Per i proprietari del wallywind110 Galma si tratta del terzo Wally. Sono appassionati di vela e appena un mese dopo il varo del loro nuovo yacht sono partiti per una crociera di 4.000 miglia nel Mediterraneo. Galma è il primo wallywind100 consegnato da quando Wally è entrata a far parte del Gruppo Ferretti (un secondo è già in costruzione – ndr).
Secondo le parole di Luca Bassani, fondatore e progettista capo di Wally, “L’idea è nata dalla richiesta di un nostro armatore affermato di un’imbarcazione di 100 piedi. Avevo già in mente un nuovo modello di 100 piedi, ma anche un 110 che sarebbe stato più veloce e molto più confortevole degli yacht esistenti di queste dimensioni. Lo yacht è piaciuto e abbiamo avviato il progetto. Con una lunghezza di 33,42 metri e un baglio di 7,60 metri, Wally entra nel mondo degli yacht a vela di grandi dimensioni e introduce una serie di elementi unici”. A cominciare dal pozzetto.
Come racconta Luca Bassani, “avevo immaginato un pozzetto enorme circondato da un bel parapetto. Tuttavia, non abbiamo esteso il parapetto a tutto lo yacht, ma lo abbiamo limitato alla sezione che va dal tettuccio al pozzetto”.
Di conseguenza, il wallywind100 vanta uno spazio aperto sul mare. “Il pozzetto”, continua Bassani, “misura quasi 80 metri quadrati ed è decisamente più comodo rispetto a un normale pozzetto. Può essere goduto in totale libertà”. Tutto questo spazio disponibile offre agli armatori l’imbarazzo della scelta per quanto riguarda l’arredamento e la decisione di dove sedersi o distendersi”.
“È simile al pozzetto di uno yacht a motore e l’altra novità interessante è che è disposto su un unico livello, sempre come uno yacht a motore. Non ci sono gradini”. In realtà il 110 è un salone rialzato, con il salone sopra la sala macchine, ma grazie al parapetto e al design del ponte il profilo assomiglia a quello di un modello flush deck. “Questo è uno degli elementi più innovativi e, a mio avviso, il più riuscito”, sottolinea Bassani.
La Galma presenta anche molte innovazioni tecniche. Per la prima volta il nuovo wallywind110 ha una chiglia telescopica anziché basculante. “In questo modo abbiamo eliminato il gradino dello scafo, che avrebbe penalizzato gli spazi in uno yacht destinato alla crociera e con interni che privilegiano la luce”.
Ci sono anche molte soluzioni insolite che hanno personalizzato il layout iniziale. Oltre alle tre cabine per gli ospiti e alle aree di equipaggio e di servizio a poppa, c’è anche uno studio a prua del salone e l’ingresso alla cabina armatoriale. “L’armatore voleva una zona bar qui”, spiega Valentina Magnolfi, che ha realizzato gli interni insieme a Federico Santa Maria, titolare dello studio milanese Santa Maria Magnolfi.
“Lo spazio è stato interamente concepito e sviluppato con l’armatore. Un’altra caratteristica è che in tutto lo yacht abbiamo utilizzato esclusivamente il rovere, in contrasto con il pavimento in carbonio laccato bianco e chiaro che riprende il materiale utilizzato per la costruzione dello scafo. I tessuti sono di Carlucci, ma abbiamo utilizzato un bio-materiale, una pelle ricavata dal mais, per personalizzare le sedie B&B. Abbiamo acquistato altri tessuti bouclé, anch’essi in tonalità di bianco più o meno calde, da Zimmer+Rhode, mentre per gli armadi abbiamo scelto una speciale carta giapponese”.
Così, pochi materiali accuratamente selezionati per gli interni creano un’essenzialità ricca e complessa. Un altro fattore che, secondo le parole di Luca Bassini, rende il wallywind110 “Il miglior yacht che Wally abbia mai consegnato”.
Emilio Martinelli