Ecco l’editoriale di Top Yacht Design 31 nel quale il direttore, Matteo Zaccagnino, parla della transizione che stiamo vivendo. (Qui tutti gli altri editoriali)
Il punto di svolta
Transizione. Mai termine fu più azzeccato per fotografare il momento che stiamo vivendo. In tutti gli ambiti, nessuno escluso. A guidare il cambiamento, la necessità di trovare soluzioni sostenibili ed efficienti. È presto per dire l’impatto che avranno sulle nostre abitudini e come evolverà il nostro stile di vita. Ma il processo è iniziato ed è irreversibile. Come accade quando ci troviamo di fronte a svolte così epocali è lecito porsi delle domande. Perdere i punti di riferimento e trovarne di nuovi è difficile. Adattarsi a un nuovo scenario richiede tempo.
A volte accade, proprio come sta succedendo nell’automotive, che il tema del passaggio alla mobilità elettrica su strada spacchi in due gli schieramenti. Da una parte ci sono quelli che difendono a spada tratta il cambiamento e altri che, al contrario, sono scettici sui reali vantaggi e benefici che questa scelta porterà agli utenti finali. Già, è questo il cardine di tutto il ragionamento: i consumatori oppure, per dirla meglio, la clientela. Spettatori di un cambiamento che, a un certo punto, li poterà a compiere delle scelte che in qualche modo lasceranno un segno nelle loro abitudini in tema di mobilità.
Tempi di ricarica, colonnine, autonomia, gestione delle utenze di bordo in funzione dell’energia che consumano, programmazione. A questo punto è lecito chiedersi cosa c’entra tutto ciò con l’industria nautica e, soprattutto, con il design. Al momento non c’è una vera risposta. Per farsi un’idea però è sufficiente intercettare i tanti segnali che stanno arrivando dal settore. I primi saloni nautici della nuova stagione hanno ulteriormente messo l’accento su questo aspetto. Nell’agenda dei cantieri più importanti la questione legata al tema della sostenibilità sta diventando sempre più centrale in tema di scelte e investimenti. Da osservatore esterno è stato interessante rilevare come ognuno abbia imboccato una propria rotta. Tra i più convinti sostenitori del cambiamento c’è il Gruppo Sanlorenzo che ha addirittura varato un piano chiamato Road to 2030.
Un passaggio chiave di questo percorso sono gli accordi siglati con partner come Siemens Energy, MTU e Volvo Penta, che permetteranno al Gruppo di far scendere in acqua tre imbarcazioni, una delle quali a marchio Bluegame, che adotteranno, in un caso per la generazione di energia e negli altri per la propulsione, sistemi a idrogeno ottenuto da metanolo. Ferretti Group dal canto suo nell’anno delle celebrazioni del 180° anniversario dalla fondazione di Riva ha annunciato l’El-Iseo il primo modello full electric del cantiere. C’è poi chi come Azimut-Benetti spinge forte il pedale sulle propulsioni ibride, su carene più efficienti e materiali più leggeri al fine di ridurre significativamente le emissioni. La corsa è appena iniziata. Ma c’è da chiedersi quale sarà la strada giusta da seguire.