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Tu chiamale, se vuoi, emozioni. Sono quelle che ha provato Matteo de Nora quando Emirates Team New Zealand ha tagliato il traguardo della nona regata davanti a Ineos Britannia assicurandosi così la vittoria alla 37a edizione della Coppa America. Un trionfo carico di significati non solo sportivi ma anche, e soprattutto, umani. Sì, perché se è vero che l’America’s Cup vista nelle acque di Barcellona assomiglia sempre di più alla Formula 1, dove il ruolo della tecnologia è diventato sempre più preponderante, è altrettanto vero che le lacrime di gioia e l’entusiasmo evidenziato dall’equipaggio kiwi confermano ancora una volta che il valore aggiunto a ogni impresa, incluse quelle sportive, resta ancora il fattore umano. Una storia nella quale Matteo de Nora ha avuto un ruolo centrale. Nell’unica intervista rilasciata all’indomani della vittoria di Emirates Team New Zealand il Team principal fa un bilancio di questi ultimi 21 anni ovvero da quando nel 2003, dopo la sconfitta subita nelle acque di casa da Alinghi, è entrato in scena per risollevare l’entusiasmo e le sorti della vela kiwi nella storia di questa competizione. Un percorso intenso nel quale non sono mancati momenti difficili come quello vissuto nel 2013 a San Francisco, quando la vittoria è sfuggita all’ultima regata dopo un’epica rimonta del defender americano. Ma anche piena di soddisfazioni, su tutte il primato di essere stata l’unica nazione, fatta eccezione per gli Stati Uniti, a vincere tre edizioni della Coppa America consecutivamente. Tre vittorie ognuna con un significato speciale: “Per la prima, dopo due sconfitte, è stato un sollievo. Ti dici: bene, ho fatto quello che mi era stato chiesto. La seconda, prendi coscienza che, partendo da zero, hai costruito qualcosa. La terza sei più sereno: sai che non puoi vincere sempre e diventa più importante lasciare un segno. Così sono nati l’utilizzo dell’idrogeno e gli eventi dei giovani e delle donne che sono il più bel ricordo di questa Coppa. Perché sono necessari al suo futuro. Non si può più improvvisare” ha dichiarato de Nora. Futuro che passa necessariamente per una consapevolezza verso il tema della sostenibilità. Nella visione di de Nora anche la Coppa America può fare la sua parte diventando, non solo una competizione sportiva, ma anche una vetrina importante per mettere in luce le innovazioni che si possono applicare in campo nautico. A iniziare proprio dalla propulsione a idrogeno, un fronte quest’ultimo che ha visto il coinvolgimento di Bluegame. Non solo il cantiere ha realizzato due chase boat per i team di American Magic e Orient-Express, ma facendo tesoro di quest’esperienza presenterà a breve sul mercato il BGH-HSV, gamma d’imbarcazioni dotate di foil a propulsione ibrida. Anche qui nulla di casuale. Si tratta di una tappa importante che fa parte del manifesto “Road to 2030”, ovvero il piano strategico concepito da Massimo Perotti che, proprio con Bluegame, Sanlorenzo ai quali si è aggiunto anche Nautor Swan, si è posto l’obiettivo di anticipare e guidare il percorso verso la carbon neutrality nella nautica. Come per de Nora anche in questo caso si tratta di un ulteriore tassello, come ci racconta lo stesso Perotti nell’intervista rilasciata a Top Yacht Design, di un cammino segnato non solo dai successi, culminati con la quotazione in Borsa, ma da una passione profonda che dà un senso unico a ogni traguardo.

Matteo Zaccagnino

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