Feadship non finisce mai di stupire. Famosa per i suoi concept futuristici, all’ultimo Monaco Yacht Show ha letteralmente superato se stessa durante quello che ogni anno è uno dei momenti più attesi del salone, vale a dire la presentazione del suo ultimo concept. Questa volta è toccato a Concept C che, oltre a proporre importanti innovazioni tecnologiche legate alla sostenibilità, punta anche a celebrare il 75 anniversario di Feadship.
La C del suo nome, infatti, è ispirata al simbolo del carbonio e ai diamanti (i diamanti sono composti da atomi di carbonio ndr) che rappresentano il Diamond Jubilee. E proprio come i diamanti, questo concept di 75 metri mostra mille sfaccettature, non solo in senso figurato. Perché Concept C è caratterizzato da una serie infinita di vetrate che, per posizionamento e forma, ricordano proprio le faccette di un diamante e sono state progettate per far sì che la luce penetri il più possibile in profondità all’interno dello scafo, trasformandolo in una sorta di galleria luminosa in cui la luce e i suoi riverberi si rincorrono all’infinito, creando uno spazio abitativo fluido mai visto a bordo di uno yacht.
La ricerca è stata tale che il team di progettazione, capitanato dal senior designer Ruud Bakker, ha addirittura fatto uno stage nel laboratorio di taglio diamanti di Gassam Diamonds, ad Amsterdam, per imparare come la disposizione delle sfaccettature attirino la luce all’interno della pietra ampliandola e riflettendola. Di grande ispirazione sono state anche le facciate continue usate nell’edilizia che tendono ad annullare la demarcazione tra interni ed esterni.
Il risultato è uno yacht che, nonostante le sue dimensioni imponenti, riesce ad amplificare ed implementare il contatto degli ospiti con il mare. Uno dei focus dei progettisti era proprio questo. La percezione di contatto diretto con il mare, infatti, decresce proporzionalmente al crescere della lunghezza dello scafo, fino quasi ad annullarlo. A bordo di Concept C, invece, grazie alle vetrate, alle grandi aperture strutturali e ad alcune scelte di layout, la sensazione è quella di essere pied dans l’eau in gran parte dello yacht. Non solo, il design di Concept C e l’organizzazione del suo layout annullano la classica divisione dei ponti, sfumandola.
Le sezioni di prua e di poppa sono infatti sfalsate di mezzo livello rispetto al centro della circolazione a mezza nave. In questo modo gli spazi personali si trovano ad altezze diverse da quelli comuni e garantiscono una maggior privacy. Per evitare l’effetto claustrofobico di molti interni, su Concept C persino l’ascensore è privo di confini.
Non si tratta infatti di una capsula futuristica in vetro o in materiali innovativi, ma di una struttura ottagonale che sale e scende lungo i ponti e arriva fino all’incredibile lounge del roof top, situato nel punto più alto dello scafo. Anche la suite armatoriale è quanto di più unconventional si possa immaginare. È infatti distribuita su due livelli collegati da una scala aperta: la zona notte sul ponte superiore, dotata di ponte esterno privato con piscina termale e una zona studio/lounge su quello inferiore.
Tra gli atout di Concept C ci sono anche la piscina esagonale a sfioro a poppa del main deck e un’incredibile area pranzo a livello del mare situata sul lower deck. Sullo stesso ponte, grandi aperture strutturali laterali consentono di avere un’area lounge riparata ma totalmente en plein air. Due soluzioni mai viste finora su uno yacht.
Ma la grande rivoluzione di C è la parte che non si vede. Perché questo concept prosegue il lavoro del team Knowledge & Innovation di Feadship. La forma dello scafo e il sistema di propulsione elettrico a eliche controrotanti sono infatti un’evoluzione del concetto Breath proposto per la prima volta da Feadship nel 2010 e installato con successo sull’83 metri Savannah nel 2015. Questo sistema altamente efficiente, composto da un’elica centrale e da un propulsore azimutale posteriore, ha permesso agli architetti navali di De Voogt di creare una carena con la parte di poppa inclinata verso l’alto per ridurre le turbolenze e ottenere una scia più silenziosa.
Questa carena consente all’elica di essere più grande della norma e con un numero di giri inferiore, il che assicura maggiore efficienza e minori vibrazioni. Le simulazioni al computer prevedono che C sarà più efficiente del 30% rispetto a un tipico yacht di 75 metri con doppio albero, eliche e timoni. Sia l’elica centrale sia il propulsore sono alimentati con metanolo prodotto da fonti rinnovabili.
Sebbene il loro costo iniziale sia ancora superiore a quello dei generatori a combustione interna, essi restituiscono l’investimento di capitale in pochi anni grazie alla maggiore efficienza e danno un immediato beneficio in termini di eliminazione dei gas a effetto serra. Perché il futuro è Feadship.
Giuliana Fratnik