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The Weekly Notes: A volte i sogni diventano realtà

Di Matteo Zaccagnino, Editor-in-chief

Il lato bello dello sport è che ogni impresa ha una storia da raccontare. Non importa se si tratti di un record, di un primato, di una medaglia, di un podio. A fare la differenza ben altro. E, così tra le tante notizie che hanno scandito la settimana appena conclusa una in particolare ha catalizzato la mia attenzione. Il protagonista di questa storia straordinaria ha un nome e cognome. Si chiama Jingkun Xu. 

©Vendée Globe

Il 18 febbraio alle 08:08 del mattino ora di Les Sables d’Olonne, Xu ha tagliato il traguardo del  Vendée Globe in 30° posizione dopo aver navigato introno al mondo per 99 giorni, 20 ore e 6 minuti. A colpirmi non è stato tanto il risultato in chiave sportiva quanto la storia di Xu. Sì, perché è il primo skipper cinese a portare a termine un’impresa del genere. Ma non basta. A rendere ancora più straordinaria la vicenda di Xu è la sua storia personale che diventa il simbolo di determinazione, resilienza e ispirazione, capace di trascendere i confini della vela e parlare a chiunque si sia trovato nella condizione di dover affrontare un ostacolo ritenuto insormontabile. Sì, perché quando aveva solo 12 anni il velista di Qingdao perse la mano sinistra in un incidente. 

©Vendée Globe

Un trauma difficile da affrontare soprattutto a quell’età e con una vita davanti. Eppure, Xu non si è arreso e ha trovato proprio nell’avversità quella spinta e quelle energie per eccellere. Il coraggio di Xu si è manifestato non solo nel prendere parte alla regata, ma anche nel portarla a termine con una performance eccezionale, dimostrando che il valore di un’impresa non sta solo nel podio, ma nell’aver saputo resistere e concludere la sfida. 

©Vendée Globe
©Vendée Globe

“Sì, ho avuto un’infanzia difficile e mi sono trovato in un angolo, in un luogo molto buio. È stata un’esperienza difficile all’epoca, ma ho imparato che ogni volta che incontro una difficoltà la affronto e vado avanti e cerco di risolvere tutti i miei problemi e quindi alla fine la mia infanzia mi ha dato il coraggio di risolvere tutti i miei problemi e mi ha dato la forza di guardare sempre avanti” ha raccontato Xu all’indomani del suo arrivo. Anche perché di momenti difficili durante il giro del mondo lo skipper cinese ne ha dovuti affrontare davvero tanti. 

©Vendée Globe
©Vendée Globe

Il Vendée Globe è l’evento più difficile al mondo, non solo in termini di navigazione, ma anche sotto molti altri aspetti” prosegue Xu che aggiunge: “È una sfida mentale e fisica estrema. La situazione più difficile che ho dovuto fronteggiare? Cinque giorni prima di tagliare il traguardo. Nessuno avrebbe immaginato che avrei rotto un generatore così vicino alla meta, privandomi così dell’elettricità. È stato l’unico momento in cui ho pensato di dovermi arrendere. Non funzionava più nulla. Ma subito mi sono riattivato per trovare una soluzione. Sono riuscito a riparare un idrogeneratore, che mi ha permesso di continuare la mia corsa e di arrivare qui”. 

©Vendée Globe

Una sfida nella sfida che però ha regalato momenti anche intensi. Ripercorrendo mentalmente il diario di bordo dei ricordi Xu non ha dubbi: “Ci sono stati molti momenti meravigliosi durante questa gara. Se dovessi sceglierne uno, sarebbe il giorno in cui sono sfuggito all’Oceano del Sud. Sono arrivato in una zona senza vento, dove il mare era assolutamente calmo, come uno specchio. Ho potuto osservare l’alba e il tramonto che si riflettevano sull’acqua, immagini bellissime che rimarranno per sempre impresse nella mia memoria. Inoltre, ho ricevuto molti messaggi di sostegno, soprattutto da parte dei bambini. 

©Vendée Globe

Alcuni mi hanno inviato disegni, altri hanno cantato per me. Una scuola di Marsiglia mi ha particolarmente toccato: gli studenti hanno trascorso un’intera giornata lavorando con una mano, mettendo un calzino sull’altra, per capire meglio la mia condizione. Questo gesto mi ha commosso profondamente. Anche questo mi ha dato molto coraggio”. La vela, dunque, si conferma una straordinaria scuola di vita dove non conta solo il risultato a livello sportivo quanto e soprattutto sotto il profilo umano. L’impresa di Xu aggiunge alla storia di questa straordinaria regata un ulteriore elemento di riflessione che la rende forse unica nel panorama degli eventi sportivi in generale e non solo quelli che si svolgono in mare. E le parole del velista cinese ne sono la conferma più lampante: “Ci sono stati molti momenti difficili nella mia vita quotidiana in mare, ma sono cresciuto grazie ad essi, sia come uomo che come atleta. 

©Vendée Globe

Per me, arrendermi non è mai stata un’opzione: volevo andare fino in fondo. La mia unica scelta era quella di combattere e affrontare ogni difficoltà. Non sono riuscito ad adattare la barca alla mia disabilità. Quest’ultima è una macchina progettata per persone con due mani, quindi inevitabilmente ho incontrato ostacoli reali. Ma alla fine, tutti noi abbiamo dentro di noi forze inaspettate. Si può realizzare e superare qualsiasi cosa”. Solo così i sogni si avverano. 

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