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Volvo Penta e Alilauro insieme per una navigazione sostenibile

Giove. In astronomia è il pianeta più grande del nostro Sistema solare. Nella mitologia invece è rappresentato come la divinità più importante, il re degli dèi. Da fine aprile, e più precisamente dal 25, ha segnato una svolta nel trasporto marittimo. Il Giove Jet è salito alla ribalta delle cronache per la scelta compiuta dalla società armatrice Alilauro del Gruppo Lauro, di dotarlo di un nuovo sistema Volvo Penta IPS IMO Tier III con due eliche controrotanti orientate verso prua e una trasmissione POD.

Volvo Penta
Costruita nel 1985 presso il cantiere navale “Marinteknik Verkstadts AB” di Oregrund, in Svezia, la Giove Jet misura 33 metri di lunghezza e 9,30 metri di larghezza. Può trasportare fino a 261 passeggeri e opera sulla rotta tra Napoli e le isole del Golfo.

Volvo Penta sale a bordo di Giove

Nel dettaglio i quattro propulsori Volvo Penta D13 a 6 cilindri in linea da 12,8 L e 1.050 HP di potenza ciascuno che, in sala macchine, sono andati a rimpiazzare i motori diesel abbinati alla propulsione a idrogetto di cui era dotato il traghetto veloce. Una scelta che non arriva in modo casuale. Rispecchia una precisa visione strategica che pone la compagnia partenopea nel ruolo di case history nel futuro del trasporto passeggeri via mare. 

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Grazie al sistema di propulsione IPS IMO TIER III di Volvo Penta, il consumo di carburante di Giove Jet è sceso da 708 a 495 l/h. t

“Alilauro intende proporre percorsi che si integrano in modo efficace con altre modalità di trasporto, come quelli su gomma e su rotaia” ha commentato Eliseo Cuccaro, amministratore delegato della compagnia di navigazione, “con un’offerta d’itinerari ottimizzati e un viaggio senza soluzione di continuità. Il miglioramento dell’esperienza inizia dal primo miglio e continua fino all’ultimo, enfatizzando la sinergia tra le varie forme di trasporto e il rispetto per l’ambiente. Cuccaro ha poi aggiunto: “Portando a termine questo importante lavoro di profondo refit tecnologico, abbiamo dimostrato come anche in Italia, con i giusti partner, si possano realizzare lavori di grande qualità. 

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Un partner ideale

Noi abbiamo fatto tutto in casa, nel nostro cantiere, con le nostre forze, le nostre capacità, e di questo ci sentiamo molto orgogliosi. Volvo Penta olvo Penta è stato un partner ideale, ci ha dato grande supporto per questo progetto ma sono certo che faremo ancora della strada assieme. L’arrivo di un nuovo e più grande sistema IPS, che apre ad applicazioni per unità maggiori, ci fa puntare verso nuovi obiettivi, nuovi miglioramenti tecnologici per la nostra flotta”. È una buona notizia soprattutto per l’ambiente. 

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xLa sala macchine del Giove Jet dove sono installati i quattro motori Volvo Penta D13 da 1.050 CV ciascuno.

“Le trasmissioni POD sono il vero cuore tecnologico del sistema propulsivo IPS: grazie alle eliche traenti e controrotanti, che consentono di aumentare l’efficienza fino al 35%, permettono di installare motori più piccoli e di conseguenza ridurre i consumi in modo drastico, consentendo anche in un minore dimensionamento dei serbatoi a bordo e maggiori spazi disponibili”, spiega l’ingegnere Andrea Piccione, direttore commerciale Volvo Penta Italia. 

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Andrea Piccione, responsabile vendite di Volvo Penta Italia.

Volvo Penta IPS

“Il sistema IPS, che vanta più di 20 anni di esperienza e 40.000 installazioni, consente elevatissimi livelli di affidabilità” aggiunge Piccione “e si evolverà in futuro con soluzioni ibride ed elettriche, sempre minimizzando la quantità di energia necessaria a bordo, grazie all’efficienza dei POD”. I numeri parlano chiaro.

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Volvo Penta IPS 40 Drive

 “I test realizzati in mare” prosegue Piccione “ci dicono che in un anno si avranno emissioni di anidride carbonica ridotte rispetto alla precedente configurazione propulsiva, di oltre mille tonnellate – più o meno il peso di un lungo treno merci carico, o di una decina di balenottere azzurre – calcolati su un utilizzo medio di 2 mila h/anno”. Ma l’introduzione del nuovo sistema propulsivo sul Giove jet si traduce in una buona notizia anche in un maggior comfort per i passeggeri durante la navigazione grazie a vibrazioni più contenute e quindi meno rumore. 

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Piattaforma Volvo Penta IPS 40

Una mobilità sostenibile

Questa operazione s’inserisce in un percorso più ampio che l’azienda svedese sta compiendo verso una mobilità sostenibile anche in mare e che punta con decisione anche alla grande nautica da diporto. Lo scorso anno Volvo Penta ha presentato l’IPS 40 sistema pensato per essere adottato da scafi con lunghezze fino a 55 metri e oltre.

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“Attualmente, nel segmento dei superyacht fino ai 55 metri e oltre, non esistono soluzioni del genere. I benefici di questa motorizzazione si traducono, oltre che in una maggior compattezza, quindi minor ingombro, anche nel fatto che sono stati concepiti per an-dare incontro ai target fissati dalla normativa IMO Tier III”, racconta Nicola Pomi Global Yacht e Superyacht director di Volvo Penta. Efficienza che fa rima con sostenibilità. Avere la possibilità di ripartire la potenza su quattro propulsori permette di dosare la spinta necessaria a seconda delle reali esigenze. 

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Nicola Pomi Direttore globale Yacht e Superyacht di Volvo Penta

Così, per esempio, se s’intende viaggiare a 10 nodi di velocità non c’è bisogno di avere tutti e quattro i motori in funzione. Ne bastano solo due. Questo per dire che anche il ciclo di vita dei propulsori ne beneficia in maniera importante con il vantaggio che si riducono i costi di manutenzione, i consumi e di conseguenza le emissioni», aggiunge Pomi. 

Matteo Zaccagnino

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