Skip links

Ocean Alexander 90R

Sbarco europeo in grande stile per un cantiere poco conosciuto nel nostro Paese, ma da tempo inserito nella top twenty mondiale dei produttori di yacht da diporto.

Il cantiere taiwanese Ocean Alexander, che ha sedi produttive anche negli Usa, ha infatti debuttato, prima al salone di Cannes e poi a quello di Montecarlo, con il 90R, il primo esemplare della serie Revolution.

Sul mercato dal 1977 e famoso per la qualità dei suoi yacht, Ocean Alexander ha sempre avuto il suo sbocco naturale nei mercati asiatici e in quello statunitense. La continua crescita e il lancio di un design più adatto ai gusti europei lo hanno però catapultato nel Vecchio Continente dove ha già ottenuto consensi importanti.

Per il suo debutto ha scelto il quinto esemplare di una nuova serie pensata proprio per un pubblico europeo, notoriamente più esigente dal punto di vista del design.  «Il 90R unisce la maniacalità di Ocean Alexander per la qualità con il top del mondo dello yacht design contemporaneo ed è ricco di spunti e di idee innovative», ha spiegato Giampaolo Murzi, distributore di Ocean Alexander in Europa, Turchia e Russia.

Le line di interni ed esterni sono infatti state affidate a Evan K. Marshall, mentre l’ingegneria navale è firmata da Arrabito Naval Architechts. Con un simile binomio, il risultato non poteva che essere sorprendente. 

Pur mantenendo le linee possenti e i volumi importanti di tutti gli altri modelli, il 90R si distingue per gli esterni decisamente più attuali, per la prua dritta e per alcuni dettagli davvero degni di nota come le grandissime finestrature del ponte principale e il beach club che, grazie a  vetrate scorrevoli, quando il tempo non è clemente può trasformarsi in un observatory lounge a pelo d’acqua o in una zona relax. 

«Per quel che riguarda gli esterni abbiamo cercato di usare la maggior quantità di vetro possibile per annullare il distacco tra interni ed esterni e portare letteralmente il mare dentro la barca», ha spiegato Marshall. Le finestrature a tutta altezza del ponte principale hanno però costretto i designer a una vera e propria rivoluzione degli arredi. 

Spariti i classici mobili storage sotto le finestre, si è puntato su arredi freestanding che riportassero più a una penthouse metropolitana che a uno yacht di 27 metri.

Prova lampante ne è il salone del main deck dove i mobili per lo stivaggio di posate, stoviglie e suppellettili sono diventati bellissime isole flottanti e la zona pranzo, invece di essere nascosta a centro barca, fa bella mostra di sé proprio davanti alla grande porta scorrevole che mette in diretto contatto la cucina con il salone.

«Per accentuare al massimo l’idea del loft e la sensazione di leggerezza abbiamo scelto di usare basi rientranti per tutti i mobili in modo da rendere più dinamico ogni singolo pezzo», spiega Marshall.

Anche la suite armatoriale a prua del main deck ha risentito positivamente di questa nuova gestione degli interni. Davanti alle grandi finestrature è stata infatti posizionata una poltrona girevole che, ruotando a 360°, può essere usata sia per godersi il panorama in tutta comodità, sia per rilassarsi con la visuale preferita. 

Avendo potuto spostare la suite armatoriale sul main deck grazie ai maggiori volumi assicurati dalla prua dritta, il lower deck è interamente dedicato alle cabine ospiti il cui numero può variare in base al layout, mentre l’upper deck è rimasto libero e, oltre alla timoneria, ospita un salone che grazie alle grandi vetrate e a una porta scorrevole che lo mette in diretto contatto con il pozzetto esterno diventa un observatory lounge.

Tra le altre novità del 90R, Marshall ci tiene a sottolineare la grande accuratezza nella scelta dei materiali. «Per enfatizzare ancora di più la luminosità degli interni abbiamo optato per legni, quercia soprattutto, con venature accentuate. Le diverse tonalità, le finiture che vanno dall’opaco al superlucido e i dettagli in acciaio inox che sottolineano i cambi di colore del legno contribuiscono a dare movimento all’insieme», conclude Marshall.

Non solo, al posto dei tradizionali marmi usati sui precedenti modelli di Ocean Alexander, sulla nuova serie Revolution, mai nome fu più appropriato, è stata usata la Cambria Stone, una particolare pietra prodotta dall’omonima azienda americana che ha una resistenza, una durata e una facilità di manutenzione decisamente maggiori del marmo o del granito, oltre a costare meno. Inoltre consente un range di utilizzo più vario e più facilmente abbinabile al resto dell’interior design. 

Leave a comment