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Luna Rossa: l’alba di una nuova sfida

Luna Rossa ha varato LEQ12. Un nome che le si addice molto. E infatti guardarla bene sembra essere sbarcata da un altro pianeta. Con quelle ali che spuntano dallo scafo la fanno assomigliare più a una navicella spaziale che a uno scafo da regata. In effetti qualcosa di vero c’è dal momento che proietta nel futuro la nuova sfida alla 37° edizione della Coppa America lanciata da Luna Rossa Prada Pirelli. L’obiettivo è uno solo: vincere le regate di selezione e a ottobre del 2024 nelle acque di Barcellona conquistare il diritto a regatare contro Emirates Team New Zealand. Un film già visto anche se con un altro epilogo. Eppure, nel 2021 in Nuova Zelanda Luna Rossa Prada Pirelli è stata davvero vicino a compiere la grande impresa. (Qui tutti i nostri post su Luna Rossa)

Luna Rossa

“Lo scontro diretto contro i neozelandesi è stato ad armi pari e le prime regate vinte ci avevano dato una grande energia” commenta Max Sirena, Team Director e Skipper. “Non sono uno a cui piace trovare scuse o parlare di sfortuna ma, in questo caso mi viene da pensare che la sorte non ci è stata molto di aiuto. In un paio di occasioni forse dovevamo essere più cinici mentre in un’altra occasione eravamo avanti di un 1,5 km e poi sappiamo come è andata a finire. Se avessimo vinto quella prova saremmo stati sul 3 pari anziché sul 4 a 2 e sappiamo quanto il fattore psicologico possa contare in una competizione come questa e quanta pressione avremmo potuto mettere agli avversari. Ti giochi tutto in un colpo solo. È questo il bello della Coppa America: è quasi impossibile da vincere ma se non ci provi non potrai mai riuscirci”, conclude Sirena. Una frase quest’ultima cara anche a un certo Sir Peter Blake.

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 La leggenda della vela kiwi amava ripetere che l’America’s Cup è un gioco dove vincere è quasi impossibile ma non impossibile. Lo sa bene anche Patrizio Bertelli che proprio nel 2000 esordì sulla scena di questa competizione con il botto sfiorando l’impresa di vincere il prestigioso trofeo proprio contro i kiwi. All’epoca era un’altra Coppa America che si disputava con altre barche ma lo spirito in 22 anni è rimasto sempre lo stesso come abbiamo potuto vedere in occasione del varo del Prototipo Luna Rossa, la barca laboratorio della sfida italiana. Una cosa è certa, se è vero che la vittoria manca ancora all’appello è altrettanto vero che la presenza di Luna Rossa in sei partecipazioni, se si include la prossima, hanno generato un vero movimento italiano nella storia di questo trofeo. 

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“Senza togliere nulla ad Azzura o al Moro di Venezia” commenta Patrizio Bertelli, “la Coppa America è sempre stata, a livello storico, una competizione a trazione anglosassone. Anche nella vittoria di Alinghi (Auckland 2003)” prosegue Bertelli “fu determinante l’apporto dell’equipaggio quasi tutto neozelandese. L’arrivo di Luna Rossa ha riscritto un po’ le regole. Non solo. Ha contribuito a creare un vero e proprio movimento velico italiano al punto che molti velisti italiani sono stati in grado di farsi un nome, di costruirsi una reputazione e di svolgere un ruolo importante nel corso degli anni in questa competizione”.  

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Un traguardo Bertelli l’ha già comunque raggiunto: con la prossima saranno sei le partecipazioni alla Coppa America, mai nessuno prima di lui nella storia del trofeo sportivo più antico al mondo può vantare un risultato tale. Per avere un’idea Sir Thomas Lipton si è fermato a quota cinque, l’ultima nel 1930 fu con Shamrock V. Ecco perché indipendentemente dall’aspetto sportivo la 37a edizione della Coppa America sarà in qualche modo speciale per il team italiano. 

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Luna Rossa: un team ancora e sempre più italiano

Luna Rossa Prada Pirelli si presenta ancora una sfida tutta italiana un aspetto, questo confermato dai partner che hanno scelto di salire a bordo. Ancora una volta il club che rappresenta lo scafo italiano è il Circolo della Vela Sicilia così come hanno rinnovato il loro impegno sponsor come Prada, Pirelli, Panerai, The Woolmark Company, ai quali si è aggiunta la new entry Unipol Gruppo. 

Luna Rossa

“Tradizione, tecnologia e passione per le sfide sono gli ingredienti principali dell’America’s Cup, valori che Pirelli sostiene da sempre. Siamo ancora una volta a bordo per supportare un progetto in cui crediamo, un team pieno di talento e un’imbarcazione, Luna Rossa, che negli anni ha contribuito a scrivere pagine importanti di questa straordinaria competizione. Siamo fieri e onorati di vedere il brand Pirelli su queste vele cariche di tradizione e che faranno sognare ancora una volta tanti italiani, non solamente quelli appassionati di mare. L’imbarcazione e l’equipaggio hanno il potenziale per vincere e per farci emozionare. Oggi celebriamo l’inizio di un’altra splendida avventura”, ha commentato Marco Tronchetti Provera, vice Presidente Esecutivo e CEO di Pirelli. 

