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Ulysse Nardin: una storia che profuma di vela

Ulysse Nardin: Prima con la Coppa America al fianco di Artemis, la sfida svedese. Poi è venuto il momento del Vendée Globe, il giro del mondo a vela in solitario senza scalo. Come se non bastasse, quest’anno si è aggiunta anche la Vendée Arctique. Su tutte, naturalmente, c’è la Ocean Race. Niente male. Le lancette di Ulysse Nardin corrono sempre più veloci sul mare. È difficile trovare una casa orologiera impegnata in prima linea su così tanti fronti in chiave velica. Se in precedenza erano le boe del campo di regata in cui si correva l’America’s Cup a definire il perimetro oggi gli orizzonti della casa di Le Locle non hanno più confini e abbracciano le distese oceaniche. (Qui tutti i nostri post su Ulysse Nardin)

Ulysse Nardin
8 January 2023, IMOCA fleet during the In-Portrace in Alicante

Un cambio di passo che la dice lunga sulla visione di Ulysse Nardin. Non poteva essere altrimenti per una realtà nella quale il mare ha sempre rappresentato una straordinaria fonte d’ispirazione per dare vita a collezioni diventate oggetti di culto per gli appassionati di orologeria. Ora la sfida si fa ancora più entusiasmante e carica di fascino. In ballo non ci sono solo le prestazioni che sia una regata o un nuovo segnatempo. La vera missione è quella legata alla salvaguardia dell’ambiente soprattutto quello marino. 

L’Ocean Race

È questo il messaggio più forte che accompagnerà il ritorno della Ocean Race il leggendario giro del mondo a vela a tappe di cui Ulysse Nardin è official timekeeper. Ma oltre all’aspetto puramente sportivo sono tante le chiavi di lettura che l’edizione 2023 porta in dote. A partire da una ricorrenza importante: ovvero il traguardo dei 50 anni di storia di una regata entrate nell’Olimpo delle competizioni veliche. 

Ulysse Nardin

La prima edizione conosciuta come Whitbread Round The World Race prese il via l’8 settembre del 1973 da Portsmouth in Inghilterra. Mezzo secolo dopo questa regata diventata poi Volvo Ocean Race e ora The Ocean Race ha visto passare in rassegna tutte le leggende della vela: da Eric Tabarly a Sir Peter Blake, da Pierre Fehlmann a Dennis Conner, da Grant Dalton a Paul Cayard fino ai giorni nostri con campioni del calibro di Franck Cammas, Charles Caudrelier e Ian Walker. 

Ulysse Nardin
photo: Amory Ross

Quella che è partita da Alicante domenica 15 gennaio è un’edizione rinnovata nei contenuti e nel format. Al colpo di cannone i cinque scafi, tutti della classe Imoca 60, sono chiamati a coprirere i 60 mila km di percorso, distribuito su 7 tappe e un totale di 9 località coinvolte, che comprende i passaggi dei temibili Capo di Buona Speranza e Capo Horn. A questi aggiungono i 6 VO65 che daranno vita alle regate valide per Sprint Race Cup che si correranno lungo le rotte Alicante-Capo Verde; Aarhus-The Hague e The Hague-Genova.  

Ulysse Nardin
photo: Amory Ross

Ulysse Nardin e il mare: un legame indissolubile

A scandire il tempo della The Ocean Race c’è Ulysse Nardin. La presenza della Casa di Le Locle al mondo della vela non è una notizia dell’ultim’ora. Al contrario Ulysse Nardin vanta un curriculum di tutto rispetto: ha partecipato alla Coppa America. Poi ha scandito il tempo alla Vendée Globe, il giro del mondo in solitario senza scalo, e ora si appresta a scrivere una nuova storia al fianco di The Ocean Race. Già, ma quali sono i valori che accomunano questi tre eventi alla maison? “Questa regata” commenta Patrick Pruniaux, Ceo Ulysse Nardin, “è il punto d’incontro tra la Vendée Globe e la Coppa America. Questa competizione esprime il valore del lavoro di squadra proprio come nell’America’s Cup al quale si aggiunge il tema delle prestazioni che lo accomuna al giro del mondo a vela in solitario. È stato straordinario vedere all’ultima edizione del Vendée Globe vedere arrivare le barche dopo quasi 80 giorni di navigazione interrotta attorno al mondo giungere separate da poche ore. The Ocean Race, e qui sta la differenza, sarà un incredibile strumento per comunicare, nelle diverse tappe dove farà scalo la regata, i valori della vela e, cosa più importante quelli legati alla questione ambientale”. 

photo: Amory Ross
Patrick Pruniaux_copyright Johann Sauty photography

L’ambiente prima di tutto: una sfida da vincere

Mai come adesso il tema della salvaguardia ambientale è diventata una priorità assoluta. Lo abbiamo toccato con mano, o meglio vissuto sulla nostra pelle con l’anno che si è chiuso da poco passato alla storia come il più caldo di sempre, ovvero da quando l’uomo ha iniziato la misurazione delle temperature. 

