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Richard Mille official timekeeper del Monaco Yacht Show

A segnare il tempo al Monaco Yacht Show appena concluso sono state ancora una volta le lancette di Richard Mille. Una delle tante iniziative della Maison legate al mondo della nautica.(Qui tutti i nostri post su Richard Mille)

Richard Mille
Il Salone Nautico di Monaco

Richard Mille Cup

Saloni a parte, l’ultima, in ordine di tempo, è stata la Richard Mille Cup. Un evento carico di contenuti che vanno oltre la logica di dare vita a un raduno di barche d’epoca. Sì, perché alla base c’è la volontà di celebrare l’arte della vela. Non in un posto qualsiasi ma nella culla dello yachting, ovvero quel tratto di mare che separa il Regno Unito dalla Francia che tra l’altro ha dato i natali alla Coppa America. Una storia simile a quella già vista con la Le Mans Classic la corsa riservata alle auto d’antan, che dal 2002 vede il coinvolgimento di Richard Mille come partner. Un impegno che nasce dalla volontà di promuovere i valori del motorsport in un circuito considerato il tempio delle gare automobilistiche. Accanto alla Richard Mille Cup, il legame tra la maison e il mare si perpetua anche con altre iniziative: da Les Voiles de St. Barth al progetto SP80 fino al Monaco Yacht Show come ci racconta in questa intervista Peter Harrison, Ceo Richard Mille per l’Europa, il Medio Oriente e l’Africa e grande appassionato di vela. 

Richard Mille
Peter Harrison – foto di Renaud Corlouer

Tutto è iniziato con Les Voiles de St. Barths. Poi il mare, con il passare degli anni, è diventato sempre più strategico nella visione della Maison come testimonia la Richard Mille Cup?
Quando tutto è iniziato l’interesse si è concentrato principalmente sulle corse d’auto d’epoca una grande passione di Richard (Mille ndr). Personalmente ho un animo più incline alla vela. Ho iniziato a seguire questo sport con sempre maggior interesse al punto da comprendere che poteva diventare anche un canale di comunicazione strategico per l’azienda. La filosofia che accompagna da sempre ogni iniziativa è il totale coinvolgimento sin dal principio. Ci piace considerarci parte del processo di crescita di un evento. Così è successo per Les Mans Classic e lo stesso discorso vale anche per Les Voiles de St. Barth che, giunta alla dodicesima edizione, è diventato uno tra gli eventi più importanti nel calendario delle regate ai Caraibi. Ora è arrivato il momento della Richard Mille Cup. L’evento nasce con la volontà di riportare le barche d’epoca in un contesto più autentico e vicino alla loro storia di origine come testimonia la presenza di molti scafi costruiti da Fife che hanno preso parte alla prima edizione. 

Richard Mille
Sorcha, Maxi 72

Dal passato al futuro: la storia del progetto SP80 in cui è coinvolto cerca di mostrare un altro lato della navigazione a vela?
Ha ragione. Questa iniziativa rispecchia la visione del marchio incentrata sul lavoro di ricerca e sviluppo nel mettere a punto materiali dalle elevate performance da impiegare nella produzione dei nostri segnatempo. Sono queste le basi sulle quali il marchio si è costruito la propria reputazione. SP80 si prefigge lo scopo di battere il record di velocità a vela sull’acqua. Un progetto affascinante nato in Svizzera e che ci accomuna come visione ovvero cercare sempre di superare i limiti. 

Richard Mille
Cannonball Maxi 72 ph. Gilles Martin-Raget

C’è poi il capitolo che, dal 2022, vi vede al fianco del Monaco Yacht Show. Quali le ragioni dietro a questa scelta?
Si tratta di una vetrina importante, con yacht considerati unici come gli orologi Richard Mille. Ci sono poi le numerose iniziative promosse dal Monaco Yacht Show, che introducono il concetto di sostenibilità.

Richard Mille
Moombeam IV alla Coppa Richard Mille – Foto di Mike Hewitt/Getty Images per Richard Mille

Tra tutti questi a quale si sente più vicino?
Come velista senz’altro Les Voiles de St. Barth. Il mix di ingredienti è unico. Il momento stagionale. La presenza degli alisei. Un campo di regata che non ha paragoni. E l’elevato numero dei partecipanti il cui spessore tecnico cresce edizione dopo edizione. Oggi non mancano scafi competitivi della classe Maxi 72, oppure i TP 52 senza contare i tanti multiscafi da regata e i maxi-yacht a vela. 

Richard Mille
Peter Harrison a bordo. Foto di RenaudCorlouer

Parlando di Richard Mille, qual è il segreto del successo che avete ottenuto in poco più di 24 anni?
Non è un caso se oggi i primi quattro marchi del settore orologiero, di cui facciamo parte, siano tutti indipendenti. È questo l’aspetto più importante per essere competitivi ed efficienti. Tutto ciò ci permette, a differenza dei grandi gruppi, una maggiore agilità nel prendere decisioni in tempi rapidi sia che si tratti di un evento o di una strategia di marketing da adottare sia nel destinare gli investimenti alla ricerca e sviluppo per un nuovo modello da mettere in produzione. Piccoli ma efficienti. Sta qui il motivo del nostro successo. 

Richard Mille

La vela per lei è solo regata o c’è spazio anche per intenderla anche come crociera?
Mi piace solo l’aspetto competitivo della vela. È l’unico momento in cui riesco a staccare veramente la spina. Quando timoni in regata non puoi permetterti distrazioni e devi essere concentrato su tutto. Soprattutto quando il tasso tecnico è elevato e hai nel tuo equipaggio velisti che arrivano dall’America’s Cup o dal Vendée Globe. Detto questo riconosco anche che salire a bordo di una barca spinta solo dal vento consente di vivere un senso di libertà difficile da provare in altri modi. 

Richard Mille
RM 004

Qual è il suo orologio Richard Mille preferito?

Difficile rispondere. Forse l’ultimo che sono riuscito a mettere al polso. La richiesta è così alta che per me diventa difficile averne uno da portare. Tornando alla domanda probabilmente l’RM 004. All’epoca era il sogno di Richard (Mille ndr). Credo ci siano voluti 6 o 7 anni dall’ideazione all’orologio finito. Le sue proporzioni sono perfette. E sì, forse l’RM 004 è il mio segnatempo preferito.

Matteo Zaccagnino

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