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Launch Luna Rossa Prototype

E restando sul tema dell’anima profondamente italiana della sfida da segnalare il ruolo che sicuramente avranno le nuove promesse della vela nazionale. “L’unico a straniero a bordo è James Spithill ma è sulla buona strada per parlare un italiano fluente” sorride Sirena. La “cantera” di Luna Rossa ha sfornato e continuerà a sfornare nuovi talenti e, in questo ambito un ruolo importante lo svolgerà la Federazione Italiana Vela. 

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 “Abbiamo iniziato da poco il programma di selezione per l’equipaggio femminile e maschile con cui si correranno la Youth e la Women America’s Cup” commenta Sirena. “Il prossimo anno parteciperemo a un programma di regate con barche volanti perché acquisiscano esperienza nelle manovre a queste velocità. La FIV sta facendo un lavoro straordinario sui giovani e stiamo patrocinando il programma Next Generation Foil Academy by FIV powered by Luna Rossa. Detto questo abbiamo nel team due ragazzi giovanissimi che in prospettiva possono guadagnarsi un posto a bordo dell’AC 75”. Un primo indizio punta dritto sulla coppia Caterina Banti e Ruggero Tita freschi vincitori del Rolex World Sailor of the Year. Proprio Tita è stato avvistato al timone del prototipo di Luna Rossa nelle prime uscite di allenamento. Nella base di Cagliari è stato avvistato anche Marco Gradoni da poco maggiorenne e già con tre titoli mondiali nella classe Optimist all’attivo. Senza contare l’apporto di Vittorio Bissaro altro talento della vela italiana. Insomma, la NextGen di Luna Rossa è già una splendida realtà.

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LEQ12 il prototipo volante

“È normale che quando riparti la prima cosa che fai è un brainstorming passando in rassegna tutti gli aspetti positivi ma anche quelli negativi della campagna precedente” racconta Sirena. “Naturalmente abbiamo analizzato con attenzione le soluzioni adottate dagli avversari che ci hanno battuto. Abbiamo studiato con attenzione tutto quello che hanno fatto. Abbiamo esaminato le linee di carene di tutti gli scafi che hanno partecipato alla precedente Coppa e osservato con attenzione ogni dettaglio e tutte le appendici. 

Luna Rossa
Max Sirena, left

Un patrimonio di dati che ci è tornato utile per sviluppare un prototipo molto estremo e che richiederà grande attenzione nella conduzione”. E le prime uscite lo hanno evidenziato come testimonia la recente scuffia avvenuta durante un allenamento in condizioni di vento e mare impegnative. “E’ una barca laboratorio a tutti gli effetti e abbiamo spinto parecchio sia dal punto di vista aerodinamico sia idrodinamico. Abbiamo fatto uno sforzo enorme per arrivare a concepire questa barca, basti pensare che gli inglesi sono scesi in acqua dopo di noi con il loro prototipo. Sono occorse 30 mila di lavoro per portarla in acqua. È stato come disegnare un AC75. 

Luna Rossa

Ci sono alcuni componenti o aspetti della barca che un occhio attento vede non in scala questo perché volevamo il più possibile avvicinarci a un AC75”. Ecco alcuni numeri che aiutano a comprendere meglio la portata dello sforzo. Nonostante le dimensioni contenute, lo scafo in carbonio ha una lunghezza di circa 12 metri, la costruzione ha richiesto quasi 10 mesi e oltre 30.000 ore di lavoro da parte di più di 25 persone e 40 membri del team design. Per la realizzazione dello scafo e dei componenti in composito sono stati impiegati 5.000 mq di fibra di carbonio applicati su differenti materiali che compongono l’anima strutturale. LEQ12 ha un albero alare. Le vele, similari a quelle utilizzate sull’AC75, adottano tecnologia North Sails. Il bompresso sarà di dimensioni ridotte e non sarà più utilizzato per il Code 0 (non più richiesto nella prossima edizione di Coppa), ma come supporto agli apparati tecnici di bordo.  

Luna Rossa
Launch Luna Rossa Prototype

Luna Rossa: tecnologia italiana, nuovo format e una Coppa sempre più hi-tech

LEQ12 è solo il primo passo. La barca a bordo della quale si alternerà un equipaggio composto da quattro persone (con la possibilità di imbarcarne ulteriori due per svolgere attività tecniche o come ospiti) fornirà tutta una serie d’informazioni indispensabili per mettere a punto il progetto dell’AC75 con cui Luna Rossa parteciperà alle regate di selezione tra due anni. Infatti tra i vincoli del nuovo protocollo c’è anche l’impossibilità a utilizzare i vecchi AC75 per sperimentare nuove soluzioni. Gli interventi in tal senso sono limitati alle vele o ai piani di coperta ma non ai foil. 