Patrick Pruniaux_copyright Johann Sauty photography

Gli skipper e i manager, a nome di ciascuno degli 11 team che partecipano alla 50esima edizione di The Ocean Race, hanno firmato la Carta della Sostenibilità dei Team della regata. Inoltre, gli equipaggi si impegnano a farsi portavoce degli oceani, sensibilizzando i loro sponsor, i loro partner e i loro fan a contribuire alla protezione dei mari. Riconoscono inoltre il diritto dell’oceano a prosperare e sostengono la campagna One Blue Voice della regata, che chiede una Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Oceano. Ogni imbarcazione imbarcherà attrezzature scientifiche per raccogliere dati vitali sugli oceani, aiutando gli scienziati a comprendere meglio i mari e l’impatto delle attività umane su di essi, contribuendo al Decennio delle Nazioni Unite per la Scienza degli Oceani. E come se non bastasse, i team devono disporre di energia rinnovabile a bordo, evitare qualsiasi tipo di plastica monouso e ridurre al minimo, misurare e bilanciare le emissioni inevitabili di gas a effetto serra. 

Ulysse Nardin
Patrick Pruniaux_copyright Johann Sauty photography

Un ambito questo dove anche Ulysse Nardin fa sentire la propria voce. In che modo? Prima di tutto ricoprendo anche il ruolo di Time to Act Partner di The Ocean Race che, per tutta la durata dell’evento, promuoverà tutta una serie d’iniziative sulle questioni ambientali (forum, convegni, progetti di sensibilizzazione sulle tematiche legate alla salvaguardia dell’oceano che coinvolgeranno i giovani). Non basta. Ulysse Nardin sarà al fianco di 11th Hour Racing Team presente con un Imoca 60 alla regata e il cui obiettivo è portare all’attenzione il tema della sostenibilità. “11th Hour Racing Team è il partner ideale per il nostro brand. Come noi, sono anche loro degli esploratori. Ci impegniamo ad innovare attraverso l’uso di nuovi materiali che riducano l’impatto sull’ambiente, e 11th Hour Racing Team impiega una tecnologia all’avanguardia, con la prova che la sostenibilità può vincere la gara”, ha aggiunto Pruniaux. 

Ulysse Nardin Diver The Ocean Race: scocca l’ora della sostenibilità

“Abbiamo grandi ambizioni. Vogliamo essere tra le forze trainanti di questo cambiamento che però non riguarda solo il settore orologiero ma tutte le attività produttive intese in senso più ampio. Oggi la clientela ha sviluppato una maggiore consapevolezza sulla questione ambientale e nei processi di acquisto è diventato un fattore tenuto sempre più in considerazione. C’è poi un approccio etico e trasparente che la maison ha sempre avuto e tuttora mantiene” racconta Pruniaux che aggiunge:

Ulysse Nardin

“Ogni anno realizziamo non più di 15 mila esemplari un quantitativo più contenuto rispetto ad altre realtà ma con una componente artigianale molto alta. In questo modo possiamo permetterci un controllo diretto di tutti i processi produttivi inclusi gli aspetti legati ai consumi di acqua ed energia. Al tempo stesso questa condizione ci garantisce un vantaggio in termini di flessibilità operativa ed esplorare così nuove soluzioni come quella che ci ha portato, con il contributo fondamentale di una start-up Fil&Lab, a concepire il Diver The Ocean Race un orologio realizzato in gran parte con materiale proveniente dalle reti da pesca riciclate”.  

Ulysse Nardin

 Una filosofia che ha permesso di concepire un segnatempo i cui componenti provengono per il 95% da un raggio di 30 km dalla Manifattura, la metà dei quali deriva da canali dedicati al riciclo di materiali. Gli altri elementi che rendono unico questo modello riguardano la lunetta decorata con Carbonium®, composto dalle stesse fibre utilizzate per gli aerei di ultima generazione e il cui impatto ambientale è inferiore del 40% rispetto ad altri compositi di carbonio. Inoltre, i lati della cassa e il fondello dell’orologio da 44 mm impiegano un’innovativa combinazione di materiali: 40% Carbonium® e 60% poliammide riciclato dalle reti da pesca, Nylo®, grazie al lavoro di FIL&LAB, start-up di giovani designer bretoni che ha creato la prima impresa di riciclo di reti da pesca in Francia. Anche il cinturino, dotato di chiusura a strappo, è anch’esso interamente riciclato dalle reti da pesca. 

Ulysse Nardin

Saranno in molti quelli che si chiedono se il termine “riciclato” possa essere abbinato a un prodotto, in questo caso un segnatempo, di gamma alta. Continuerà a rappresentare un’eccezione o diventerà la nuova regola? Anche in questo caso Pruniaux ha le idee chiare: “È un po’ come nella Formula Uno o nella Coppa America. Oltre essere delle competizioni di alto livello sono vere e proprie piattaforme per sperimentare nuove tecnologie e materiali gli stessi che poi trovano un’applicazione nell’industria automobilistica e nel settore della vela.

Ulysse Nardin

Lo stesso discorso vale per il Diver The Ocean Race. Il lavoro compiuto in termini di ricerca, sviluppo, materiali è solo il punto di partenza di un percorso che ci permetterà di replicare quelle stesse soluzioni non più solo su un’edizione limitata ma su larga scala. Non è che l’inizio”. 

Matteo Zaccagnino

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