Icona nella nautica ma anche in orologeria. La collezione Runabout Automatic di Frederique Constant rende omaggio ai leggendari scafi in legno che, specialmente negli anni 60, hanno conquistato il jet set internazionale..(Qui tutti i nostri post su Frederique Constant).
Runabout: un importante pezzo di storia della nautica
Perché è tutto in quel nome. È da qui che bisogna partire. Runabout. Qualcosa di più di una semplice parola. Un termine questo che, sarebbe più corretto sottolineare, definisce e identifica un pezzo importante della storia nautica. Che nonostante siano passati diversi anni continua ad esercitare un grande fascino anche in chi è a digiuno di barche. E in effetti è davvero difficile resistere al loro charme. Diventati l’oggetto dei desideri di molti collezionisti. questi scafi videro la luce negli Stati Uniti nei primi anni del secolo scorso. Merito di cantieri come Hacker-Craft e, più ancora, Chris Craft che si costruirono una solida reputazione costruendo questa tipologia d’imbarcazione. Nel dettaglio si tratta di scafi in legno, all’epoca scelta obbligata come materiale, spinti da potenti motorizzazioni e le cui linee sposavano un concetto di forma dettato dall’esigenza di garantire performance importanti in navigazione.
Sì, perché all’epoca questa tipo d’imbarcazione veniva utilizzata spesso come mezzo di trasporto veloce sull’acqua. Un po’ come i fast commuter che i facoltosi uomini d’affari newyorchesi utilizzavano nei weekend per raggiungere le loro residenze di villeggiatura negli Hamptons. Proprio la necessità di avere prestazioni ha dato vita a un design diventato con il passare degli anni sinonimo di eleganza.
Proprio come il Riva Aquarama, ancora oggi considerata una tra le più belle creazioni che hanno calcato la scena nautica mondiale. Un’intuizione dell’Ing. Carlo Riva che, all’efficienza tipica di questi scafi, riuscì ad aggiungere anche un inconfondibile tocco di eleganza consacrandolo come un’icona di stile anche a distanza di oltre 60 anni dall’ingresso sulla scena. Una presenza quella dell’Aquarama che è stata anche una preziosa fonte d’ispirazione in altri ambiti. A iniziare da quello automobilistico. Marcello Gandini, nel 1969, creò una fuoriserie chiamandola proprio Runabout. Barche, auto e anche orologi.
Frederique Constant: il Runabout automatico
Qui, uno spazio di attenzione spetta a Frederique Constant. Dopo una prima apparizione nel 2009 la casa orologiera svizzera dal 2013 è diventata partner della Riva Historical Society, associazione che si prefigge, attraverso raduni e una serie di svariate attività, l’obiettivo di promuovere la cultura e la passione per questi scafi entrati nella storia della nautica. Una partnership culminata con una vera e propria collezione chiamata, non poteva essere altrimenti, Runabout Automatic. L’ultima, in ordine di tempo, è declinata in due edizioni limitate a 888 esemplari.
Come per le precedenti anche questa nuova famiglia di segnatempo esalta, in chiave orologeria, l’eleganza tipica dei runabout. Tradotto vuol dire un design il cui stile, sganciato dalle logiche legate ai trend e alle mode del momento mette, ancora una volta, in luce le capacità e la maestria della maison di Ginevra. Se per i runabout l’elemento distintivo è il modo in cui i maestri d’ascia sapevano trattare un materiale nobile come il legno, nella nuova collezione la lavorazione del quadrante presenta una nuova finitura guilloché impreziosita dal motivo Clous de Paris. Non si tratta solo di un vezzo estetico. Questo tipo di finitura era stata messa a punto per migliorare la leggibilità delle informazioni riportate sul quadrante garantita dalla presenza di micro-rilievi che impediscono i riflessi di luce diretti.
Al contrario della decorazione centrale, lavorata guilloché, sia su sfondo argentato sia nero, permette di catturare ogni raggio di luce, offrendo al quadrante un mutevole senso della trama. Altro elemento distintivo della nuova collezione Runabout Automatic sono i grandi numeri arabi, applicati agli indici, e le lancette a punta di ore e minuti. Quest’ultime, coordinate alla cassa di 42mm, sono placcate oro rosa o d’acciaio e nella variante in acciaio ha quella dei secondi nell’inconfondibile color turchese. Infine, ad animare questa collezione, è il calibro FC-303. La pregevole fattura di questo “motore” meccanico si può apprezzare attraverso il fondello in vetro zaffiro sul quale spicca l’incisione del logo della RHS (Riva Historical Society).
Matteo Zaccagnino