Dal 1983, il loro studio ha creato progetti per yacht di tutte le dimensioni, riscuotendo successo sulla scena delle regate e raccogliendo ampi consensi.
Nelle parole di Jim Pugh, la storia è iniziata nel 1983. “Fu allora che io e John decidemmo di fondare la Reichel/Pugh Yacht Design. La sede era il mio garage”. Jim, inglese nato a Liverpool, è stato un velista professionista e ha gestito la costruzione del 42′ Williwaw progettato da Doug Peterson, che lo ha portato nel suo studio di San Diego. Fu qui che conobbe John Reichel, che aveva trascorso la sua infanzia navigando a vela al largo di Long Island. All’età di quindici anni John iniziò a navigare in mare aperto e poi si laureò in architettura navale all’Università del Michigan, entrando poi a far parte dello studio Peterson. Jim e John lavorarono insieme per alcuni anni, poi si stabilirono nel garage di Jim. Da allora Reichel/Pugh Yacht Design ha progettato tutti i tipi di barche a vela, da quelle da regata pura a quelle da crociera. J
im attribuisce questo merito alla “capacità innata di John di progettare qualsiasi tipo di barca a vela”. John stesso dice che “ho avuto un buon insegnante durante i miei cinque anni a Peterson”. Ed è vero che i loro yacht compaiono nell’albo d’oro dei principali eventi velici internazionali, dalle tredici vittorie di Morning Glory nella Sydney-Hobart ai nove record stabiliti da Wild Oats XI, alle vittorie dei due Alfa Romeo, all’ultima vittoria assoluta del 66′ Alive e ai secondi e terzi posti conquistati dai progetti R/P. Senza dimenticare la vittoria di Black Jack nella Sydney-Hobart Race del 2021. Lo yacht ha poi trascorso un periodo in Mediterraneo, dominando la Rolex Giraglia 2023. Seguono la Fastnet Race, la Newport-Bermuda, la Transpac, dove gli yacht R/P hanno stabilito il record per tre volte, e la Transatlantic Race, vinta nel 2018 dal 130′ My Song. E poi l’America’s Cup, con America3 di Bill Koch, vincitore nel 1992.
Con un portfolio del genere, una domanda è d’obbligo: esiste un segreto per progettare yacht vincenti?
“Stiamo continuando a sviluppare le prestazioni dei nostri progetti”, afferma Jim Pugh, “in linea con le classi, i campi di regata e le condizioni meteorologiche. Ogni nuovo incarico è emozionante a modo suo e offre nuove opportunità in termini di design e tecnologia. Abbiamo incluso studi CFD completi in tutti gli aspetti del nostro lavoro, sia per le barche da regata che per i superyacht. Ad esempio, per il Reichel/Pugh Nauta 154′ Nilaya abbiamo coinvolto specialisti di Coppa America come Caponnetto-Hueber e Gorgio Provinciali per analizzare le prestazioni e il Velocity Prediction Program”.
Oltre a Nilaya, hai progettato altri superyacht, tra cui il 200′ Hetairos, il 130′ My Song, il 100′ Magic Carpet 3 e Galateia. Come pensi che si evolverà il settore e il design degli yacht?
J.P. I superyacht sono particolarmente interessanti. C’è molto spazio per lo sviluppo delle prestazioni, della gestione del mare, della manovrabilità e del comfort. Si rivolgono a chi vuole attraversare gli oceani più velocemente e navigare su barche facili da gestire. In generale le regate incoraggiano lo sviluppo di sistemi, attrezzature e vele migliori. Ogni superyacht è diverso.
Hai anche progettato monotipi come il Melges 24 e ti sei occupato dell’ingegneria navale delle repliche del Ranger, il J Class progettato da Starling Burgess e Olin Stephens nel 1937 e ricostruito nel 2002…
J.R. Il Melges 24 è nato durante i nostri incontri con Buddy Melges (Melges era timoniere di America3 – ndr) alla Coppa America del 1992. Per il Ranger è stato un piacere vedere i disegni e ricreare il progetto. Molte barche da regata di quel periodo erano molto avanzate in termini di design e ingegneria. I vecchi Ranger erano in acciaio, ma erano vuoti. Anche la replica è in acciaio, ma è completamente equipaggiata. Nonostante ciò, ha vinto molte regate.
In quali progetti sei coinvolto al momento?
J.P. Stiamo lavorando a Magic, un nuovo superyacht di 44 metri, e a un racer di 100 piedi.
Ultime domande. C’è un progetto che per te è speciale? Dove possiamo trovare la tua “firma”?
J.R. Il progetto speciale è sempre quello a cui stiamo lavorando. Voglio che i nostri progetti siano conosciuti per le loro prestazioni e la loro bellezza tra dieci, venti anni.
J.P. Uno dei nostri progetti speciali è Abracadabra, il 50 piedi del 1990 che ha vinto il Campionato Mondiale di Classe quell’anno e quello successivo. La nostra firma è la capacità di ascoltare gli armatori e di creare yacht che superano le loro aspettative.
Emilio Martinelli