Un moderno classico dall’interior design non iper-decorativo. Si può prendere il via da questa definizione per raccontare il progetto di un nuovo 57 metri (esattamente 57,5 metri) di Turquoise Yachts. Un progetto che, per l’exterior design, porta la firma dello studio A. Vallicelli & C., in quanto evoluzione del Turquoise 74 metri, fino a oggi costruito in due esemplari, e appunto opera del team di Andrea Vallicelli e Alessandro Nazareth.
«Inizialmente il progetto era di un 50 metri» spiega Nazareth. «Lunghezza che nello sviluppo del lavoro e sulla spinta del principale azionista del cantiere, Mohammed Al Barwani, sempre molto presente nelle fasi iniziali di ogni yacht che esce dal suo cantiere, è aumentata fino a oltre 57 metri. Per esempio il nome del progetto, «Amor», è stato una sua proposta ed è l’inverso di Roma, città dove ha sede il nostro studio».
Un progetto che quindi rispetta le family line del 74, di cui riprende elementi e caratteristiche riconoscibili, come la progressione dei tettucci, l’andamento delle ali di plancia, le finestrature sullo scafo con quelle di prua che si sviluppano molto in altezza e l’andamento dello specchio di poppa. «Una differenza importante è invece», sottolinea Nazareth, «lo sviluppo su tre ponti più il fly, uno in meno del 74. Per il resto i concetti di base sono i medesimi. Con però tutta la difficoltà di ridurre da 74 a 57 metri le dimensioni, conservando l’impostazione del più grande, di cui mantiene le proporzioni ben bilanciate tra ponti coperti e aree esterne scoperte».
Con in aggiunta alcune modifiche come un beach club importante, la zona di rimessaggio dei tender portata sul ponte di prua e l’assenza di una piscina (su queste dimensioni non fondamentale) sostituita da alcune jacuzzi in opzione. «Oltre agli esterni» conclude Alessandro Nazareth, «abbiamo tracciato anche i piani generali di massima degli interni che possono contare sui grandi volumi di uno yacht largo 10 metri che definirei classicamente comodo, senza particolari elementi di rottura, ma che il cantiere ritiene possa ripetere il successo del modello dal quale trae ispirazione».
Non un’ispirazione, ma una chiara indicazione è invece quella uscita dal primo briefing tra Barwani e Hot Lab, lo studio milanese di Antonio Romano, responsabile marketing & stategist, ed Enrico Lumini, chief designer, che firma il design dello studio. La traccia è stata molto chiara. «Un tema cromatico tendenzialmente marinaro» spiega Enrico Lumini. «Un binomio bianco-blu che nello sviluppo del progetto ha virato sull’argento-blu. E su questa bicromia abbiamo elaborato uno stile al tempo stesso moderno e classico senza eccessi in termini di decorazione. Abbiamo lavorato molto non tanto nelle geometrie, quanto sui materiali e sulla variazione, appunto materica, dello stesso colore».
Un esempio è nelle variazioni dei bianchi generati da essenze diversamente trattate: dal superlucido 100 Gloss al rovere con poro aperto o chiuso che generano bianchi più o meno pieni. Ma nella tavolozza di Hot Lab troviamo anche dettagli che sono al tempo stesso decorativi e materici. Come avviene all’ingresso del salone sul main deck con un elemento realizzato con una carta da parati tridimensionale di Lalique che alla potenza dell’immagine abbina una grande morbidezza grafica. «È un elemento» prosegue Lumini, «che esprime al meglio il binomio che si deve realizzare tra i desideri dell’armatore e il segno che gli architetti devono essere in grado di inserire». La carta da parati del salone è solo uno dei moltissimi elementi di design che arricchiscono, assieme ai tavolini da caffè o al tavolo di pranzo firmati da Hot Lab, tutti gli ambienti. E le firme sono quelle di B&B Italia, Swarovski, Minotti, Rubelli/Armani Casa, Visionnarie. E di Bastian by Visionnaire sono divani e pouf del salone dell’upper deck. L’ambiente che per Enrico Lumini meglio riassume lo spirito del nuovo Turquoise Yachts.
«Non solo su questo, ma in generale su tutti gli yacht, è l’ambiente che prediligo. È il salone più cozy, che in genere accoglie solo la famiglia. E anche se i materiali sono gli stessi degli altri ambienti, qui l’atmosfera è più intima. Inoltre, come su molti dei nostri progetti, qui il layout comprende diversi gruppi di sedute. Diverse possibilità di aggregazioni che, pur condividendo il medesimo ambiente, rendono lo spazio più interessante».
Uno spazio quello del salone sull’upper deck che si aggiunge alla suite armatoriale sul main deck, a una vip e a quattro cabine ospiti. Un’organizzazione di impostazione classica, che si abbina a un design e a un décor ricercati nei materiali e nel loro impiego senza però arrivare e una sovra-esposizione della decorazione. «Una contemporaneità bilanciata» la chiusa di Enrico Lumini.