Coniare un nuovo stile. Concepire un design che abbia carattere, un’impronta ben riconoscibile e che sia soprattutto una voce fuori dal coro. Al tempo stesso assecondare le richieste di un cliente che arriva con il desiderio di avere qualcosa di esclusivo. A livello teorico potrebbe sembrare tutto semplice, ma in realtà il lavoro si complica nel momento in cui il concetto deve prendere forma su un foglio di carta.
Ecco perché osservando i progetti dell’Aston 50M e 66M è possibile cogliere il grande lavoro di ricerca compiuto da Enrico Gobbi di Team For Design nel concepire linee esterne che, se da un lato evidenziano un profilo slanciato, tipico degli scafi sportivi, dall’altro mantengono una grande armonia e un perfetto equilibrio come proporzioni e volumi.
«Tutto ha avuto inizio con il progetto dell’Aston 66M» racconta Gobbi «Abbiamo dato vita a questo concept forti della convinzione che a nostro avviso, dopo alcuni anni di silenzio, sta tornando un interesse verso questa tipologia di maxi yacht».
Un’intuizione che si è rivelata vincente al punto da intercettare l’attenzione di un cliente che ha affidato a Team For Design il compito di realizzare un progetto per un 50 metri che portasse in dote i contenuti stilistici e di design dell’Aston 66M.
Lo scafo è attualmente in costruzione presso Rossinavi e sarà completato nella primavera del 2018. «Di solito il limite di questa tipologia di barca, che per comodità definiamo maxi open, risiede nel fatto che a parità di lunghezza offre meno spazi e volumi rispetto ai motoryacht tradizionali dislocanti», commenta Gobbi, che aggiunge «Ecco perché l’aspetto più stimolante a livello progettuale non è stato solo quello di tracciare linee dalla chiara impronta sportiva, ma anche quello di garantire un’abitabilità interna ed esterna senza compromessi».
Un risultato che in quest’ultimo caso si evidenzia per esempio nella presenza di un vero e proprio fly. Per quanto riguarda gli ambienti interni, è da segnalare invece la scelta adottata per la cabina armatoriale che, posta nella sezione prodiera, sfrutta al meglio, grazie alla soluzione wide body, tutta la larghezza dello scafo. Non solo. Senza dover ricorrere a terrazze abbattibili il contatto con l’esterno è garantito sul lato di sinistra da una grande finestratura a sbalzo sullo scafo mentre sul lato di dritta è previsto un vero e proprio balconcino aperto.
Proprio il ruolo delle finestre gioca un ruolo centrale nel dare respiro e profondità a tutti gli ambienti. Un concetto che si ritrova anche in corrispondenza del grande living che si estende per gran parte del ponte principale ed è caratterizzato dalla presenza di ampie superfici vetrate concepite a tutta altezza.
Superfici vetrate che se dall’interno garantiscono quel continuo contatto visivo con l’ambiente esterno, dall’esterno conferiscono ulteriore slancio al profilo o alla calandra per usare un termine automobilistico. Sì perché a iniziare dal nome, i richiami al mondo automotive non mancano. «Il cofano lungo, la cellula superiore collocata verso poppa, all’interno della quale si trova anche la plancia di comando, conferiscono alla linea quell’impronta che riporta alla memoria il disegno delle celebri coupé concepite in passato da Aston Martin» prosegue Gobbi. Riferimenti stilistici che a un’attenta lettura emergono anche dal taglio delle finestrature in corrispondenza della cabina armatoriale che attinge liberamente al disegno dei gruppi ottici posteriori presenti su alcune fuoriserie della casa automobilistica inglese.
L’Aston 50M ha dunque tutte le carte in regola per poter essere definita una vera e propria coupé del mare. A iniziare dalla scelta di ricorrere all’alluminio, materiale le cui qualità sono da sempre apprezzate nel mondo automotive e che nel caso dell’Aston 50M è stato impiegato per realizzare sia lo scafo sia la sovrastruttura; per proseguire con le prestazioni.
Con un dislocamento al di sotto delle 500 tonnellate di stazza lorda, questo 50 metri è accreditato sulla carta di una velocità di massima di 27 nodi e una di crociera di 23 nodi garantita dalla potenza sviluppata da tre motori MTU 16V2000 M96L che agiscono su tre idrogetti Rolls Royce Ka.Me.Wa.