Skip links

La nuova era degli explorer yacht – parte seconda

Explorer: l’interesse per le esplorazioni subirà un prolungato stop causato principalmente dalla Seconda guerra mondiale. Ci vorrà del tempo prima di trovare nuovamente traccia di navigazioni in zone remote del pianeta compiute da personaggi saliti alla ribalta delle cronache per le loro imprese. (Per la prima parte cliccare qui)

Explorer
Capella C

Prima dell’avvento degli Explorer

Nel frattempo, c’è da sottolineare come anche il progresso tecnologico contribuirà in maniera significativa a dare un nuovo importante impulso a questa attività. Per avere però una prima traccia significativa bisogna aspettare gli Anni 90. A fare notizia fu il viaggio compiuto da William E. Simon il primo a completare il passaggio a Nordovest con uno yacht da diporto a motore.

Explorer
Itasca

Impresa a parte, la crociera di Itasca fornisce l’occasione per fare un altro tipo di riflessione. In quel periodo storico gli explorer come li intendiamo adesso, non erano ancora nati. Così per coloro che ambivano a sconfinare dalle rotte conosciute la scelta non poteva che ricadere su quei mezzi nati per svolgere altre attività soprattutto in chiave commerciale. Ed ecco spiegato il motivo per il quale sono entrati in scena i rimorchiatori d’altura, i supply vessel, o più in generale i mezzi da lavoro che hanno avuto e tuttora vivono una seconda vita come yacht. 

Explorer
Itasca

Tutto ebbe inizio con Itasca

“Il Passaggio a Nordovest” si legge nella biografia “A Time for Reflection: An Autobiogrpahy” di William E. Simon Segretario al Tesoro degli Stati Uniti sotto la presidenza di Nixon e Ford, “esercita da sempre un forte richiamo per tutti i navigatori, gli esploratori e i sognatori. 

Per secoli non si è potuta dare una risposta al legittimo dubbio se fosse possibile navigare in cima al mondo nella remota regione dell’Artico, ed esplorare quella terra di nessuno posta tra l’Atlantico e il Pacifico”. Una rotta immaginaria che divenne reale grazie all’impresa compiuta da Roald Amudsen nel 1905 a bordo del Gjoa e che esercitò un fascino irresistibile su Simon che covava il sogno di essere il primo a coprire quella rotta a bordo di uno yacht in una singola stagione. 

Explorer
Roald Amundsen

Un progetto ambizioso

Un progetto ambizioso che aveva bisogno di un mezzo adeguato. Qui entra in scena una barca che a giudizio di tutti rappresenta l’inizio della nuova era degli explorer. Itasca, parola che deriva dalla contrazione dei termini (ver)itas + ca(put), è un rimorchiatore d’altura oceanico costruito in Olanda presso i cantieri J & K Smits Scheepswerven nel 1961. 

Explorer
Gjoa

Per 19 anni con il nome di Thames ha prestato servizio per conto della SMIT International società specializzata in operazioni di soccorso in oceano. Nel 1980 questo rimorchiatore di 53,6 metri di lunghezza per 843 tonnellate di stazza lorda fu riconvertito in yacht proprio con lo scopo di compiere navigazione in aree così remote. 

Explorer
Legend

Una scelta che si giustifica alla luce anche della totale assenza da parte della cantieristica da diporto in quegli anni di realizzare uno scafo che avesse quel tipo di requisiti che da quel momento divennero la carta d’identità per identificare un explorer. A partire dallo scafo, rigorosamente in acciaio, fino ad arrivare alla capacità del serbatoio per il carburante in grado di contenere fino a 227 mila litri di carburante. Non potevano mancare il ponte per ospitare l’elicottero e la possibilità di alare anche potenti mezzi di servizio. 

Explorer
HMS Beagle, today Aqua Blu

Itasca diventa uno yacht, anzi, uno dei primi explorer

La trasformazione di Itasca in yacht venne firmata dallo studio Sparkman & Stephens per mano di Bill Langan che fu a bordo nella memorabile spedizione del 1994 grazie alla quale Itasca fu il primo scafo a motore privato a compiere il Passaggio a Nordovest. Un’impresa nella quale come si legge nella biografia di Simon non mancarono alcuni colpi di scena. 

