In attesa di sapere il dove, finalmente si conosce il come e con quale barca si correrà la 37a America’s Cup difesa con successo da Emirates Team New Zealand che il 21 marzo 2021 vinse la regata del 7 a 3 battendo Luna Rossa Prada Pirelli Team. Il 17 novembre scorso dopo una serie di rinvii, è stato infatti pubblicato il Protocollo elaborato dal Defender, il Royal New Zealand Yacht Squadron, e dal Challenger of Record, il Royal Yacht Squadron, il più prestigioso yacht club britannico fondato nel 1815 e che ha sede a Cowes sull’isola di Whight. Questi alcuni punti centrali del Protocollo che in 85 pagine traccia il profilo della prossima edizione del più antico trofeo velico al mondo: una Brocca, nata come “One Hundred Sovereigns Cup” ma da tutti conosciuta, prima di diventare America’s Cup, come “Coppa delle 100 Ghinee” realizzata nel 1848 da Robert Garrard & Co, gioielliere di Sua Maestà, e messa in palio la prima volta nel 1851. Allora la “Old Mugh” come viene chiamata era alta 83 centimetri e pesava 3,8 chilogrammi. Oggi, con l’aggiunta di un basamento che riporta i nomi dei vincitori, è alta un metro e dieci centimetri e pesa 17 chilogrammi.
Prima data significativa del calendario stilato dal Protocollo è il 1° dicembre 2021 giorno di apertura delle iscrizioni alla 37a America’s Cup che si chiuderanno il 31 luglio 2022. All’atto dell’iscrizione il Club sfidante, il Challenger, deve versare 1 milione di dollari USA. La seconda rata di 1,5 milioni di dollari USA (come la prima non rimborsabile) va versata entro il 22 settembre 2022, ma si può anche pagare a rate. Il Defender, sentito il Challenger of Record, potrà comunque accettare (dietro pagamento di una sovrattassa) o meno, iscrizioni fino al 31 maggio 2023. Seconda data da segnare, il 31 marzo 2022 quando sarà comunicata la sede delle Challenger Selection Series (CSS), la ex Louis Vuitton Cup poi diventata nell’edizione 2021 Prada Cup e che questa volta avrà un altro nome, e della finale: The Match. Il periodo dei due eventi sarà compreso tra gennaio e settembre 2024 e dipenderà dall’emisfero della sede della regate.
Le CSS si svolgeranno su Round Robin, semifinali e finale, tutte con la formula di Match Race e, per la prima nella storia dell’America’s Cup, il Defender potrà partecipare ai Round Robin, senza però entrare nella classifica delle regate. Oltre alle CSS sono previste tre Preliminary Regattas da disputare nel 2023. Due in località diverse dalla sede di CSS e The Match, e la terza, si svolgerà poco prima e nella medesima sede dei due eventi. Le Preliminary Regattas saranno corse, le prime due, con il nuovo AC40, la terza e la finale con l’AC75.
E, venendo all’AC75, il Protocollo, per contenere futuri costi pone come clausola per gli sfidanti che, chiunque vinca, anche la 38a America’s Cup, sarà corsa con gli AC75, il monoscafo foiling di Auckland 2021. Per l’edizione 37 ogni sfidante potrà costruire una sola nuova barca (obbligatoriamente costruita nel Paese sede dello Yacht Club sfidante), non potrà costruire alcun prototipo o piattaforma sopra i 6 metri di lunghezza che possa fornire informazioni utili allo sviluppo dell’AC75 e, come in precedenti edizioni, sono previsti periodi di “no sailing” prima delle CSS e di The Match. Assieme al Protocollo sono state anche pubblicate la Class Rule e le Istruzioni Tecniche per gli AC75 (si arriva a105 pagine di regole) che impongono restrizioni sull’impiego di alcuni materiali e sui sistemi di governo e controllo. Tutte limitazioni che hanno come obiettivi la riduzione dei costi e quindi di attrarre possibili Challenger.
La seconda classe protagonista delle Preliminary Regattas è il nuovo AC40: la versione ridotta dell’AC75 (circa 13 metri contro circa 25 metri di lunghezza). Tutti i team dovranno acquistare almeno un esemplare di AC40. Tutti gli AC40 saranno costruiti da un unico cantiere neozelandese. L’AC40 oltre che nelle Preliminary Regattas sarà impiegato dai team nei test e pure nelle Youth and Women’s AC Regattas, altra novità del format che esce dal Protocollo. Nell’ambito degli eventi che precederanno le CSS e The Match sono infatti previsti due eventi con gli AC40 con equipaggi Under 25, femminili e misti. E, a proposito di equipaggi, si torna all’AC75 sul quale l’equipaggio passa da 11 a 8 componenti. Tutti dovranno essere della nazionalità del Club sfidante oppure avere la residenza in quella nazione da almeno 18 mesi per essere a bordo degli eventi in calendario per la 37a America’s Cup. Sempre in tema di equipaggi e attività in mare, le telecamere a bordo e la telemetria, saranno in azione non solo durante tutte le regate in calendario, ma anche quando le barche saranno impegnate in allenamenti sul campo di regata delle CSS e di The Match.
A tutto questo si aggiunge una novità relativa alle barche assistenza. Defender e Challenge of Record stanno infatti valutando la possibilità (la decisone finale, dice il Protocollo, sarà pubblicata il 1° giungo 2022) di imporre che ogni team utilizzi almeno due barche assistenza, le chase boat, dotate di foil e con propulsione a idrogeno. Il prototipo sul quale Emirates Team New Zealand sta lavorando è un’imbarcazione di 10 metri che, superati test e prove in mare, sarà proposta ai team dall’organizzatore della 37a America’s Cup, ACE (AC37 Event Limited), a un prezzo inferiore ai 2 milioni di dollari neozelandesi, circa 620.000 euro. Ciascun team potrà comunque sviluppare le proprie chase boat che dovranno rispettare una sorta di regola di stazza che comprende una serie di parametri come essere lunghe almeno 10 metri, raggiungere i 25 nodi con propulsione unicamente a idrogeno, essere full foiling a partire da 24 nodi e raggiungere i 50 nodi di velocità massima.
Ma a quali team e soprattutto su quale mare saranno impegnate queste barche assistenza? Al momento, a parte il Defender e il Challenger of Record, rappresentato in acqua dal team Ineos Britannia, non risulta alcun sfidante ufficiale. Luna Rossa, subito dopo le regate di Auckland ha dichiarato che ci sarà. Poi a parte voci di un possibile ritorno di Ernesto Bertarelli con Alinghi non ci sono conferme. American Magic, che dopo Auckland 2021 ha perso il sostegno del New York Yacht Club che lo scorso ottobre ha annunciato di non partecipare alla 37esima edizione, attraverso il suo presidente Terry Hutchinson, ha dichiarato che “analizzerà le carte” in attesa, come tutti, di conoscere il nome della sede della 37a America’s Cup.
E qui i giochi sono ancora aperti. Accanto alla possibilità delle regate in casa del Defender, le candidature “fuori casa” che si aggiungerebbero a Valencia 2007, Valencia 2010 e a Bermuda 2017, sono quelle della Spagna con Valencia e Barcellona, dell’Arabia Saudita con Gedda, sul Mar Rosso, e dell’Irlanda data per favorita con Cork. La risposta arriverà entro il 31 marzo 2022 e allora e finalmente la Old Mugh saprà dove andare ad aspettare che venga scritta una nuova pagina della sua storia.
Emilio Martinelli