Può un Explorer essere una barca sicura, in grado di navigare ovunque, ma elegante, sofisticata ed easy to go al tempo stesso? Sì, se si tratta di un Explorer firmato Rosetti Superyachts e commissionato da una coppia di armatori lungimiranti.
Fondato tre anni fa come divisione di Rosetti Marino Group, uno dei più importanti player italiani nell’ingegneria e costruzione di piattaforme e high tech vessel per l’industria oil e gas offshore e inshore, Rosetti Superyachts beneficia delle strutture esistenti e del grande know how maturato da cantiere e maestranze in quasi cento anni di attività, e può assicurare alti standard costruttivi per imbarcazioni in metallo a partire da 35 metri.
«Giusto per dare un’idea, questo Explorer da 38 metri, che, grazie alle sue 410GT ha volumi tipici di un 45 metri, è lo scafo numero centoventitre del Gruppo», spiega Andrea Giora, sales director e board member di Rosetti Superyachts. «Un traguardo importante che, da solo, spiega quale sia l’esperienza accumulata finora nella costruzione di navi sicure ed affidabili. Ma non è tutto», continua, «i clienti sono anche attratti dalla solidità finanziaria del cantiere e dal rispetto meticoloso dei tempi di consegna, due plus che possono fare la differenza», conclude.
L’Explorer 38m è il loro primo yacht da diporto e sarà varato ad aprile del prossimo anno. Commissionata da armatori di grande esperienza che non hanno neppure avuto bisogno di un surveryor, ha interni affidati a una giovane e promettente coppia di yacht designer ravennati: Francesca Burdisso ed Emiliano Capponi; mentre exterior design, compartimentazione, architettura e ingegneria navale sono firmati dalla Hydro Tec di Sergio Cutolo.
«Fin dal primo briefing ho capito che gli armatori avevano le idee chiare», spiega Sergio Cutolo. «Mi hanno chiesto una barca moderna, ma senza estremismi. Un vero Explorer in grado di stare in mare in autonomia anche per lungo tempo, e quindi con spazi storage e caratteristiche tecniche adeguati, ma al tempo stesso una barca che avesse il comfort di una di dimensioni maggiori», racconta. Il risultato è un 38 metri dall’aspetto mascolino, enfatizzato dalla prua abbastanza verticale, dalle linee squadrate e da ampi spazi esterni. Uno scafo con carena dislocante con bulbo, una sezione di poppa generosa e, soprattutto, un tunnel tecnico di ispezione che corre per quasi tutta la lunghezza dello scafo per consentire la manutenzione e le riparazioni.
«Tra le richieste tassative degli armatori c’era quella di non avere alcun tipo di impedimento all’ingresso del main deck. Né prese d’aria, né scale», spiega ancora Sergio Cutolo, che continua «a poppa è stata installata una grande veranda che accoglie una lounge informale, mentre le prese d’aria sono state spostate a mezza nave, insieme alle scale d’accesso agli altri ponti», conclude.
E proprio i trunk di ventilazione posti a mezza nave sono stati lo spunto che hanno consentito agli interior designer di trasformare un vincolo in uno spunto progettuale che è poi diventato uno dei punti focali del main deck. «Li abbiamo rivestiti in rovere affumicato, che contrasta con i colori chiari del resto del décor», spiega Francesca Burdisso. «E abbiamo valorizzato quest’area inserendo un mobile basso a sinistra e sulla dritta una cantinetta in vetro refrigerata per i vini capace di contenere fino a 150 bottiglie, che è diventata uno straordinario elemento d’arredo», conclude. L’input iniziale degli armatori era quello di usare materiali semplici e naturali e tonalità neutre. «Per movimentare l’ambiente, abbiamo giocato moltissimo sui volumi, che sono stati decostruiti, e sull’illuminazione», le fa eco Emiliano Capponi.
Il risultato è un ambiente sofisticato ma semplice al tempo stesso con alcuni focus di grande impatto. Uno di questi è la scala che collega tutti i ponti e che partecipa a tutti gli effetti allo spazio del salone. Posizionata alle spalle della sala da pranzo è visibile fin dall’ingresso ed ha scalini aerei in resina ruvida bianca che contrastano con la paratia scura cui sono agganciati.
Al centro del vano scale c’è uno skylight che corre per tutti i ponti e alla cui base, sul ponte principale, è stata posizionata un’opera d’arte. Il layout prevede una lounge con divani contrapposti a poppa del main deck; sala da pranzo a centro barca e suite armatoriale con doppio bagno, studio e balconcino fisso a prua dello stesso ponte.
Sul lower deck trovano posto quattro cabine doppie, due matrimoniali e due a letti gemelli con terzo letto a ponte per gli ospiti, la zona equipaggio con pantry, mess e tre cabine doppie e, all’estrema poppa, un beach club dotato di divani e di grandi armadiature. La zona laundry e bosun locker si trova a prua della cabina armatoriale, mentre salone principale, cabina comandante e wheelhouse caratterizzata da un’elegante plancia integrata compongono l’upper deck. I 150 metri quadrati del sundeck accolgono l’area pranzo, il corner bar e un grande prendisole a poppa e, a prua, un infinity pool con cascata, divisa dal resto del ponte da una vetrata e da due porte antivento.