Explorer
Capella C

Una scelta coraggiosa

Il più importante fu quello che vide lo stesso Simon determinato a proseguire nonostante le raccomandazioni della Guardia Costiera canadese che lo invitò a tornare indietro a sole 40 miglia dal traguardo. “Con tutto il dovuto rispetto, comandante, – Paddy Chafe della guardia costiera canadese ndr –comprendo quello che mi sta dicendo ma questo viaggio rappresenta per me un sogno che covavo da tanti anni. 

Explorer
HMS Beagle. today Aqua Blu

Abbiamo accuratamente pianificato il viaggio e siamo preparati ad affrontare i rigori dell’Artico e siamo altresì consapevoli delle insidie rappresentate dal ghiaccio e dalle condizioni meteorologiche. Ma siamo qui per completare la nostra traversata e se falliamo sarà perché abbiamo fallito non perché abbiamo rinunciato. Così sarebbe molto apprezzabile, se potesse aiutarci ad affrontare quest’ultima parte per raggiungere il mare aperto che si trova a 40 miglia più a nord. Ma al tempo stesso cerchi di comprendere che non torneremo indietro. La seguiremo fino all’inferno. E l’inferno è a nord”. Così riporta Simon nella autobiografia. In definitiva l’impresa di Itasca aprì una nuova rotta per gli explorer che fu subito seguita da altri esempi che fecero vivere un momento d’oro all’industria del refit con in primo piano i rimorchiatori d’altura. 

Explorer
Arctic

L’epoca d’oro dei rimorchiatori d’altura

Tra questi spiccano gli esempi di Simson. Varato nel 1973 dal cantiere tedesco Schichau Unterwasser questo 77 metri riconvertito in yacht nel 1994, naviga ancora oggi sotto il nome di Sea Ranger. Dallo stesso cantiere arriva Arctic altro rimorchiatore oceanico di 87 metri gloria nato qualche anno prima (1970) nello stesso cantiere e trasformato in yacht tra il 1993 e il 1994. 

Explorer
Sea Ranger

Il filone dei rimorchiatori che in termini di styling degli esterni influenzerà molto anche molti progetti futuri annovera altri nomi celebri come Giant I. Questo gigante di 77 metri che oggi, fresco di un nuovo refit dopo quello effettuato nel 1994, naviga con il nome di Legend e fu commissionato dalla Marina militare sovietica nel 1974 al cantiere olandese IHC. In scia a Legend ci sono poi altri rimorchiatori d’altura tornati a nuova vita grazie alla trasformazione in yacht che rispondono ai nomi di Prometej, Dolce Far Niente conosciuto in passato come Seawolf C (costruito in Olanda guarda caso da J&K Smits lo stesso cantiere di Itasca), Asteria, Ariete Primo, Latitude solo per citarne alcuni. 

Explorer
Sea Ranger

Subito prima degli explorer, gli Expedition yacht

Sul filone delle riconversioni ai rimorchiatori d’altura si è aggiunto anche quello delle navi pilota o expedition yacht. Anche qui l’Olanda la fa da padrona. In particolare, spicca un nome su tutti Amels realtà diventata grazie alla grande esperienza nel settore delle costruzioni navali destinate a un impiego professionale una tra le firme più importanti nel settore dei megayacht. Il cantiere olandese a metà anni 70 varò diverse unità che poi a distanza di 20 anni sono diventate l’oggetto del desiderio per molti armatori con il pallino per l’avventura. 

Explorer
Capella C

Una storia che accomuna yacht ammirati e celebrati quali Altair e Akula; il 59 metri Blommendal varato nel 1973 da Boeles per finire con Capella C forse il primo expedition yacht a trovare una nuova destinazione d’uso come superyacht. Varato da Scheepsbouwerft Pot nel 1968 questo 59 è stato trasformato in yacht privato nel 1985. C’è anche un po’ di Regno Unito in questo particolare capitolo legato agli expedition yacht come testimonia Titan il 60 metri varato nel 1968 con il nome di HMS Beagle. Sottoposto a un accurato lavoro di refit è tornato a nuova vita con il nome di Aqua Blu. Oggi opera come piccola nave su rotte che profumano di avventura. 

Matteo Zaccagnino

Leave a comment