Ultimato il progetto del suo nuovo Explorer di 49,5 metri, Tommaso Spadolini e l’armatore sono ora impegnati nella scelta del cantiere in cui farlo costruire.
«Fin dal principio», ha spiegato Tommaso Spadolini, «le richieste dell’armatore sono state molto chiare. Innanzitutto avere grandi spazi, con il minor numero possibile di dislivelli, che fossero coperti e protetti dal vento, così da poter vivere lo yacht non solo d’estate ma anche nella mezza stagione. Poi, la presenza di un ascensore che collegasse tutti i ponti. Infine, un flying bridge che non fosse un classico… flying bridge!»
Ed ecco quindi che dalla matita del designer fiorentino è nato un fly che è un punto di ritrovo per l’armatore e per la sua famiglia e che si snoda intorno al mobile cucina centrale, ai grandi spazi di lavoro e al tavolo per dodici persone. Oltre alla protezione garantita dall’hardtop, è possibile montare uno sprayhood di “ispirazione velica”, che ripara il fly su tre lati quando ci si trova all’ancora in rada.
Tra le particolarità di questo Explorer 49.5 spicca l’assenza di spazi prendisole fissi, altra richiesta specifica dell’armatore, e la presenza di ben tre cucine. Una è quella intorno a cui si snoda il fly; la seconda, professionale, è sul lower deck e la terza è invece una cucina privata per l’armatore e i suoi ospiti ed è posizionata sul main deck, a portata di mano.