Uno stile unico, caratterizzato da una vivace sperimentazione sui materiali e da volumi dall’equilibrio inaspettato. Questi i tratti distintivi di Visionnaire, brand meta-lusso di riferimento nel settore dell’interior design made in Italy fondato nel 2004 da IPE – maison con sede a Bologna dal 1959 –, che ha saputo affermarsi proprio per la capacità progettuale one-of-a-kind cucita sui desideri dei propri clienti.

«Il meta-luxury dei contenuti e dei valori – ovvero un concetto di lusso che fonde artigianalità, storia, cultura e rarità – trova applicazione nell’uso responsabile dei materiali, in una ricerca tecnologica che l’azienda porta avanti con impegno e con investimenti di efficientamento della propria catena produttiva», sottolinea Eleonore Cavalli, Creative Director di Visionnaire.

«Il brand – che opera in più di 55 Paesi – conta, infatti, su una rete di oltre 30 hub artigianali distribuiti sul territorio italiano, grazie ai quali realizza oggetti di straordinaria singolarità: l’accostamento e l’impasto dei materiali, la mano degli artigiani che testa, perfeziona e definisce nuove soluzioni materiche e compositive, definiscono l’identità di ogni singolo prodotto, lo rendono unico e non replicabile seppur riproducibile. Visionnaire ha inoltre un impegno rigoroso e responsabile nei confronti del proprio territorio: dal 2021 è società benefit e nel 2019 ha ottenuto le certificazioni Fsc (Forest Stewardship Council) e Pefctm (Programme for Endorsement of Forest Certification), impegno che si traduce anche nella scelta di tessuti e pelli innovative e a minor impatto, ma soprattutto in un percorso di responsabilità ambientale attraverso programmi di neutralizzazione delle emissioni e di sostegno a progetti di conservazione forestale. Inoltre, è certificata ISO 20121 al fine di rendere i propri eventi e manifestazioni sempre meno impattanti sull’ambiente e sul territorio e di ridurre i consumi energetici e idrici».

Il brand basa la propria attività sul valore della conoscenza e la continua ricerca del concetto di bellezza contemporanea, e si conferma come artefice di progetti e prodotti di design di altissima sartoria, incentivando e valorizzando le produzioni delle maestranze artigianali locali. Grazie alla collaborazione di un team di designer eclettici e visionari, italiani e stranieri, mette a punto proposte di bespoke in contesti residenziali, nell’hotellerie di lusso, nell’aviazione e nello yachting. Ed è proprio questo background versatile, di approccio sartoriale e costruito sulla commistione tra diversi settori, a far sì che in poco tempo Visionnaire si sia imposto anche nel mercato della nautica.

Uno dei progetti più importanti cui ha lavorato è l’Amels yacht di 89 metri Here comes the sun, partecipando alla progettazione e all’arredamento degli interni. «Trasformando i desiderata dell’armatore in realtà, abbiamo costruito uno spazio che collega l’uomo e la natura», spiega Eleonore Cavalli. «Per esempio, il soggiorno è caratterizzato dal divano Bastian Dual e dal tavolo basso Atreyu con l’elemento “busta” in dialogo con due tavolini Auryn, disegnati da Mauro Lipparini, che stabiliscono un’armonia cromatica con il mare, perfettamente visibile dalle finestre panoramiche. Il tavolo da pranzo Kerwan di Alessandro La Spada è il gioiello della stanza, combinando forme concave e convesse di metallo e marmo; la curvatura del marmo delle gambe, inoltre, è ricavata da lastra e non da blocco, evitando sprechi di materiale».

Un approccio che caratterizza ogni progetto del brand, che ha lavorato al fianco di cantieri del calibro di Baglietto, Benetti, Lürssen, Mondomarine, Sanlorenzo e Sunseeker. «La vita e il viaggio in mare sono esperienze che sublimano la riconciliazione con il contesto naturale, momenti in cui esplorare e spingere la propria immaginazione oltre i confini, verso nuovi orizzonti», continua la Creative Director di Visionnaire. «In quest’idea di progetto che insiste sul lato più profondo ed emozionale della vita dell’uomo, la convergenza tra benessere del singolo individuo e dell’intero ecosistema che lo ospita si pone al centro della nostra riflessione in un’epoca in cui è necessaria una presa di coscienza ambientale e sociale».

Ne è un esempio il Baglietto 48 metri T-Line, per cui il brand si è occupato della configurazione di alcuni ambienti, dello studio della vivibilità degli spazi indoor/outdoor e dell’interior design degli stessi, dalla scelta degli arredi appropriati alle finiture di ciascun ambiente. In particolare l’intervento ha interessato il main, l’upper e il lower deck, tra living principale, cabina armatoriale, cabine Vip, home theatre e outdoor. Gli interni dello yacht sono lineari e contemporanei, con studiate combinazioni cromatiche tra arredi e finiture: si parte dalle tonalità neutre e tenui dell’arredo – ispirate ai colori della terra e del mare – in armonia con il pavimento in legno chiaro, per arrivare al controsoffitto in ottone délabré scuro, che dà all’ambiente un senso di avvolgimento e intimità. Tutti gli spazi sono stati studiati per essere in osmosi con l’esterno e permettere di vivere a fondo l’esperienza del viaggio in mare.

Ed è proprio con questo spirito, che Wunderkammer24, Il progetto installativo di Art Design “Narrazioni Intrecciate” a cura di Draga e Aurel che è stato presentato dal 3 all’8 dicembre a Design Miami, che Visionnaire si è impegnata anche in un settore che sempre più si sta imponendo sul mercato: quello dell’art design, che è sinonimo di architettura curatoriale, ossia di passaggio dallo spazio al progetto, e che ha portato il brand a essere presente a Design Miami questo dicembre. «Procedendo nello stesso modo in cui lavoriamo a bordo dei megayacht, per noi l’art design non ha mai riguardato solo oggetti da collezione, ma piuttosto la parola “progetto”», conclude Eleonore Cavalli. «Partiamo sempre dall’architettura per progettare uno spazio attraverso un lavoro curatoriale condiviso con gli artisti, che poi porta al prodotto finale. Questi lavori sono concepiti come installazioni all’interno di uno spazio architettonico, dove la relazione empatica, emotiva e funzionale tra un oggetto, le persone che ne fruiscono e l’ambiente diventa l’installazione stessa».
Gaia Grassi
