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Un capolavoro di Cantiere delle Marche: Maverick

Ci sono barche che colpiscono per l’azzardo delle loro linee futuristiche o per l’audacia dei layout. Altre che restano impresse nella memoria per qualche particolare inusuale. 

Cantiere delle Marche Maverick

Flexplorer 146 costruito dal Cantiere delle Marche e varato ad aprile 2024, questo yacht ha una storia talmente intrigante che merita di essere racc a ontata. Nel 2019, Tom Schröder e sua moglie Jeannine, imprenditori di Colonia, decidono che è giunto il momento di dedicarsi alle cose che contano davvero nella vita: la famiglia, gli affetti, l’inclusione e la scoperta di nuove culture. Liquidano l’azienda, aprono un Family Office e decidono di farsi costruire uno yacht per andare alla scoperta del mondo. Su suggerimento di un amico, la scelta cade su Cantiere delle Marche e sul primo dei tre dei Flexplorer 146.

Cantiere delle Marche Maverick
Jeannine e Tom Schröder ©Giovanni Malgarini

Ma non è tutto: Schröder si innamora talmente del cantiere che nel 2024 ne acquisisce, tramite il Family Office Fil Brothers, il 75 per cento del capitale. Maverick viene varato nel novembre del 2023 e poi consegnato nell’aprile del 2024 ai suoi armatori che partono, con tutta la famiglia al seguito, per il viaggio inaugurale prima di approdare al Salone di Cannes per la sua presentazione in anteprima mondiale. Ed è lì che questo 44 metri ha mostrato la sua vera anima e i suoi straordinari plus. 

Cantiere delle Marche Maverick

Gli interni sono firmati da Francesco Paszkowski con la collaborazione di Margherita Casprini, ma mai come in questa barca è stato evidente che il loro è stato un ruolo più tecnico che creativo. «Per gli interni abbiamo dato un briefing molto dettagliato», ci hanno raccontato Jeannine e Tom Schröder, «abbiamo anche invitato i designer a casa nostra per fargli vedere qual è il nostro stile di vita e il nostro approccio al mondo, perché volevamo davvero che Maverick fosse un’estensione dei luoghi che amiamo di più», concludono. Maverick, del resto, non è una barca accogliente, è una barca taumaturgica che ti abbraccia, ti coccola, ti introduce a un mondo magico dal quale non vorresti più andare via.

Cantiere delle Marche Maverick

Per rendersene conto basta salire a bordo. Il grande living sul main deck è il suo biglietto da visita. Al centro, un grande divano basso e modulare di Living Divani invita alla chiacchiera, alla risata e ad ammirare il panorama dalle grandi finestrature che vanno praticamente dal pavimento al cielino. Anche il bancone del bar e la zona pranzo raccontano di una barca piena di amici, di risate, di calore e di voglia di condividere. Ovunque un disordine accogliente e misurato rende evidente come Maverick non sia una barca di rappresentanza, ma un vero Explorer. «La scelta è caduta su questa tipologia di barca perché è l’unica che consente di andare alla scoperta del mondo in tutta tranquillità», racconta ancora la coppia di armatori, «concentrandosi sulle persone, sulle loro culture e sul loro modo di vivere senza doversi preoccupare degli aspetti tecnici». 

Cantiere delle Marche Maverick

Nel dicembre 2024, infatti, i due coniugi Schröder, i loro quattro figli Tim, Ben, Pit e Fil, il piccolo di casa che è il vero mattatore del gruppo, partiranno per un lunghissimo giro del mondo che durerà, in tutto, sette anni: i primi due, interamente a bordo, gli altri cinque dovrebbero prevedere sei mesi a bordo e sei mesi a terra, anche se non consecutivi. Il tour, che ha continue modifiche di itinerario a causa della situazione geopolitica, dovrebbe comunque prevedere una lunga permanenza in Mar Rosso, l’attraversamento del mitico Passaggio a Nord Ovest, tappe in Groenlandia, Islanda, tra le coste e gli estuari del Canada settentrionale, in America settentrionale, dove sono stati affittati dei camper per visitare le zone interne, e in Africa dove i coniugi Schröder hanno avviato alcune iniziative di beneficenza a favore di bimbi disabili. 

Cantiere delle Marche Maverick
Jeannine e Tom Schröder ©Giovanni Malgarini

Avendo uno dei figli affetto da sindrome di down, infatti, sono molto sensibili al tema dell’inclusione. «Siamo consapevoli del fatto che il nostro è un ragazzo fortunato perché ha alle spalle genitori e fratelli che lo amano enormemente», spiega Jeannine Schröder che ha un account Instagram dedicato a questo tema con quasi 30mila follower, «ma sappiamo anche che non è così per tutti, soprattutto in quei paesi in cui, per mancanza di fondi e per cultura, questi ragazzi sono ancora lasciati ai margini», conclude. 

