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Alla 21a Argentario Sailing Week la storia dello yacht design

Scud, Toi et Moi, Il Moro di Venezia I, Varuna 1939. Sono i vincitori nelle rispettive classi della 21a Argentario Sailing Week che dal 16 al 19 giugno organizzata dallo Yacht Club Santo Stefano e dal Comune dell’Argentario ha riunito le più belle imbarcazioni d’epoca. 28 le barche che in mare e a terra hanno trasformato l’Argentario nella capitale della vela d’epoca con una parata di imbarcazioni che raccontavano 177 anni di progettazione e di storia dello yachting.

I gioielli di Herreshoff e di Fife sul red carpet dell’Argentario Sailing Week

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Scud, progetto di Nathanael Herreshoff del 1903. Photo Marco Solari

Una parata aperta, e non solo per la vittoria nella “Vintage Aurici” di Scud di Patrizio Bertelli. Progettato da Nathanael Herreshoff nel 1903, Scud, lungo 14,80 metri ft, è stato il penultimo dei 13 scafi della classe “Bar Harbor 31-footers”. In classifica, alle spalle di Scud troviamo Marga, primo 12 metri SI disegnato e costruito nel 1910 dallo svedese C. O. Liljegren, che aveva imparato il mestiere di progettista dal “mago di Bristol”: Nathanael Herreshoff.

Ma alla 21a Argentario Sailing Week erano in regata anche alcune delle imbarcazioni disegnate da William Fife III. Come Sumurum, ketch Marconi di 28,60 metri varato nel  1914 dal cantiere William Fife Fifw & Sons di Fairlie, Scozia e Hallowe’en varato nel 1926

La Marina Militare Italiana custode delle tradizioni

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Marga, progetto di C. O. Liljegren del 1910. Photo Marco Solari

E la parata di grandi progettisti prosegue con John Illinworth e con Artica II, costruita dal cantiere Sangermani e varata nel 1956. Una delle due imbarcazioni della Marina Militare Italiana. L’altra era il 5.50 SI Grifone, progetto del 1962 di Thor Olson che corse per l’Italia (timoniere l’ammiraglio Tino Straulino) alle Olimpiadi del 1964. E non potevano mancare le barche firmate da Sparkman & Stephens come Varuna of 1939, varato nel 1938 dal cantiere Jakobson Yard  di Brooklyn con il nome di Enterprise.

Una grande passione quella per le barche d’epoca all’Argentario Sailing Week

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Toi et Moi, project Dykstra Naval Architects of 2018. Photo Marco Solari

E infine, a collegare il passato e il presente raccontato non solo dalle barche e dai progettisti ma anche dalla passione che anima gli armatori che hanno dato vita alla 21a Argentario Sailing Week, tre imbarcazioni. Nei “Classici” (yacht in legno o metallo costruiti prima del 1976) Il Moro di Venezia I, il maxi (20,41 metri di lunghezza) disegnato da Germàn Frers e varata appunto nel 1976 e, negli “Spirit of Tradition”, Midva, progetto di Ron Holland del 1980 e Toi et Moi, un progetto dello studio olandese Dykstra Naval Architects. Toi et Moi è stato varato nel 2018, solo quattro anni fa a dimostrazione che il piacere di navigare su una barca dalle linee d’antan, è più che viva. Come ha dimostrato la 21a Argentario Sailing Week.

Emilio Martinelli

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