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In conversation with Marcello Persico

L’anno prossimo saranno 20 anni. È infatti dal 2004 che Persico Marine, cantiere e azienda punto di riferimento per i materiali compositi non solo per il mondo della vela al massimo livello, collabora con il team italiano Luna Rossa. Parte da qui, da Persico Marine ancora accanto a Luna Rossa Prada Pirelli Team che per il Circolo della Vela Sicilia sarà tra i protagonisti della 37a Americas’ Cup 2024 a Barcellona, un percorso che dal mare porta nello spazio. (Qui tutti i nostri post su Persico Marine)

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Persico Marine, dalle onde allo spazio

Perché Persico Marine, grazie all’eccellenza acquisita nella costruzione di barche in materiali compositi, ha realizzato la struttura che regge Asthros, il telescopio che un pallone porterà nella stratosfera per effettuare osservazioni all’infrarosso dei fenomeni di “spegnimento” delle stelle. Non è la sola collaborazione spiega Marcello Persico, presidente di Persico Marine. «Grazie alla certificazione 9100 collaboriamo anche con Avio, specializzata in sistemi di lancio di satelliti artificiali. L’aerospazio è una linea di business su cui stiamo spingendo molto mettendo a frutto le nostre competenze e quelle della parte automotive del Gruppo. Siamo gli unici nel settore nautico ad avere la tecnologia di laminazione basata su robot Coriolis che usiamo anche per la produzione aerospaziale. 

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Senza dimenticare l’America’s Cup

Per il grande pubblico però il vostro nome è legato all’America’s Cup e a Luna Rossa…

Sì, è dal 2004 che collaboriamo con Luna Rossa, e visto che nel corso delle varie campagne il gruppo di lavoro è rimasto lo stesso, riunendo moltissime eccellenze, far parte di questo team in maniera costante è un motivo di orgoglio. Oltre al fatto che l’AC75 che stiamo costruendo viene chiamata Barca 3, dopo le due che abbiamo costruito per la Coppa 2021 ad Auckland. È un segnale di evoluzione e di continuità. Credo sia la prima volta che in successive campagne di Coppa venga introdotta la sequenza nel numero della barca.

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Per Luna Rossa non costruite soltanto il nuovo AC75…

No. Il capannone di Luna Rossa è dedicato metà alla costruzione dell’AC75 e metà alla Chase Boat di cui, secondo il Protocollo della 37a America’s Cup, ogni team deve dotarsi. Ė un catamarano di 10 metri con foil e propulsione a idrogeno. Deve raggiungere i 50 nodi e poter navigare per 75 miglia a 25 nodi. Una scommessa perché il peso di motori, serbatoi dell’idrogeno, elettronica di bordo ed equipaggio va bilanciato con una costruzione super leggera. Esasperata direi. Usiamo fibra di carbonio pre preg unidirezionale, kevlar, nomex. Stessi materiali e tecnologie dell’AC75. Non credo si sia mai vista una imbarcazione a motore di questo tipo.

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Voi avete già costruito uno yacht di 30 metri a motore diciamo tradizionale. Con la costruzione di questa Chase Boat con foil si apre un nuovo campo d’azione?

Sì, sicuramente. Effettuare un transfer tecnologico da un prototipo come la Chase Boat per l’America’s Cup a un cat a motore con foil per uso diportistico è un’opportunità concreta. Stiamo ragionando su un’imbarcazione più grande e sulla propulsione elettrica, anche se non abbiamo scartato l’idrogeno. Si potrebbe avere un motore per la cogenerazione dell’idrogeno per risolvere il problema dei rifornimenti. Comunque non pensiamo a un cat da 50 nodi. Navigare e gestire l’imbarcazione a quella velocità richiede un pilota molto esperto. Con prestazioni di punta inferiori e puntando sull’autonomia si potrebbe arrivare a soluzioni meno esasperate nella costruzione. Anche se…

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Anche se…? 

Anche se il posizionamento del nostro brand e la fascia super premium degli armatori ai quali ci rivolgiamo credo ci permetta un progetto e un prodotto, ripeto esasperato. Forse riservato a pochi ma dai grandi contenuti tecnologici.

Sempre in tema Americas’ Cup, oltre all’impegno con Luna Rossa, siete anche fornitori ufficiali degli arm…

Sì, forniremo gli arm (ogni team ha la dotazione di due coppie di arm, ndr) ad Alinghi Red Bull Racing e a Orient Express Racing Team ma anche a Emirates Team News Zealand che ha dato una delle sue barche al team francese.

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Gli arm ci riportano ai foil. Quando è cominciata l’avventura in questo mondo?

Il primo foil l’abbiamo costruito per l’SL33, il catamarano foil usato da Luna Rossa per gli allenamenti in vista dell’America’s Cup del 2013 a San Francisco, quella con gli AC72. Da allora tra foil e daggerboard per ogni tipo di barca ne avremo costruiti più di 100 acquisendo un’esperienza unica e tanta consapevolezza di soluzioni che funzionano, o meno, sia dal punto di vista fluidodinamico sia costruttivo. Siamo infatti passati da foil che, per esempio negli Imoca, avevano l’ala che faceva un angolo retto con le parti finali che uscivano dall’acqua per un metro e mezzo ai foil a C di oggi interamente curvi e molti lunghi. 

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Per un cruiser di 85 metri stiamo costruendo due foil di 20 metri che stabilizzeranno la barca e aumentare il comfort a bordo. Esattamente come sul catamarano di 72 piedi che stiamo costruendo e che sarà consegnato il prossimo anno. Anche questo è un progetto completamente made in Persico Marine. Sarà dotato di foil di sette metri e timone con elevator. Ma non volerà: farà skimming sull’acqua. Foil ed elevator permetteranno di ridurre il dislocamento dell’80% oltre a rendere più sicura la barca riducendo il rischio di scuffia. Con questo multiscafo spostiamo in alto l’asticella in termini di ricerca e sviluppo. È un’altra sfida che affrontiamo contando sulla sinergia con il Gruppo.

Parlando di sfide qual è stata fin qui la più impegnativa?

Sicuramente Kauris IV di 44 metri. Alla complessità in termini di materiali e processi costruttivi si sono aggiunti l’impegno e le energie profuse per ideare, sviluppare e realizzare internamente una serie di sistemi di bordo, tra cui la propulsione ibrida e il posizionamento automatico, il cui contenuto tecnologico rappresenta un nuovo riferimento nella nautica. 

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E poi ci sono due sfide per la massima velocità che si sono rivolte a Persico Marine…

Si abbiamo lavorato per i team di Syroco e per quello di SP80 che puntano tutti e due a raggiungere gli 80 nodi. I team hanno sviluppato i progetti dal punto di vista aerodinamico e fluidodinamico, noi abbiamo realizzato due imbarcazioni dalle costruzioni davvero estreme con grandi analogie con l’aeronautica e l’aerospazio. Mondi dove assieme a quello delle barche lavora Persico Marine.

Matteo Zaccagnino

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