Cos’hanno in comune la più tecnologica e avveniristica competizione velica e la più naturale delle fibre? A prima vista niente. Eppure c’è un filo, o meglio una fibra, che unisce la Coppa America da una parte e lana, in questo caso Merino, dall’altra.
Si può partire per esempio dalla sostenibilità. Il carburante che spinge i nuovi monoscafi della classe AC 75 è il vento. A produrre la lana, si sa, sono le pecore. Se poi non dovesse essere sufficiente basta spostare il ragionamento sulle prestazioni.
Le nuove imbarcazioni con cui si correrà l’America’s Cup sono Formula Uno del mare in grado di raggiungere velocità che di bolina si aggirano sui 30 nodi e di poppa arrivano a toccare i 50 nodi. In poche parole il lavoro di ricerca per mettere a punto la nuova formula ha puntato verso prestazioni sempre più spinte. Stesso discorso anche per la lana.
Negli ultimi tempi i progressi compiuti nei processi di lavorazione di questa fibra hanno permesso di conquistare traguardi inimmaginabili. Al punto da vestire gli atleti che si cimentano ai più alti livelli nelle competizioni sportive.
Proprio come la Coppa America. «Quale piattaforma di comunicazione migliore di questo evento velico per raccontare, a livello globale, le proprietà e i contenuti della lana Merino» commenta Fabrizio Servente, Global Strategy Advisor di The Woolmark Company, filiale di Australian Wool Innovation, società no-profit di proprietà di oltre 60mila allevatori di pecore Merino australiani che ha come obiettivo quello di investire in ricerca, sviluppo e marketing a livello mondiale lungo tutta la filiera.
Da qui la partnership con il team di Luna Rossa Prada Pirelli che, nelle parole di Lorenzo Bertelli Head of Marketing and Communication del Gruppo Prada, si basa su una filosofia comune ispirata all’innovazione, alla ricerca di nuovi materiali e alla responsabilità sociale. La lana celebra così un ritorno in grande stile sulla scena dello sport che conta. Non è una novità. Nella storia dello sport questa fibra ha giocato sempre un ruolo centrale.
«Fino agli Anni 70 del secolo scorso la lana dominava la scena in tutte le discipline sportive: dalle maglie delle squadre di calcio, a quelle per i ciclisti fino agli sport invernali gli atleti indossavano solo ed esclusivamente indumenti in lana», prosegue Serventi. Il salto di qualità è arrivato negli ultimi tempi. «Rispetto a 20 anni fa questa fibra oggi ha raggiunto un livello di raffinatezza in termini di proprietà impensabile», spiega Serventi che aggiunge: «Un risultato reso possibile dai progressi compiuti nelle varie fasi di lavorazione e dall’impiego di tecnologie sempre più raffinate».
Il cambio di marcia si tocca con mano e un ulteriore impulso importante è arrivato grazie alla collaborazione con Luna Rossa Prada Pirelli. «Il team italiano è stato parte attiva nell’ideazione e nello sviluppo di quelli che poi sarebbero diventati i capi che l’equipaggio indossa sia negli allenamenti a terra sia nelle uscite in mare» racconta Serventi. «Abbiamo ascoltato le loro esigenze e messo a punto le migliori soluzioni. Un vero lavoro di gruppo condiviso che ha richiesto circa un anno di lavoro», conclude.
«L’abbigliamento che utilizziamo durante le nostre attività è fondamentale: i capi che indossiamo devono essere isotermici, elastici, traspiranti e impermeabili» sottolinea Max Sirena, Team Director che aggiunge: «Ho scoperto sulla mia pelle che la lana Merino è tutto questo. È una fibra davvero performante, oltre ad essere sostenibile e biodegradabile. Devo ammettere che le nostre nuove uniformi sono state una magnifica sorpresa e riescono a farci star bene sia nel fisico sia nello spirito».
In quei 17 micron ovvero 17 millesimi di millimetro (tanto misura il diametro della fibra di lana Merino usata) si cela un concentrato di tecnologia naturale.
A differenza dei tessuti sintetici questa fibra trasferisce, allontanandole dalla pelle, le particelle di vapore acqueo con il risultato finale di rendere il microclima sulla superficie epidermica più asciutto. Inoltre, in condizioni di allenamento in ambienti caldi i tessuti in lana Merino allontanano il 25% in più di umidità rispetto a quelli sintetici, con il risultato di mantenere un microclima sulla pelle più fresco.
Tutte proprietà queste che insieme alle altre della lana Merino si ritrovano nella giacca impermeabile, nella giacca soft shell, nella polo, nella maglietta, nella giacca da pioggia, nel blouson, nella muta e nell’intimo tecnico, che compongono il guardaroba dell’equipaggio di Luna Rossa Prada Pirelli.