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Intervista ad Alejandro Agag

Prima l’asfalto dei circuiti cittadini. Poi le distese di sabbia nel deserto e i tracciati nelle zone più remote del pianeta: adesso è arrivato il momento del mare. L’orizzonte di Alejandro Agag non conosce confini e parte alla conquista degli oceani. Qualcuno l’ha definita una rivoluzione, altri una svolta epocale. Chi lo conosce sa che fa sul serio. Basta vedere quanto è successo con la Formula E per toccare con mano la portata del progetto E1Series.

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Alejandro Agag
Alejandro Agag

Alejandro Agag – I ritratti di Top Yacht Design

L’obiettivo è accelerare la transizione verso una mobilità sostenibile anche sull’acqua. In che modo? Attraverso un circuito di gare che hanno per protagonisti motoscafi a propulsione elettrica. «Il motor sport ha una forza enorme nel produrre cambiamenti epocali», commenta Agag. La Formula E in questo senso è una case-history. Da competizione riservata a vetture elettriche si è trasformata in un laboratorio di ricerca che ha permesso ai principali costruttori di automobili di mettere a punto propulsori elettrici sempre più performanti ed efficienti. Un’esperienza che si è rivelata utile per avviare in seguito la produzione destinata alle vetture di serie.

The Race Bird

Lo stesso principio Agag lo ha applicato alle Extreme E, un nuovo format di successo che ha per protagonisti fuoristrada elettrificati impegnati in gare entusiasmanti nelle zone più selvagge del pianeta. Un modo questo anche di sensibilizzare l’opinione pubblica sulla questione ambientale e sul cambiamento climatico generato dall’inquinamento. Ora è arrivato il momento di dare una scossa anche alla nautica. Formula che vince non si cambia. Agag in questo nuovo capitolo può contare su una squadra di primissimo livello. A iniziare da Rodi Basso, co-fondatore e Ceo di E1Series, il cui passato in Formula Uno con le scuderie Ferrari (è stato Race Performance Engineer di Rubens Barrichello), Red Bull e McLaren si è rivelata una preziosa risorsa per mettere a punto il progetto.

Race Bird, il motoscafo elettrico UIM E1 World Electric Powerboat Series RaceBird ‘RB 01’ (Photo by Lloyd Images)

Progetto che vede altri protagonisti di prim’ordine che rispondono ai nomi di Sophi Horne che, con la sua SeaBird Technologies ha sviluppato il concept di queste Formula Uno del mare a metà tra un’imbarcazione e gli X-Wing Starfighter di Guerre Stellari; Victory Marine di Brunello Acampora, coinvolto nell’ingegnerizzazione e costruzione degli scafi stessi, fino a Mario Caponnetto, la cui esperienza in Coppa America farà la differenza per permettere ai Race Bird di volare letteralmente sull’acqua. Lo spettacolo è assicurato, come ci racconta in questa intervista lo stesso Agag.

Race Bird, il motoscafo elettrico UIM E1 World Electric Powerboat Series RaceBird ‘RB 01’ (Photo by Lloyd Images)

A settembre 2020 a Montecarlo avete presentato il progetto E1Series. Un anno più tardi avete svelato, sempre nel Principato di Monaco, il modello in scala 1 a 1 di Race Bird, l’imbarcazione con la quale si correranno le E1Series. Si può dire che non abbiate perso tempo.

In un anno abbiamo fatto molta strada. Abbiamo trovato un partner importante come il fondo sovrano saudita che ha messo a disposizione le risorse finanziare per sviluppare il progetto. A questo si sono poi aggiunti i partner tecnici come Mercury Racing, Navico con Simrad e C-Map, Victory Marine e Kreisel per le batterie elettriche. Quelli che in principio erano solo un’idea e un concetto condivisi con Rodi Basso e Sophie Horne nel giro di poco tempo si è trasformata in una realtà tangibile. Ma siamo solo agli inizi. Il programma per il futuro è serrato. Nei primi mesi del 2022 scenderà in acqua il prototipo del RaceBird che sarà utilizzato per test e collaudi. L’idea è di arrivare a giugno pronti a partire con la produzione delle barche che parteciperanno al mondiale e avere pronta la flotta pronta per la fine del 2022. Saranno in totale 24 imbarcazioni più tre di riserva. Anche perché l’obiettivo è quello di far partire il campionato nel 2023. 

Race Bird, il motoscafo elettrico UIM E1 World Electric Powerboat Series RaceBird ‘RB 01’ (Photo by Lloyd Images)

Quale sarà il format delle E1 Series?

In una prima fase abbiamo immaginato un campionato articolato su prove che si disputano su percorsi ricavati in località di grande fascino e accessibili al grande pubblico. In tal senso stiamo portando avanti il progetto di gareggiare a Venezia, località di mare dal fascino unico, ma anche una città estremamente fragile e minacciata dagli effetti causati dai cambiamenti climatici. Ma ci sarà spazio anche per tappe che si svolgeranno in città che si affacciano sul lago come per esempio Ginevra. Allo stesso tempo, un altro set di scafi sarà imbarcato sulla St. Helena e correrà in aree remote come la Groenlandia e l’Amazzonia. 

La sostenibilità è uno dei pilastri di questo progetto. Lo stesso vale per le Extreme E. In tal senso ho visto che era presente in alcune tappe del mondiale. Una prova generale che può dare il senso di quello che saranno un domani le E1 Series. Che effetto le ha fatto assistere a gare disputate in luoghi così inusuali per le competizioni off-road?

È stata una sfida nella sfida. Portare le vetture in aree così lontane ha richiesto uno sforzo organizzativo e logistico senza precedenti. Ma la cosa che più mi ha impressionato è stato toccare con mano come l’inquinamento non abbia risparmiato neanche l’Artico. L’obiettivo che ci siamo posti è mettere l’accento sulla questione ambientale diventata ormai prioritaria. Vogliamo fare la nostra parte

Race Bird, il motoscafo elettrico UIM E1 World Electric Powerboat Series RaceBird ‘RB 01’ (Photo by Lloyd Images)

Il rispetto e la tutela dell’ambiente passano a suo avviso anche da un modo diverso d’intendere il concetto di mobilità?

Nell’automotive è già una realtà. Nella nautica sta iniziando solo adesso questo processo di transizione. Non sarà immediato. Ci vorrà del tempo. L’obiettivo è chiaro, quello che è ancora da decifrare è il modo in cui raggiungerlo. Sicuramente non c’è un’unica strada da seguire. La tecnologia ha compiuto progressi importanti e sarà d’aiuto in questo processo di transizione anche per il settore nautico. Sono convinto che le E1Series saranno uno straordinario acceleratore. Il mio sogno è vedere un giorno schierati al via del campionato team Benetti, Feadship, Lürssen, Riva solo per citarne alcuni. Questo progetto vuole essere anche una piattaforma di comunicazione che permetta ai principali player dell’industria nautica di dare visibilità ai progetti e alle strategie che stanno portando avanti nel campo della sostenibilità.

Race Bird, il motoscafo elettrico UIM E1 World Electric Powerboat Series RaceBird ‘RB 01’ (Photo by Lloyd Images)

Come saranno organizzate le E1Series?

Ancora non è stato definito nel dettaglio. I team non saranno più di 12. Il campionato si articolerà su 10 prove, anche a eliminazione diretta, nelle quali la velocità non sarà l’unico requisito per vincere. L’abilità del pilota sarà messa a dura prova anche nella gestione della carica della batteria.

Ma è solo l’inizio. Allacciatevi le cinture di sicurezza, lo spettacolo sta per cominciare. 

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