Milano, interno giorno. Luca Bassani, fondatore e Chief Designer di Wally, nel suo ufficio tiene una grande foto di Wallygator II, il ketch di 32 metri varato nel 1994 e progettato da Luca Brenta. Milanese, 68 anni, da bambino vacanze fisse a Portofino (“I vecchi mi dicono che prima di essere armatore o progettista sono un marinaio”), poi gli studi alla Bocconi e il lavoro nell’azienda di famiglia venduta nel 1989. Da allora si dedica alla sua passione per le barche. Nel 1991 vara il primo Wally, uno sloop di 83 piedi sempre di Brenta. Nel 1994 fonda Wally e vara Wallygator II sul quale imbarca tutte le sue idee segnando un punto di svolta nel mondo dello yacht design.
“Le mie”, spiega Bassani, “sono evoluzioni di sistemi che magari in nuce esistevano già. Come in un puzzle, se riesci a disporre in modo diverso i suoi componenti realizzi un nuovo disegno. Grazie a un’idea, a nuove tecnologie, a nuovi materiali ottieni un risultato nuovo, migliore. Con nuove funzioni”. Costruzione innovativa, alberi in carbonio, idraulica per gestire le vele, fiocco autovirante, nuovi spazi in coperta e negli interni, armatoriale a prua. Wallygator II è stato il manifesto della spinta innovativa di Bassani che distingue tutti i Wally.
Ma, chiediamo, nella sua ricerca tra forma, funzione e bellezza qual è l’elemento centrale?
La funzione. Perché il miglioramento è principalmente nella funzione. Certo, devi avere anche un po’ di sensibilità. Quando disegni qualcosa meglio farlo un po’ più bello e non solo funzionale. Ci si mette lo stesso tempo.
Ma, chiediamo, nella sua ricerca tra forma, funzione e bellezza qual è l’elemento centrale?
La funzione. Perché il miglioramento è principalmente nella funzione. Certo, devi avere anche un po’ di sensibilità. Quando disegni qualcosa meglio farlo un po’ più bello e non solo funzionale. Ci si mette lo stesso tempo.
Si considera un designer o un inventore?
Non sono Archimede. E non so disegnare. Disegno nella mia testa, poi ho bisogno di qualcuno che dia forma all’idea. Lavoro con una logica razionale. Così ho portato piccole invenzioni o innovazioni anche nel disegno delle carene, delle vele, degli alberi. Volendo migliorare un problema seguo un processo logico e allora nasce l’idea. L’innovazione deriva sempre da un processo logico.
Alle barche a vela nel 2001 ha affiancato quelle a motore. Com’è nata la decisione?
Ho iniziato con le barche a vela ponendomi come obiettivo barche più semplici, più facili da condurre e più comode, per convincere i motonauti a cambiare. Poi da imprenditore ho dovuto affiancare il motore. E qui, dove il problema è arrivare prima mentre nella vela è andare verso la meta, il tema da risolvere era realizzare una carena che avesse il migliore comportamento in mare. L’abbiamo studiata a lungo in vasca e applicata su Wallypower e poi declinata sugli altri modelli.
Parlando di motore, qual è la soluzione per la difesa dell’ambiente?
Sulle carene c’è tanto da fare. Anche se abbiamo dei limiti. Per i multiscafi sono i porti. E questo nonostante in mare sia molto meglio avere scafi lunghi piuttosto che sviluppati in altezza come si vede oggi. Inoltre sono più belli e comodi.
E parlando di foil..?
Ci stiamo lavorando, ma non nella vela. Non si può volare dando estetica, comodità e sicurezza. Siamo a livello di tender a motore.
Si può dire che Wally ha cambiato il mondo della progettazione?
Che ha aperto tante porte. Come con il fiocco autovirante sul primo Wallygator. Esisteva già. L’invenzione è stata fare una grande barca leggera, che non richiedesse grandi superfici veliche, con l’albero in carbonio e alla quale bastasse il fiocco. Oggi è la normalità.
C’è un suo progetto non realizzato?
Ci sono diverse barche che spero di realizzare assieme al Gruppo Ferretti. Quando ero da solo era più facile: se avevo un’idea pazza ma non troppo folle la facevo per me e stavo a vedere cosa diceva il mercato. Ora è diverso. Ma visto che sono tutte idee migliorative prima o poi si realizzeranno. Magari è un’idea di dieci o vent’anni prima ma alla fine…
Ultima domanda. Lei che lo conosce bene che tipo è Luca Bassani?
Uno a cui piace risolvere i problemi. Gli piace proprio scoprire un problema e trovare il modo di risolverlo. Uno capace di buttare alle spalle gli inevitabili insuccessi e pensare che davanti ci possono essere altri successi. Comunque altre cose belle da fare.
Emilio Martinelli