Quella tra l’orologio da polso e il mare è una storia che inizia da lontano. Dalla vela alle immersioni, dove c’è il mare c’è sempre un orologio. Il calcolo del tempo è, infatti, da sempre fortemente connesso all’ambiente marino.
Tutto iniziò con il calcolo della longitudine reso possibile grazie al cronometro da marina, antesignano dei segnatempo, che svolse un ruolo cruciale nell’epoca in cui le grandi potenze europee si contendevano il dominio dei traffici marittimi.
La vera svolta arriva, però, negli Anni ’20 del secolo scorso quando l’orologio dalla tasca passa la polso e contemporaneamente il mare diventa una destinazione d’uso anche per le attività creative e per dare vita a imprese sportive. Da qui l’intuizione di Hans Wilsdorf. Il fondatore di Rolex affidò al polso della nuotatrice inglese Mercedes Gleitze impegnata nel tentativo di traversata a nuoto della manica un orologio Oyster. L’impresa non andò a buon termine, ma il segnatempo vinse la prova uscendone indenne.
Oggi gli orologi subacquei o quelli che prendono ispirazione dal mare sono diventati un vero e proprio oggetto di culto, conquistando il polso di tantissimi appassionati del mondo delle lancette e non. In questo modo il sesto continente si consacra non solo come un importante banco di prova e un laboratorio di ricerca per testare nuovi materiali e soluzioni tecniche, ma diventa anche un elemento nel quale l’incontro tra creatività e ingegno origina veri e propri capolavori del tempo.
Da qui l’idea di raccogliere e raccontare, in una nuova sezione dedicata del nostro sito, le tante storie che mettono in relazione l’ambiente marino con il mondo delle lancette.
Benvenuti in Sea Time, per scoprire tanti piccoli capolavori di preziosa creatività, tanti quante le sfumature di colore che il mare, stupendoci sempre, ci regala.
Nella foto in alto, La nuotatrice Mercedes Gleitze, prima testimonial Rolex, tenta nel 1927 la traversata della Manica indossando un Oyster (nel riquadro).