appendici mobili.

Da sinistra Marco Ribigini, John Elkann, Giovanni Soldini e Matteo Lanzavecchia. Foto © Nicola Xella.

Innovazione aperta e trasferimento tecnologico

Ferrari Hypersail è nata all’insegna dell’Open Innovation e i due ingegneri Ferrari coinvolti nel progetto (sono 20 i tecnici Ferrari che lavorano a Hypersail), gli ingegneri Matteo Lanzavecchia e Marco Ribigini, hanno illustrato come la ricerca nel campo dei sistemi aerodinamici, dell’efficienza energetica, della gestione della potenza e dei carichi sia stata trasferita dalle auto sportive dell’azienda alla nuova imbarcazione per garantire prestazioni e sicurezza. Un’imbarcazione che, pur essendo simile a quelle che partecipano alla Coppa America, a differenza di queste non dovrà affrontare il mare su una rotta vicina alla terraferma e in regate che si svolgono solo in determinate condizioni di vento, ma dovrà affrontare gli oceani e tutto ciò che il mare riserva a chi vi naviga. Anche le condizioni che si affrontano in una regata intorno al mondo. Perché è anche di questo che parlano i programmi Ferrari Hypersail.

Il ponte (rovesciato) della Ferrari Hypersail.

Autonomia energetica

E per affrontare un giro del mondo, la questione dell’autonomia energetica è fondamentale, dato che a bordo della Ferrari Hypersail non c’è nessun motore endotermico, nessun generatore diesel. Tutta l’energia necessaria per la navigazione, da quella per la gestione e la manovra delle appendici sommerse, a quella per i computer e gli strumenti di bordo sarà energia proveniente da fonti rinnovabili. Quindi pannelli solari, idrogeneratori e sistemi eolici. Una scelta che richiederà comunque l’intervento dell’equipaggio (Soldini ha ipotizzato un equipaggio di 8-12 persone una volta verificata la quantità di energia disponibile e anche quella effettivamente necessaria per le varie navigazioni) per integrare una produzione energetica assolutamente “pulita”.

Lo scafo in costruzione della Ferrari Hypersail.

“Stiamo davvero intraprendendo una nuova strada!”.

“Non posso che essere super onorato di aver partecipato a questa vera e propria missione spaziale” ha concluso Giovani Soldini. “Soprattutto di lavorare anche con Matteo (Lanzavecchia, ndr) e Marco (Ribigini, ndr) e tutti gli altri che ogni giorno ci insegnano tante cose e senza i quali sarebbe stato semplicemente impossibile anche solo immaginare una cosa del genere. Perché stiamo davvero intraprendendo una nuova strada e questo è ciò che mi entusiasma di più”. L’appuntamento è quindi per il 2026 per il varo e poi, è già previsto, un lungo periodo di test e prove affinché Giovanni Soldini possa poi lanciare la Ferrari Hypersail in tutti i mari del mondo.
Emilio Martinelli

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