Francesco Guida è un personaggio unico, un incrocio tra un nobile d’altri tempi e il deus ex machina del settore nautico.
L’ingegnere navale napoletano è al tempo stesso geniale e riservato e, avendo trascorso decenni a progettare imbarcazioni belle e rivoluzionarie, è uno dei nomi di riferimento del settore.
La progettazione di yacht è una passione che mi accompagna da sempre. All’età di 12 anni, Guida portò i suoi primi disegni a Giovanni Jannetti di Sanlorenzo per chiedere il suo parere. A 22 anni ha conseguito una laurea con lode in ingegneria navale, ma anziché dedicarsi alla costruzione di scafi e linee d’acqua, si è dedicato alla progettazione di esterni e interni.
“Quando mi sono laureato (all’inizio degli anni ’80, ndr), la mia famiglia non vedeva di buon occhio che lavorassi nel mondo della nautica, anche se progettare barche era la mia grande passione fin da bambino”, esordisce Guida. “Quindi l’unico modo che avevo per fare questo particolare lavoro era iscrivermi a un corso di laurea in ingegneria navale che fosse accettabile per i miei genitori e mi permettesse di rimanere nel mondo che amavo di più”.
Ma la laurea in ingegneria navale non gli ha aperto automaticamente le porte del suo amato design nautico. “Altre cose sono molto più utili, come la navigazione a vela e la conoscenza della storia del design degli yacht”, continua. “Si possono progettare le barche più belle del mondo, ma se non si ha esperienza o un background, non si va da nessuna parte”.
È necessario anche l’ingegno, qualcosa che non si può imparare all’università. Il lavoro di Guida è guidato dal desiderio di far sì che le persone si godano il più possibile il loro tempo a bordo. “L’innovazione di per sé non significa tanto creare linee innovative o sorprendenti, ma sviluppare e testare nuovi modi di vivere a bordo e nuovi usi delle imbarcazioni che siano al passo con i tempi in cui viviamo”, sottolinea.
Le sue barche sono la prova vivente di questo approccio: dalla sua prima creazione, il Magamarine 35, negli anni ’80, che è stato anche il primo fisherman costruito in Italia, all’Italcraft 51, il primo motoscafo con garage per il tender, fino alla serie Arcadia, che nel 2008 ha rivoluzionato l’intero concetto di yacht con una tuga vetrata e pannelli solari, è chiaro che Guida guarda al passato per migliorare il presente.
“L’Arcadia si ispira decisamente ad Atzeca, Paradiso e Highlander (i tre yacht di Jon Bannenberg che hanno segnato la storia dello yacht design, ndr), ma si differenzia da questi ultimi per il concetto di pozzetto, perché i tempi erano maturi per avere grandi spazi da vivere all’aperto”, spiega Guida. “Conoscere la storia del design degli yacht è essenziale, perché non si può innovare se non si conosce il percorso che ha portato a quel particolare momento nel tempo. Riuscire a prendere un pilastro del passato e dargli un tocco di modernità è una delle tattiche che di solito funzionano, ma per riuscirci bisogna conoscere bene il proprio mestiere”.
Uno degli ultimi yacht di Guida ne è un’illustrazione lampante: il Cetera 60 è chiaramente ispirato al Chris Craft House Boat 32 della fine degli anni ’70. “Chris Craft ha fatto qualcosa di incredibile e rivoluzionario per l’epoca: ha spostato le zone giorno e notte sullo stesso livello. Da qui è nata l’idea del Cetera”, racconta Guida, “ho progettato una barca compatta con un layout su un unico ponte in modo che le cabine fossero ben lontane dalla sala macchine e avessero una splendida vista in porto”.
Una barca innovativa ma rivestita dalle classiche linee Guida. La distribuzione dei volumi e dei livelli non solo garantisce un maggiore comfort, ma facilita anche la costruzione e l’allestimento, con conseguente miglioramento della qualità e riduzione dei costi.
Nonostante la sua riluttanza a salire sotto i riflettori, Francesco Guida si è trovato a cavalcare la cresta dell’onda negli ultimi anni, grazie al suo talento eclettico. È altrettanto felice di progettare un gommone di 10 metri o un megayacht di 80 metri. “È stupido misurare le proprie capacità in base alla lunghezza delle barche che si progettano”, spiega.
Ma il suo tocco magico gli permette di creare senza sforzo linee pulite e moderne e interni eleganti che sono anche gentili e sottili come lui stesso.
All’ultimo Festival di Cannes, sei degli yacht esposti sono stati progettati da Francesco Guida o ispirati ai suoi modelli precedenti. Un risultato da record.
Guida collabora con il Gruppo Palumbo per il quale ha disegnato gli interni e gli esterni di tutta la nuova serie Extra ed Extra Fast oltre a scafi del calibro del 120 Sport Clorinda e dell’80m Dragon. Collabora anche con il Gruppo Azimut Benetti, disegnando gli interni della serie S, dall’S6 al rivoluzionario S10 e a tutti i modelli di medie dimensioni intermedi.
Barche che riflettono la sua visione del futuro dello yacht design. “Le forme del futuro dovranno essere semplici, molto diverse da quelle disordinate e contorte in voga ora. Dovranno trovare il giusto equilibrio tra superfici chiuse e superfici vetrate e dovranno essere basse per migliorare la stabilità”, dichiara.
Guida mantiene il riserbo sui progetti futuri, ma si lascia sfuggire un’intrigante informazione: “Non ho ancora costruito la mia barca preferita. Ma sarà una rivoluzione: il tender perfetto. Come un origami bello sia chiuso che aperto”. Non vediamo l’ora!