«Uno yacht che affronta le sfide odierne della sostenibilità e delle ridotte emissioni di carbonio». Così Henry Hawkins, vicepresidente di Baltic Yachts, ha presentato il primo Café Racer sceso in mare lo scorso maggio, concentrato di una serie di innovazioni che mostrano la possibilità di costruire sostenibilmente nella nautica.
Questo è Café Racer, sloop di 20,73 metri di lunghezza (con il bompresso 22,66 metri) progettato da Javier Jaudenes (ha firmato il Baltic 108’ Win Win), un vero «pacchetto» di tecnologie e soluzioni progettuali che potrebbero portare a un nuovo «rating green» che incoraggi, spiega Hawkins: «L’utilizzo di materiali sostenibili nella costruzione di uno yacht».
Una costruzione che per oltre metà dello scafo di Café Racer ha utilizzato il tessuto di canapa di ampliTexTM della svizzera Bcomp. L’obiettivo iniziale di Bcomp, società fondata nel 2011, era realizzare sci leggeri e altamente performanti. Oggi è leader nel settore dei compositi avanzati in fibra naturale ed ha fornito a Baltic Yachts il suo tessuto a base di canapa che, in abbinamento ai tradizionali compositi e alla tecnologia costruttiva Sprint sviluppata dalla Gurit, ha permesso di realizzare uno scafo al tempo stesso leggero e resistente.
Soprattutto, uno scafo con ridotto «carbon footprint». Un obiettivo, quello di ottenere una ridotta «impronta di carbonio», che è proseguito nella scelta di altri materiali. Come quello che ha sostituito il classico teak in coperta. Qui, per Café Racer, Baltic Yachts ha scelto il composito in sughero naturale di Marinedeck che ad aspetto estetico e resistenza del teak, abbina peso ridotto, elevato isolamento acustico e termico e facilità di manutenzione. Questo per la costruzione e i materiali dello scafo. Ma le innovazioni di Café Racer proseguono con l’installazione di pannelli solari sulla tuga che forniscono l’energia necessaria per far funzionare i sistemi di bordo, cui si aggiunge la coppia di motori elettrici Oceanvolt da 15kW che, durante la navigazione a vela, fungono da idrogeneratori per la carica del banco di batterie al litio. Un sistema di propulsione-generazione di energia dotato di un range extender che aumenta le possibilità di ricarica utilizzando una tecnologia a microturbina molto efficiente e con, in futuro, la possibilità di funzionare a idrogeno.
Ma la ricerca dell’efficienza e di quell’impostazione green che l’armatore di Café Racer ha posto come obiettivo del progetto non si ferma e interessa tutte quante le installazioni di bordo. Come il sistema di condizionamento, uno degli impianti col più alto consumo di energia. Problema che Baltic Yachts ha risolto con un impianto dotato di filtri anti-batterici, che miscela l’aria di riciclo con l’aria fresca. Café Racer, oltre che green, è però anche campo di applicazione di nuove soluzioni per quanto riguarda armo, attrezzatura e vele che tutti assieme realizzano una dimensione easy sailing.
Così, con l’albero Marstrom Composite in carbonio dotato di crocette molto acquartierate e grazie al baglio di 5,63 metri, non ci sono volanti o paterazzo di cui preoccuparsi. Da parte sua la tecnologia Doyle Structural Luff, che nell’inferitura delle vele sostituisce i cavi con rinforzi inseriti e distribuiti lungo la vela stessa, riduce il carico sullo strallo realizzando vele più facili da gestire. Il risultato, assieme al sartiame in carbonio di Carbo-link è un’attrezzatura leggera e resistente. Un insieme di tecnologie che si abbina a un layout degli interni all’insegna, anche qui, dei materiali ecologici utilizzati per allestire ambienti dal fascino molto speciale.
Javier Jaudenes e Jens Paulus, che firmano il layout degli interni offrono uno stile contemporaneo utilizzando lino, canapa e pelle per realizzare, come spiega Paulus che cura l’interior design: «interni contemporanei che abbracciano lo spirito ecologico di Café Racer mostrando il più possibile la forma dello scafo». In alternativa, Design Unlimited punta su un’organizzazione degli interni, come dice Mark Tucker: «che offrano un luogo confortevole e accogliente per rilassarsi dopo una giornata di navigazione». E l’armatore del primo Café Racer ha scelto un look fresco, sviluppato da Design Unlimited che ha utilizzato finiture in tessuto e legno chiaro per le paratie, pavimenti in rovere chiaro e dettagli dei corrimano in pelle. Una tavolozza di materiali e colori che si sviluppa in pochi, semplici e accoglienti ambienti che ruotano attorno al salone centrale con la suite armatoriale a prua e una matrimoniale a poppa.
Tutto, si fa per dire, quì. Tutto, e molto, per uno yacht come Cafè Racer col quale Baltic Yachts non solo dà una dimostrazione di grande ricerca e tecnologia, ma evidenzia le possibilità di una nuova era nella costruzione di yacht concretamente «low carbon footprint».