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La Rolex Deepsea Challenge conquista gli abissi

Deepsea Challenge: nessuno se l’aspettava. Il suo arrivo ha colto tutti di sorpresa. E come nelle migliori tradizioni, ha lasciato il segno. Dalle profondità marine è recentemente emerso il segnatempo Deepsea Challenge, destinato a lasciare un segno indelebile nel mondo dei subacquei. Per capire perché, bisogna rileggere la storia di questo orologio scandita da tre date precise. (Qui tutti i nostri post su Rolex).

Sfida in mare aperto

Origini nel 1960

Tutto ebbe inizio il 23 gennaio 1960, giorno in cui il batiscafo Trieste, con l’oceanografo svizzero Jacques Picard e il tenente della Marina degli Stati Uniti Don Walsh ai comandi, raggiunse la profondità di 10.916 metri nell’Oceano Pacifico. A segnare il tempo di quella straordinaria impresa fu l’orologio sperimentale Deep Sea Special che Rolex fornì per quella missione. Questo risultato è il frutto di un lungo processo di ricerca iniziato nel 1953, anno in cui l’azienda ginevrina ha sviluppato il primo di una serie di prototipi progettati per resistere a profondità estreme. Il primo Deep Sea Special è stato testato al largo delle Isole Pontine.

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Batyscaphe Trieste

Attaccato a un braccio esterno del batiscafo Trieste, l’orologio ha superato indenne la prova di resistenza fino a 3.150 metri di profondità. Qualche anno dopo, nel 1956, sempre al largo di Ponza, il Deep Sea Special ritocca il record raggiungendo i 3.700 metri, per poi fare un salto di qualità nel 1960, quando l’orologio accompagna Picard e Walsh a 7.300 metri di profondità. Questo è stato il preludio dell’impresa compiuta dal segnatempo in quel giorno di fine gennaio di oltre 60 anni fa. Dopo otto ore di immersione, Jacques Piccard scrisse un telegramma a Rolex: “Sono felice di comunicarvi che il vostro orologio funziona bene a 11.000 metri di profondità come in superficie. Il dado era tratto.

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Deepsea Challenge, il record Rolex

Rolex si è spinta dove nessun altro produttore di orologi si era mai spinto prima. Una storia destinata a ripetersi. E più precisamente il 26 marzo 2012, quando il regista ed esploratore americano James Cameron si è calato da solo ai comandi del Challenger Deep Sea a 10.908 metri. In realtà, Cameron non era del tutto solo.

Sfida in mare aperto
James Cameron

Ad accompagnarlo in quella missione, che lo vide trascorrere sette ore sott’acqua, tre delle quali sul fondo dell’abisso a filmare e raccogliere campioni, c’era un altro orologio sperimentale fornito da Rolex che resistette perfettamente alla pressione colossale, proprio come il modello del 1960. “Il Rolex Deepsea Challenge è stato un compagno affidabile per tutta l’immersione; era visibile sul braccio articolato e ha funzionato con precisione a oltre 10.908 metri sul fondo del Challenger Deep. È un incredibile esempio di competenza orologiera e di ingegneria all’avanguardia, al pari del sottomarino Deepsea Challenger”, ha dichiarato il direttore americano all’indomani del risultato.

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James Cameron

Deepsea Challenge in vendita

Oggi, a 10 anni da quel momento, la manifattura ginevrina torna a far parlare di sé e del suo legame con gli abissi proponendo agli appassionati di orologi la Deepsea Challenge. E non è un caso che sia stato proprio James Cameron ad accompagnare il nuovo segnatempo sulla scena. Le date “23-01-1960” e “26-03-2012” sono incise sul retro dell’orologio, accompagnate dalla dicitura “Mariana Trench”.

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È un modo per rendere omaggio alle due imprese il cui contributo è stato fondamentale nello sviluppo di questa novità. Ripensandoci, si potrebbe aggiungere una terza data: il 1° novembre 2022, giorno del debutto ufficiale della Deepsea Challenge. Il fatto che ci siano voluti due anni per sviluppare questa versione la dice lunga sul lavoro di ricerca svolto da Rolex per concepire un orologio il cui obiettivo principale fosse quello di essere indossato al polso e non attaccato al braccio esterno di un sottomarino. Ci sono molte innovazioni degne di nota. A cominciare dal materiale utilizzato per la cassa e il bracciale.

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Deepsea Challenge La prima volta di Rolex con il titanio

L’utilizzo del titanio per la RLX rappresenta una novità assoluta nella storia del marchio. Ma come nella migliore tradizione Rolex, non si tratta di un titanio ordinario. L’abbiamo già sperimentato in altre occasioni e con altre collezioni come, ad esempio, con l’Oystersteel, l’oro Everose o la ceramica Cerachrom, tutti materiali in lega speciale sviluppati e perfezionati dalla manifattura ginevrina.

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Oggi, la tavola degli elementi di Rolex comprende anche il titanio RLX. Sperimentato per la prima volta per progettare un esemplare unico dello Yacht-Master 42 che la casa coronata ha messo al polso di Sir Ben Ainslie. Oltre all’estrema leggerezza, questa particolare lega offre vantaggi in termini di resistenza alla corrosione e alla deformazione. Non è una questione di poco conto, dato che il Deepsea Challenge ha una cassa di 50 mm di diametro e pesa il 30% in meno rispetto alla versione lanciata da Cameron nel Challenger Deep.

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Un’altra importante innovazione è l’introduzione di un vetro più sottile per proteggere il quadrante. L’orologio presenta anche tutte le innovazioni sviluppate da Rolex nel corso degli anni. A partire dal sistema Ringlock, ovvero un’architettura brevettata della cassa che consente di resistere a pressioni colossali; la valvola di fuga dell’elio che serve a rilasciare, durante la decompressione nella camera iperbarica, l’eccesso di pressione interna che potrebbe compromettere l’integrità dell’orologio; la corona Triplock con tre zone di impermeabilità; e il display Chromalight con sostanza luminescente per una leggibilità ottimale e duratura. Il cuore meccanico del Rolex Deepsea Challenge è il calibro 3230, che vanta numerosi brevetti e presenta diverse innovazioni degne di nota, come lo scappamento Chronergy e la spirale Parachrom insensibile ai campi magnetici e il dispositivo Paraflex per l’assorbimento degli urti.

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Un concentrato di alta tecnologia applicata all’orologeria tradizionale, che si traduce nel calibro 3230 che garantisce una precisione assoluta di -2 /+2 secondi al giorno con un movimento incassato, secondo gli elevati criteri ridefiniti nel 2015 da Rolex per la certificazione di Cronometro Superlativo. E dulcis in fundo la resistenza all’acqua. Il Rolex Deepsea Challenge, che costa 26.100 euro, è stato testato per scendere a 11.000 metri sotto la superficie del mare.

Matteo Zaccagnino

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