Cantiere delle Marche Maverick

«Alcune delle nostre tappe sono state scelte per un motivo ben preciso», le fa eco il marito Tom. «I nostri figli e alcune persone dello staff del nostro Family Office hanno formato cinque team. Ciascuno ha avuto il compito di individuare, nei paesi più poveri toccati dalla nostra rotta, progetti sociali rivolti ai bambini con disabilità, che saranno poi finanziati con donazioni a sei cifre e che andremo a visitare durante il nostro viaggio”», conclude Tom Schröder. «La speranza è che questo viaggio non solo aiuti me e la mia famiglia ad allargare i nostri orizzonti, ma che possa anche avere un impatto significativo sulle comunità che visiteremo e sul loro modo di vivere, amare e considerare i bambini con disabilità», aggiunge Jeannine. 

Cantiere delle Marche Maverick

E se dal punto umano Maverick è un capolavoro di positività, per quel che riguarda gli aspetti tecnici non è davvero da meno. Articolato su quattro ponti compreso il wheel-house deck, Maverick ha linee esterne, architettura navale e ingegneria di Hydro Tec, ha ovviamente scafo in acciaio e sovrastruttura in alluminio ed è caratterizzato da una ice belt di 12 millimetri a livello della linea di galleggiamento per garantire la massima sicurezza durante le navigazioni alle latitudini più estreme. 

Cantiere delle Marche Maverick

Tra i suoi atout ci sono la A frame in fibra di carbonio che ha una capacità di sollevamento di quattro tonnellate e, quando non è in uso, sparisce magicamente in appositi alloggiamenti sul ponte; la piscina di poppa del main deck che può essere coperta e diventare spazio fruibile e le murate abbattibili che estendono a 135 metri quadrati la superficie disponibile in quest’area da cui, tramite una scalinata, si accede al piccolo beach club pensato più che altro per facilitare l’entrata e l’uscita dall’acqua dato che la vita all’aria aperta è già ampiamente garantita dal gigantesco pozzetto del main deck cui mobili free standing possono assicurare una serie infinita di funzioni. 

Cantiere delle Marche Maverick

Il lower deck ospita un’area multifunzionale che può diventare all’occorrenza palestra o sala cinema; gli spazi tecnici che comprendono sala macchine, lavanderia e storage e, a centro nave, quattro cabine ospiti: due doppie e due a letti gemelli con bagno. Verso prua si trova infine il quartiere equipaggio composto da tre cabine doppie e da una grande crew mess per un totale di soli sei membri d’equipaggio. Una scelta ben precisa degli armatori, che insieme ai figli collaborano attivamente alla gestione dello yacht, tanto che ogni blocco cabine ha esternamente una sua micro cucina gestita direttamente dagli ospiti e l’armatrice ha una sua piccola lavanderia personale accanto alla sua cabina. 

Cantiere delle Marche Maverick

Il ponte principale, vero cuore pulsante di Maverick, è l’apologia dello stare insieme. Sia il pozzetto sia il main saloon, infatti, sono stati pensati dalla famiglia come spazi dove stare insieme e dove accogliere gli amici che transitano a bordo. Non solo ci sono il grande divano informale, il bancone del bar, la sala da pranzo e il pozzetto esterno multitasking a fare da attivatori di comunità, ma anche la grande cucina è, di fatto, direttamente collegata al mail saloon. Altra spia dello stile di vita a bordo sono i frigoriferi e gli storage sparsi un po’ ovunque, e non solo su questo ponte, a sottolineare, se fosse necessario, la vocazione “voyager” e friend friendly di Maverick. 

Cantiere delle Marche Maverick

Proseguendo verso prua, un corridoio, in cui è stata ricavata una grande wine cellar, porta alla cabina matrimoniale di uno dei fratelli Schröder che gode di una meravigliosa vista sui due lati grazie alle ampie finestre. Il ponte superiore è invece il regno di Tom, Jeannine e del piccolo Fil. Oltre alla camera da letto con vista panoramica all’estrema prua, questa zona prevede un’ampia zona dressing e armadi a centro barca; la camera del piccolo Fil, allegra, supercolorata e atipica su un megayacht e, all’estrema poppa, un insolito bagno a L che prende due lati della barca e affaccia con grandi vetrate sul ponte esterno privato. Ma sia chiaro, non ci sono effetti speciali su questo ponte: niente vasche da idromassaggio king size, caminetti da mille e una notte o piscine hollywoodiane. Solo comode aree relax e imprevedibili divani-dondolo sospesi dove rifugiarsi a leggere un libro o a farsi le coccole. Più sopra, la wheel-house con la cabina del capitano e altre due aree relax esterne. Infine, la chicca delle chicche: sopra la wheel-house c’è quello che un tempo veniva chiamato nido del corvo e che, allora, fungeva da torretta di avvistamento. Su Maverick è diventato un salottino super panoramico ed estremamente intimo dove rifugiarsi quando ci si vuole prendere una pausa dalla pazza folla o, in questo caso, dai fratelli. Perché due anni a bordo insieme sono lunghi e, a volte, un po’ di privacy aiuta. 

Giuliana Fratnik

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