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Geco, il 55 metri di Admiral con una doppia anima

«Uno yacht che si distingue. Non per l’eccesso di interni particolarissimi o per qualche elemento eclatante, ma che risulterebbe effimero, ma per la natura di un design dal carattere fortemente personale sia per come è stato sviluppato sia per la sua funzionalità».

Così l’architetto Gianmarco Campanino riassume Geco, il 55 metri di Admiral, quello che potremmo definire il «flagship brand» di The Italian Sea Group di Giovanni Costantino. Geco, varato nella primavera del 2020, in pieno lock dwown («È stato il primo varo in streaming che abbiamo svolto» sottolinea Campanino) è nato da un briefing molto particolare che abbinava la destinazione come yacht da charter a quella di yacht di un armatore esperto che ama trascorrere molto tempo in crociera. Due utilizzi a prima vista difficili da coniugare che hanno stimolato la ricerca di soluzioni innovative all’interno di un equilibrio non facile da conseguire. 

Da una parte infatti la necessità di offrire una serie di requisiti di ospitalità di un’hotellerie di altissimo livello, e dall’altra la necessità di rispecchiare il lifestyle dell’armatore. Per realizzare l’incontro, tenendo conto che Geco avrebbe navigato nel Mediterraneo, soprattutto nelle acque della Grecia, la prima soluzione è stata quella di impostare uno yacht privo di una netta separazione tra spazi esterni e ambienti interni e allo stesso tempo organizzare un profilo, uno sviluppo dei ponti e layout complessivo in modo da offrire agli ospiti molti spazi da vivere durante la giornata.

«L’aspetto importante del progetto» prosegue Campanino «è stato creare un piano generale che prevedesse varie aree per assicurare la privacy di un gruppo di persone che non obbligatoriamente avrebbe passato l’intera giornata assieme. Quindi, zone diversificate da fruire tutti assieme o in gruppi più o meno numerosi in momenti diversi della giornata. E la prima stagione di charter ha detto che le soluzioni che abbiamo individuato sono state apprezzate decretando il successo di Geco.»

Così l’impostazione generale è un vero e proprio percorso che prende il via dalla beach area di poppa. «Uno spazio inusuale come organizzazione e dimensioni per uno yacht di 55 metri» spiega Campanino. «È al tempo stesso aperto verso il mare, ma protetto sui lati dalle murate trasparenti che ampliano la vista sull’ambiente». La beach area è uno degli elementi che distinguono il profilo di Geco che, dalla prua all’andamento e allo sviluppo dei ponti, ai collegamenti che li uniscono mostra evidenti riferimenti all’automotive. «Si tratta di uno yacht molto disegnato. Non convenzionale», come dice Campanino.

E tra gli elementi non convenzionali che ampliano le possibilità su Geco l’helipad a prua costituisce un plus unico. Non solo perché una piazzola touch-and-go è rara su yacht di queste dimensioni ma anche perché questo spazio, nato per un utilizzo prettamente tecnico, è stato invece pensato e organizzato come un’ulteriore occasione di interpretare gli spazi e il tempo a bordo di Geco. Un’esclusiva rotonda sul mare dove , grazie alla versatilità di arredi free standing, organizzare per gli ospiti i più diversi eventi. Altra tappa del percorso alla scoperta delle possibilità offerte da Geco, oltre al sundek che a prua ospita la jacuzzi, è l’upper deck dove parlare di interno e di esterno è si corretto, ma anche limitativo. Il lungo living interno, aprendo le porte a pacchetto, si estende infatti anche sulla terrazza di poppa.

«La connessione interno-esterno è una caratteristica che abbiamo voluto sottolineare» spiega Campanino. E a realizzare fisicamente la connessione è il bancone del bar che appunto dall’interno si allunga, senza soluzione di continuità, sulla terrazza. «Un unico, lunghissimo bancone di quasi sei metri che a tutti gli effetti si ricollega alla zona pranzo». 

Ma c’è un altro spazio che riassume lo spirito di Geco: la sala da pranzo sul main deck. Collocata a poppa del ponte e chiusa da una vetrata circolare a tutta altezza che si può aprire sulla terrazza esterna, è un altro elemento forte dello yacht. Non solo per la scenografica vista e il riparo dal vento che offre ai commensali, ma per un particolarissimo elemento di design: il grande lampadario che sovrasta il tavolo.

«L’ho disegnata appositamente per Geco ed è stata realizzata in cristallo da Preciosa Lighting, un’azienda polacca leader mondiale del settore. Quanto a dimensioni è davvero importante ma non impedisce la visuale e, acceso, diffonde una luce color ambra realizzando un fattore al tempo stesso appariscente e delicato». Un elemento ricco di personalità ma non eccessivo che sottolinea un interior design e un décor che creano l’atmosfera di un raffinato resort, proponendo tuttavia in maniera irriverente uno stile contemporaneo ricco di sorprese.

«Anche per gli interni, l’armatore ha voluto un design molto distintivo» spiega Campanino. Uno stile giovane e un décor controllato realizzato con rovere naturale, wengé ed ebano con le venature che creano sempre nuovi disegni. E ancora marmi, pelle, metalli bronzati. Ambienti nei quali, segnali di una sobria raffinatezza, si trovano esempi della scuola italiana: da poltrone firmate Cassina, a esemplari di Ceccotti oppure di Poltrona Frau. 

«L’idea di Geco» conclude Gianmarco Campanino «era quella di realizzare uno yacht da charter in qualche modo inaspettato. Che si distinguesse non per il piacere di distinguersi con forme o finiture semplicemente eclatanti, ma per offrire uno yacht sul quale, grazie alla sua organizzazione, ai suoi spazi, al suo décor, l’opportunità di vivere il mare fosse un’emozione sempre nuova e inaspettata».

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