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Fiart P54, anteprima mondiale al Salone di Genova

Il Fiart P54 sarà la più grande anteprima mondiale del Salone di Genova. Si tratta di un progetto che ha grandi premesse, basta leggere i nomi dei protagonisti per toccare con mano le ambizioni e soprattutto la visione d’intenti. Da una parte c’è Fiart Mare cantiere la cui storia in oltre 60 anni di attività è sempre stata contraddistinta dalla volontà di innovare.  (Qui tutti i nostri post su Fiart)

Fiart P54

Basti pensare a Conchita. Presentata nel 1960 fu la prima imbarcazione, a livello europeo, a utilizzare la vetroresina come materiale di costruzione. Dall’altra c’è Stefano Pastrovich che è riuscito nel tempo a coniugare una forte matrice innovativa grazie soprattutto alle esperienze di lavoro nel settore dei mega-yacht maturate al fianco di due figure straordinarie del design quali Martin Francis e Luca Bassani. 

Fiart P54

Fiart P54 e Stefano Pastrovich

Fiart Mare e Stefano Pastrovich: ecco la ricetta segreta di un cocktail vincente dal quale ha preso e forma, e tra poco anche vita, il nuovo P54. 

Fiart P54

“Questo modello saprà soddisfare una clientela raffinata ed esigente” commenta l’Ing. Simone Lorenzano dal 2020 direttore generale di Fiart e con una storia professionale che lo ha visto prima in Perini Navi e precedentemente in CRN. “Grazie alle soluzioni adottate, la barca si adatta perfettamente ad un’utenza variegata: i crocieristi che amano passare molto tempo a bordo potranno godere degli ampi spazi a disposizione; gli amanti della barca ad uso giornaliero troveranno invece sul ponte esterno una convivialità non interrotta da barriere fisiche.

Fiart P54

Gli armatori di superyacht troveranno un’impostazione ed una filosofia simile alle proprie barche ammiraglie. Il P54 sarà una barca perfetta per essere vissuta come day cruiser, chase boat, e barca da crociera” aggiunge Lorenzano. 

Fiart P54

Fiart P54, evoluzione dell’open

Un’imbarcazione che, se da un lato si riappropria della filosofia open, dall’altra, grazie alla mano felice di Pastrovich, evolve questo concetto attraverso una serie di nuovi contenuti formali e funzionali che porta in dote. 

Fiart P54

A iniziare dai volumi. “Anche qui è il caso di sfatare il mito che questo tipo di barche debbano essere per forza scafi agili e snelli”, commenta Pastrovich. “Nel caso del P54 ho voluto che il pattino partendo da prua scendesse progressivamente quasi a volersi congiungere a centro barca con l’altro che parte da poppa. Due segni che incrementano il dinamismo del profilo e spezzano l’altezza della murata. A questo, poi, si aggiunge la finestratura che non è a scafo bensì in rilievo. In questo modo”, prosegue Pastrovich “la vista quando si vive sottocoperta viene catturata da questa apertura ed è proiettata verso l’esterno”. 

Fiart P54

Una prua da vivere in pieno comfort

Altro elemento chiave di questo progetto è la sezione di prua che accoglie un’area abitabile en plein air. “Lo sforzo in questo caso è andato nella direzione di creare una zona prendisole che avesse anche un’altezza di schienale dei cuscini in modo da garantire la privacy anche a questo ambiente quando si è in rada senza finire sotto gli sguardi delle persone presenti sulle barche vicine. 

Fiart P54

Senza contare il fattore sicurezza. Lo schienale la cui altezza è di 30 cm garantisce un’adeguata protezione a questo ambiente anche con la barca in navigazione. Sensazione quest’ultima amplificata dal fatto che l’accesso alla zona di prua avviene grazie a un corridoio centrale”. Come ogni barca di questo tipo, la vita a bordo si svolge prevalentemente in coperta. 

Fiart P54

Da qui l’idea di creare spazi ben identificati ma sempre interconnessi tra loro. E così alla zona prendisole di prua segue il pozzetto centrale che, oltre alla timoneria, ospita un ambiente improntato a uno stile informale e pensato per regalare atmosfere da casa al mare. Da qui la scelta di utilizzare sedute e sofà con profondità generose, come quello collocato sul lato di dritta che arriva a 80 cm, in modo da esaltare la natura conviviale di questo spazio. Infine, c’è l’area di poppa che, per sua vocazione, è destinata ai bagni di sole e a quelli in mare. Ma nel caso del P54 si aggiunge un elemento di riflessione in più. 

Fiart P54, una poppa fuori dagli schemi

“Con il P54 volevo proporre un progetto con un disegno definito. Quindi il mio approccio è stato ridare un senso alla poppa che a mio modo di vedere deve essere ovvero chiusa. Per ovviare a tutti gli aspetti funzionali legati a questa sezione della barca, come le operazioni di salita e discesa in banchina, alaggio del tender solo per citarne alcune, ho previsto un portellone che si può alzare a diverse altezze e ruotare; oppure quando si è in rada abbassare fino al livello del mare facilitandone l’accesso”, aggiunge Pastrovich. 

Fiart P54

Gli interni sfruttano al meglio i volumi generosi e arrivano ad un’altezza di 3 metri. Il layout prevede una versione a tre cabine con altrettanti bagni, più sistemazione per l’equipaggio, pensata per la crociera con famiglia e bambini; e una seconda a due cabine e tre bagni. L’occhio attento noterà anche la complessa architettura del cielino la cui struttura, da prua a poppa, presenta delle geometrie che ricordano le travi. Tra una trave e l’altra sono stati inseriti dei pannelli in tessuto.

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