Luna Rossa
Launch Luna Rossa Prototype

Ma le novità riguardano anche altri aspetti. A bordo l’equipaggio scenderà otto unità contro le 11 della scorsa edizione. A generare l’energia necessaria non ci saranno più i “grinder” ai verricelli e al posto delle braccia saranno le gambe dei cosiddetti “ciclistiche ritornano così in scena dopo la loro comparsa a bordo dell’AC50, il catamarano di Emirates Team New Zealand che nel 2017 vincendo nelle acque di Bermuda ha riportato il trofeo a Auckland. In realtà non si tratta di una novità assoluta in quanto già nel lontano 1977 Pelle Peterson a bordo del 12 Metri Stazza Internazionale Sverige aveva, con scarso successo, sperimentato questa soluzione. 

Luna Rossa
Launch Luna Rossa Prototype

A livello progettuale la zona a bordo dell’AC75 destinata ad ospitare i “cyclors” è stata pensata in modo da garantire la massima sicurezza e quindi avrà tra le altre cose una tenuta stagna in caso di ribaltamento. L’investimento totale è tra i 90 e i 95 milioni di euro. Ma ci sono da tenere in considerazione numerose variabili legate ai costi delle materie prime schizzati alle stelle come, per esempio, gli acciai speciali molto difficili da reperire sul mercato. Tra tante novità anche alcuni punti fermi: a iniziare dalla soluzione del doppio timoniere, che si può considerare un’esclusiva di Luna Rossa come visto nella scorsa edizione.  

Luna Rossa
Launch Luna Rossa Prototype

“Ricordo che quando ci presentammo con questa soluzione all’inizio tutti ci guardarono con un po’ di scetticismo. Poi, a cose fatte, hanno iniziato a copiarci tutti ma non è così semplice” commenta Sirena. Anche perché navigare con questa modalità significa togliere un 50% del tempo a ciascun timoniere e per avere le performance migliori devi allenarti tantissimo e trovare il giusto affiatamento.  Proprio come in una staffetta. E oggi osservando la campagna acquisti operata dalle altre squadre è chiaro a tutti che la soluzione del doppio timoniere ha fatto scuola. Certo, tutto poi dipenderà dal fattore campo o meglio dal campo di regata. 

Luna Rossa

“Si riparte un po’ da zero” continua Sirena che aggiunge: “Ci aspettiamo condizioni di onda molto più lunga e pronunciata. Sarà dunque fondamentale arrivare con le idee chiare su quale set up adottare soprattutto in termini di geometrie dello scafo e dei foil”. La questione legata allo sviluppo tornerà a essere centrale. “Ci dimentichiamo sempre che durante la precedente campagna abbiamo dovuto fare i conti con il Covid che ha bloccato o rallentato lo sviluppo di alcune parti” commenta Bertelli. “Siamo stati molto penalizzati da questo punto di vista. Penso che il fattore Covid ci abbia frenato molto. Avevamo già individuato tutta una serie di interventi ma non c’è stata la possibilità di fare nulla. Per esempio” prosegue Bertelli “dovevamo miniaturizzare tutti i comandi elettronici delle derive e l’azienda alla quale era stato affidato questo compito non ha potuto portare a termine il lavoro proprio per le limitazioni imposte dal Covid”. E a proposito di aziende il nuovo AC75 sarà costruito ancora una volta da Persico Marine. 

Luna Rossa
Training

Ma non basta. “Con Persico Marine stiamo sviluppando il nuovo catamarano a idrogeno la cui costruzione avverrà sempre nel loro stabilimento” prosegue Sirena “Il progetto è nostro così come l’ingegnerizzazione. È una sfida importante dal punto di vista tecnologico e abbiamo avviato una serie di contatti con aziende italiane molto valide che operano nel mondo dell’automotive. Alcune componenti soprattutto relativamente alla parte legata all’idrogeno arrivano dall’estero. Batterie, motori elettrici e sistemi di controllo saranno italiani. Sarà qualcosa di mai visto”.  Una scelta obbligata che s’inquadra nel nuovo regolamento che impone a ogni team di dotarsi di una chase-boat alimentata a idrogeno. Un modo questo per ribadire ancora una volta l’importanza del know-how italiano sul fronte tecnologico. 

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In questo caso si rivelerà preziosa anche la partnership con Pirelli azienda il cui contributo si è rivelato prezioso nella precedente campagna di Coppa America. E, restando in tema, più le velocità sono elevate e più i materiali impiegati si rivelano di fondamentale importanza. Basti pensare a quello che succede nella MotoGp o nella Formula Uno e ai benefici che si ricavano dal modo in cui alcuni elementi a velocità elevate tendono a deformarsi migliorando così l’efficienza aerodinamica. In tal senso questa edizione della Coppa America rilancerà il contributo che proprio la Formula Uno potrà avere nello sviluppo dei nuovi AC75. Oltre a Pirelli per Luna Rossa da segnalare l’apporto degli ingegneri che lavorano nella scuderia Mercedes- AMG Petronas per il challenger britannico senza contare il ruolo di Red Bull Advanced Technologies, alla quale si aggiunge la figura di Adrian Newey, per la sfida svizzera che segna il ritorno di Alinghi nella Coppa America. 

Matteo Zaccagnino

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