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Allemano: immergersi in una storia tutta italiana

Diver Shark 1973. Non è soltanto il nome con il quale è stata battezzata l’ultima referenza, in ordine di tempo, presentata da Allemano. C’è molto di più. È un nuovo capitolo che arricchisce una storia iniziata 167 anni fa, ancor prima dell’Unità d’Italia. Per comprenderne appieno il senso bisogna partire proprio da qui. (Qui tutti i nostri post su Allemano)

Allemano

Allemano, la storia

Era il 1856 quando, a Torino, Giuseppe Allemano fonda l’azienda che muove i primi passi nella carpenteria pesante e nella produzione di rulli a vapore da utilizzare per la realizzazione delle strade. Già, ma tutto questo cosa c’entra con il mondo dell’orologeria? La risposta arriva nei primi anni del XX secolo quando, il figlio Felice intuisce la potenzialità rappresentata dalla crescente richiesta per strumenti di precisione sempre più indispensabili in diversi ambiti: da quello navale a quello automobilistico ai quali si aggiunse presto anche l’aviazione che, proprio in quegli anni, iniziava a muovere i primi passi.

È il periodo in cui le pagine della storia di Allemano diventano più fitte e dense di contenuti permettendo così all’azienda di diventare uno dei simboli di quel processo d’industrializzazione che ebbe, proprio nella città di Torino, la sua culla più importante. 

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Strumenti essenziali

È qui, negli stabilimenti della Allemano F. & Figli come si chiamerà dal 1929 in poi, che furono concepiti, progettati e realizzati strumenti il cui contributo si rivelò, in alcuni casi determinante per portare a termine imprese salite alla ribalta delle cronache in diversi ambiti, incluso quello sportivo. 

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Profondimetro Allemano

A iniziare dai manometri che a metà degli anni 50 equipaggiarono la leggendaria Lancia D24 dominatrice assoluta sui circuiti e nelle gare più prestigiose: dalla Targa Florio del 1954 con Piero Taruffi al volante alla XXI Coppa delle Mille Miglia con Alberto Ascari; dalla Carrera Panamericana del 1953 con Juan Manuel Fangio al titolo mondiale in Formula 1 conquistato dallo stesso Fangio sulla Ferrari-Lancia D50 nel 1956. 

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Fattore umano certo, ma anche tanta innovazione meccanica. Un ambito quest’ultimo dove le competenze e le risorse messe in campo da Allemano hanno lasciato un segno indelebile al punto da diventare un vero e proprio marchio di fabbrica. 

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Allemano e il mare

Non è un caso, dunque, se ancora oggi la parola “Fabbrica Italiana” compare in bella evidenza anche sul quadrante della collezione di orologi subacquei Diver Shark 1973. 
Sì, perché anche il mare ha trovato un suo spazio svolgendo un ruolo centrale nel processo di sviluppo e diversificazione dell’offerta dell’azienda torinese. 
Prima di arrivare ai segnatempo destinati al polso degli amanti delle immersioni Allemano si è distinta nella produzione e nell’assemblaggio e taratura di strumenti subacquei che hanno trovato una destinazione d’uso nelle camere iperbariche, nei decompressimetri e nei profondimetri. 

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Proprio quest’ultimi, lanciati sul mercato con il nome Crab e Shark, conobbero negli anni 70 una grande popolarità. Anche in questo caso non c’è nulla di casuale. Gli strumenti ideati dall’azienda torinese si fecero apprezzare per l’elevata affidabilità e precisione. Tutto merito di un’innovazione unica per l’epoca: ovvero la presenza di una membrana metallica estremamente sensibile alle variazioni di pressione, una caratteristica meccanica del metallo impiegato, che di conseguenza garantiva una misurazione batimetrica molto precisa. Una tappa importante nella storia di Allemano che oggi viene appunto celebrata nella Collezione 1973 di cui il Diver Shark fa parte. 

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Dive Shark Allemano

Lanciata in occasione dell’apertura a Torino della prima boutique monomarca si distingue per il look vintage rilanciato dal disegno bombato della cassa in acciaio di 42mm e dal quadrante la cui estetica trae ispirazione da quella che caratterizzava il profondimetro originale. 

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Quest’ultimo è declinato nelle tonalità blu o nero sul quale risaltano le lancette di ore e minuti a bastone di un elegante color crema. La vocazione subacquea è evidenziata dalla ghiera unidirezionale zigrinata e dalla presenza della valvola per la fuoriuscita dell’elio posta a ore 9 sulla cassa.

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l tema dell’impermeabilità è stato affrontato con particolare attenzione al punto che il Diver Shark 1973 è stato concepito per resistere fino a 300 metri di profondità. 
Lo stesso modello è proposto anche in una versione con quadrante giallo colore che contraddistingueva la ghiera dei profondimetri prodotti negli anni 70 da Allemano. 
Non a caso questo modello è abbinato proprio a un profondimetro Crab. L’intera collezione, compresa anche la versione con quadrante giallo, presenta un movimento a carica automatica made in Swiss calibro Sellita SW 200-1 al quale sono affidate le funzioni di ore, minuti, secondi e data, con relativa lente, a ore 4. 

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Dalle profondità marine alla vela il passo è breve. Dallo scorso anno la casa torinese scandisce il tempo, in qualità di partner tecnico, delle Vele d’Epoca d’Imperia tra i raduni più importanti nel calendario degli eventi riservati alle barche classiche e vintage. Un mare di storia che, nel caso di Allemano, non smette mai di sorprendere.

Matteo Zaccagnino

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