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Baglietto Rush, un capolavoro vincente

Ci sono superyacht che sono più coraggiosi di altri. E Rush, il 42 metri di Baglietto varato un anno fa, è uno di quelli che di coraggio ne hanno da vendere. È infatti uno yacht che non ha paura di andare controcorrente. (Qui tutti i nostri post su Baglietto)

Rush

Andare controcorrente

In un mondo come quello dello yacht design, dove le estremizzazioni sono all’ordine del giorno, lo slow cruising sembra un must irrinunciabile e i layout sono tanto più apprezzati quanto più sono estrosi, lui si presenta bello bello con la sua carena planante, le sue motorizzazioni capaci di spingerlo fino a 28 nodi e con un layout interno che più classico non si può. Eppure piace. E piace talmente tanto che un paio di mesi fa si è aggiudicato un Nettuno ai World Superyacht Award. 

Rush

Rush, exterior e interior design di Franscesco Paszkowski e Margherita Casprini

«Il briefing era stato estremamente preciso», spiega Francesco Paszkowski che di Rush ha disegnato esterni, ed interni in collaborazione con Margherita Casprini. «L’armatore è un amante delle auto da corsa ed è arrivato da Baglietto con un’idea della sua barca ideale ben definita: avere uno yacht con carena a dislocamento veloce e scafo con bulbo», racconta. Non solo, al posto dei due motori tradizionali, ha anche voluto sperimentare una nuova soluzione con tre motori più piccoli che consentono di ridurre i consumi e aumentare le prestazioni. 

Rush

In nomen omen 

Rush, il nome con cui lo scafo è stato battezzato, la dice lunga sulle aspettative dell’armatore. Rush è infatti l’iconico film del 2013 che narra la storica rivalità tra due piloti automobilistici che, ai loro tempi, furono dei veri e propri miti: James Hunt e Niky Lauda. 

Rush

Baglietto Rush: uno yacht car-inspired

E non è un caso che l’exterior design sia ispirato all’automotive, con una particolare predilezione, soprattutto nel caso del cupolino, alle linee iconiche della Porsche 911. Stilisticamente parlando Rush è caratterizzato da una lunga curva che partendo dalla base della timoneria arriva fino a poppa e dalla grande lama pellicolata in carbonio che ricorda l’alettone delle auto sportive. «Naturalmente i rapporti dimensionali sono diversi tra auto e yacht», spiega ancora Francesco Paszkowski.

Rush

«Nel caso di Rush, grazie anche allo sviluppo su un ponte e mezzo della sovrastruttura e al fly chiuso, siamo riusci a dare all’insieme uno slancio importante che ne definisce il design», conclude.

Il risultato è uno scafo elegante ed aggressivo al tempo stesso, con la prua abbassata con effetto cuneo a cadere, tipico degli stilemi di Baglietto.

Rush

Ritorno alle origini

Per Baglietto, del resto, Rush rappresenta in qualche modo un ritorno alle origini, quando la sua linea planante era uno dei suoi cavalli di battaglia. Oggi, naturalmente, la carena è completamente nuova. Disegnata da Plana Design è estremamente performante e, nel caso di Rush, consente di raggiungere i 28 nodi di massima grazie a tre motori MTU 16V 2000 M96 L con due trasmissioni esterne in linea d’asse tradizionale e trasmissione VOITH linear jet centrale. Tra gli atout di Rush ci sono il portellone di poppa con apertura verso il basso e le due aperture laterali che creano una grande swimming platform con zona divani e il grande prendisole incassato a prua con tendalini antivento, voluto dall’armatore. Una barca controcorrente quindi che, a quanto pare, ha già fatto proseliti dato che in Baglietto sono state recentemente vendute altre due unità interamente custom, ma comunque veloci. Per quel che riguarda gli interni, realizzati da Francesco Paszkowski design con la collaborazione di Margherita Casprini, molto si deve alle decisioni dell’armatrice, molto determinata sulle sue scelte e sicura di sé. Il décor, con i suoi toni scuri e le linee decise riprende la mascolinità degli esterni. 

Rush

Baglietto Rush: black is black 

A bordo domina il nero, che si abbina alla tonalità canna di fucile dello scafo. «Per ammorbidirlo abbiamo usato il cuoio color avorio per le pareti e giocato con linee di fuga e di accoppiamento dei materiali, posizionate random, che ne minimizzassero l’impatto», spiega Margherita Casprini. 

Rush

Insoliti anche alcuni materiali. Al posto del tradizionale marmo, per risparmiare sul peso la scelta è caduta sulla ceramica effetto marmo (bianco Carrara e nero assoluto) usata sia per i bagni sia per alcune parti del salone e declinata in lastre di tre metri per due per evitare il disturbo visivo dato dalle fughe. 

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«Pur avendo un look mascolino gli interni non hanno alcuna ostentazione, al contrario, sono pieni di sostanza», spiega ancora Margherita, «abbiamo giocato molto con grandi specchi fumé e con arredi chiari per far sì che le parti scure non si percepissero troppo, ma che potessero assolvere al loro ruolo di dare un aspetto aggressivo e moderno all’insieme e di mantenere coerenti i rapporti tra esterni e interni di questo scafo che ha fatto del minimalismo delicato la sua cifra stilistica», conclude. Perché, come diceva anche Coco Chanel, “Less is More”.

giuliana fratnik

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