Gli anniversari rappresentano molto più di semplici date sul calendario. Sono pietre miliari significative nella vita di un’azienda, simboli di resilienza, successo e continuità. Celebrare queste pietre miliari non solo onora il passato, ma serve anche come fonte di ispirazione per il futuro. Sono un esempio di longevità e di capacità di adattarsi ai cambiamenti del mercato in un ambiente sociale ed economico in continua evoluzione. Non è un’impresa da poco. Questo tipo di celebrazione riflette la solidità del modello aziendale, la visione di chi è al timone e l’impegno della forza lavoro. Questa è la regola. Poi ci sono le eccezioni. Tra queste c’è Baglietto, che nel 2024 taglierà il nastro del suo 170° anno di attività. Già questo basterebbe a far capire la portata dell’anniversario. Ma, numeri a parte, la storia di Baglietto racconta molto di più. Evidenzia ancora una volta l’importanza del fattore umano. A partire dal nome del suo fondatore Pietro Baglietto che, nel 1854, decise di seguire la sua passione iniziando a costruire barche a remi per la pesca in un piccolo capannone di Varazze. Altre epoche, naturalmente, ma anche in tempi molto più recenti le realtà che sono diventate leader di mercato nei loro settori hanno avuto un percorso simile, a conferma che ciò che conta è la visione e lo spirito imprenditoriale.
Basta vedere da dove sono partiti, ad esempio, Steve Jobs, Jeff Bezos o Bill Hewlett e Dave Packard, ognuno dei quali è stato artefice di un cambiamento epocale. E, rimanendo in tema di paragoni eccellenti, la storia di Baglietto va ancora oltre. Evidenzia quelli che sono diventati i tratti distintivi di un Made Italy vincente. Proprio come il Cavallino Rampante della Ferrari, il cui contributo è stato decisivo per dare lustro all’Italia nel settore automobilistico, il Gabbiano del cantiere ligure ha fatto letteralmente decollare l’industria nautica italiana, contribuendo in modo significativo al suo successo. Un nome che ancora oggi è sinonimo di innovazione, eleganza e prestazioni. In poche parole, made in Baglietto.
Matteo Zaccagnino